Aaron Ramsey Gareth Bale Wales Ukraine Getty

Nei club strada in salita, ma è riscatto in Nazionale: Ramsey e Bale trascinano il Galles

Il paradosso è servito, di nuovo: perché Aaron Ramsey e Gareth Bale sono così, ormai. L'immagine non sorprende più: imbronciati con i rispettivi club, sorridenti in Nazionale.

La qualificazione ai Mondiali del Galles dopo 64 anni porta chiaramente la loro firma, la più bella, se possibile, fatta di tanta sostanza e sacrificio e culminata con il successo contro l'Ucraina.

"Andare ai Mondiali è come scoprire ciò di cui sono fatti i sogni", ha spiegato Bale ai microfoni di Sky Sports.

Lui, che è reduce da una stagione talmente incredibile da dover essere raccontata per l'ennesima volta: rientrato dal Tottenham la scorsa estate con il Real Madrid è sceso in campo per 7 volte tra Liga e Champions League, siglando una sola rete in campionato, ma vincendo entrambe le competizioni.

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Che, nel caso della Champions, porta il dato a 5: le altre hanno la sua firma, anche in maniera importante e decisiva, come a Lisbona o a Kiev. Lascerà le Merengues, in scadenza di contratto, ma già da qualche anno ha perso la forma fisica e la continuità. Almeno al Real.

Perché poi quando vede il Galles si trasforma, pensare alla doppietta in semifinale Playoff contro l'Austria, con una punizione che ancora oggi, a guardarla, vien da dire: "Sì, abbiamo visto uno dei più forti all'opera". Al di là delle critiche e dei paradossi.

Paradossi che riguardano da anni anche Ramsey, ma la sua storia è più complessa: la parentesi alla Juventus rientra di diritto tra le più difficili mai vissute da un giocatore in bianconero, fatta di tante delusioni, aspettative non ripagate e infortuni.

A gennaio ha preso la via della Scozia, in prestito ai Rangers, e qui bisogna precisare quanto segue: al netto dell'errore decisivo ai rigori in finale di Europa League contro l'Eintracht, la sua parentesi a Glasgow non è stata per nulla negativa. Anzi. Certo, tornetà a Torino, però.

Pesa il tiro dal dischetto: questo sì. Poi viene chiamato da Robert Page, indossa la maglia del Galles e cambia volto. Da triste diventa sorridente, da anonimo diventa decisivo, come sempre. Una Nazionale che va oltre i paradossi di entrambi giocatori che, adesso, si godranno i Mondiali da protagonisti. Al di lù di tutto.

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