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grafica zaniolo inter roma

Ciò che poteva essere: l'unica stagione di Zaniolo all'Inter

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La vita è fatta di bivi, scelte, percorsi da seguire abbracciando l'ignoto e lasciandoci alle spalle quel briciolo di sicurezza che faticosamente ci siamo costruiti. In un campo minato del genere, è impossibile che non esistano rimpianti e scelte che con il senno di poi sarebbero state ponderate in maniera diversa.

Riportando questo excursus parafilosofico al concreto, se potesse tornare indietro nel tempo difficilmente l'Inter lascerebbe partire quel ragazzino biondo della Primavera chiamato Nicolò Zaniolo.

Un telecomando con il tasto reset esiste solo in un mediocre film con protagonista Adam Sandler. Ai nerazzurri dunque non resta che rimanere con l'amaro in bocca per aver sbagliato valutazione sul ragazzo.

Rammarico che aumenta ulteriormente, se si pensa che fu proprio l'Inter a permettere a Zaniolo di rilanciarsi. Il ragazzino di Massa era stato preso nelle giovanili ma non ritenuto abbastanza abile per il salto in Primavera.

Svincolato su carta e svilito nel morale, Zaniolo era a un passo dal lasciare il calcio una volta per sempre. Ma le decisioni che a caldo ci sembrano buone, una volta decantate e raffreddate nel calderone della corteccia prefrontale appaiono molto meno brillanti.

Dopo un anno di sofferenza e ambientamento in Liguria la Virtus Entella, dove si ritaglia comunque un ruolo da protagonista tra Primavera e Serie B, la cometa Zaniolo viene intercettata dall'Inter che lo porta nelle sue giovanili.

Quel baluginio indefinito che aveva attraversato velocemente le Valli del fiume che dà il nome alla squadra di Chiavari, a Milano si rivela per quello che è: un astro luminosissimo.

Sotto la guida di Stefano Vecchi, il ragazzo diventa uno dei migliori profili provenienti dalla Primavera grazie alle 14 reti stagionali che aiutano l'Inter a vincere il campionato e la Supercoppa di categoria.

Di lui si inizia a parlare quando segna sei goal consecutivi in sei diverse partite, spianando la strada ai nerazzurri verso la vetta del campionato.

Lo stesso tecnico delle giovanili nerazzurre si è poi espresso a posteriori su di lui in alla Gazzetta dello Sport.

"Si vedeva che aveva grandi potenzialità, ma ogni tanto andava stimolato e provocato. Arrivò all’Inter con altre aspettative, pensava di andare subito con Spalletti. In Primavera gli bastava poco per fare la differenza, era devastante".

Malgrado un carattere un po' indurito dalle delusioni calcistiche patite in giovane età, non c'è traccia di quel profilo da "Bad Boy" con il quale molto spesso è stato etichettato, pagando probabilmente l'imprecisata colpa di essere un tardo-adolescente che si comporta da tardo-adolescente.

Dalle parti della Pinetina però le esigenze sono altre. Luciano Spalletti ha individuato da tempo in Radja Nainggolan la "turbina che manca al motore" nerazzurro e fa di tutto per strapparlo alla Roma.

Zaniolo RomaGetty Images

La trattativa è lunga e complessa, con l'Inter che propone diverse contropartite da girare nella capitale per abbassare le richieste di liquidità dei giallorossi.

Al Señor Monchi, ai tempi ds romanista, vengono proposti diversi profili, tra i quali il portiere Ionut Radu. L'andaluso può contare però sulla stretta collaborazione di Ricky Massara, che individua in Nicolò Zaniolo la contropartita giusta proveniente dalla Primavera.

Nainggolan può così partire per Milano dopo un bonifico da 24 milioni di euro e la cessione alla Roma dei cartellini di Zaniolo e Santon.

Ma oltre alle pressioni provenienti dalla Prima Squadra, Zaniolo viene sacrificato anche perché, a detta di molti addetti ai lavori del settore giovanile nerazzurro, la vera punta di diamante è un'altra.

Si chiama Xian Emmers, è belga ed è da tutti considerato il Predestinato. Oggi gioca in Serie B olandese e al momento è lontano anni luce dalle vette del calcio europeo. Ma si tratta di una storia che meriterebbe di essere raccontata a parte.

Zaniolo dunque può partire, ma dalle parti della Pinetina si accorgeranno presto di aver commesso un errore di maturazione.

Il percorso di Zaniolo alla Roma è stato tanto sorprendente quanto sfortunato. Esordio da Golden Boy grazie all'intuizione delle sue potenzialità da parte di Eusebio Di Francesco.

L'esordio in prima squadra è indimenticabile e probabilmente non ha precedenti. Zaniolo è uno dei pochissimi calciatori in circolazione ad esordire in Champions League al Bernabeu contro il Real Madrid senza aver mai disputato un minuto tra i professionisti in Serie A.

Anche la prima rete - segnata all'Olimpico contro il Sassuolo, è indimenticabile. 26 dicembre 2018, dribbling alla difesa, portiere messo a terra e superato con un pallonetto che dalle parti di Roma sponda giallorossa scatena immediatamente dei paragoni scomodi con un certo ex numero 10 e capitano.

Malgrado capiti all'interno di una stagione complicata per la Roma, il talento di Zaniolo emerge partita dopo partita, al punto da diventare un punto di riferimento ad appena 19 anni in una squadra che ha senatori ben più maturi di lui.

Quella che doveva essere il campionato della consacrazione apre però l'incubo infortuni. L'anno e mezzo dedicato alla maturazione lo trascorre in infermeria per via della doppia rottura dei crociati di entrambe le ginocchia, uno con la Roma e l'altro con la Nazionale italiana.

Ora il giovane si è rialzato e ha ripreso la sua corsa, che ogni tanto mostra ancora qualche passo falso. L'Inter, prossima avversaria della Roma in Coppa Italia, spera di non doversene pentire più di quanto non abbia già fatto.

A Zaniolo, malgrado non lo abbia mai ammesso pubblicamente, è rimasto un po' di amaro in bocca per come sono andate le cose con i nerazzurri.

Nell'aprile del 2019, la Roma traghettata a fine stagione da Ranieri, dopo l'esonere di Eusebio Di Francesco. Uscire dalla Scala del Calcio con risultato positivo sembra un compito proibitivo, ma con caparbietà e sacrifico la Roma strappa un punto derivante dal pareggio per 1-1.

Tutti contenti dalle parti di Trigoria. Tranne uno: Nicolò Zaniolo. L'attaccante aveva vissuto con trepidante attesa la sfida di San Siro contro la sua vecchia squadra.

Una grande occasione per stupire i tifosi avversari, magari un goal. Il numero 22 non rientra però nei piani tattici di Ranieri, che rinunciò al suo estro creativo offensivo in nome di maggiore copertura in mezzo al campo.

Un'esclusione non presa bene da Zaniolo, secondo il quotidiano Repubblica esploso in un pianto di rabbia al termine dell'incontro.

Segno che certe delusioni amorose, anche se rimediate in giovane età, sono in grado di lasciare cicatrici profonde.

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