
“Scusa Cucchi, intervengo dal Granillo: Reggina in vantaggio, capolavoro di Cozza!”
Sì, avete indovinato: è il mitico Tonino Raffa di “Tutto il calcio minuto per minuto”, e voi avete letto quella frase con la sua voce. D’altronde alzi la mano chi non si emoziona ricordando i primi anni della Reggina in Serie A e tutti i calciatori passati tra le fila degli amaranto in massima serie: un giovanissimo Pirlo, Taibi portiere-goleador, Mimmo Kallon con la sua indimenticabile maglia numero 2, le geometrie di Mozart, la fantasia di Nakamura, la grinta di Cirillo, i colpi di testa di Possanzini e Bonazzoli.
Potremmo continuare con l’elenco ancora a lungo, ma oggi vogliamo parlarvi di un (ex) giocatore che nell’immaginario collettivo viene ricollegato immediatamente alla squadra calabrese. Sì, perché è innegabile che sentire pronunciare “Ciccio Cozza” fa subito pensare alla Reggina, e se pensi alla Reggina non puoi che pensare a Ciccio Cozza. Soltanto a leggere il suo nome sembra di sentire in lontananza il Granillo esplodere in tripudio...
Francesco Cozza, detto Ciccio, nasce a Cariati in provincia di Cosenza il 19 gennaio 1974. La sua avventura calcistica inizia proprio a Reggio Calabria visto che indossa la maglia amaranto per l’intera trafila delle giovanili fino a raggiungere la finale del campionato Primavera 1992, in cui la Reggina deve arrendersi al Torino di un giovanissimo Christian Vieri. I suoi primi passi tra i “grandi” avvengono però al nord: viene infatti acquistato dal Milan, anche se con i rossoneri scenderà in campo una sola volta, in Coppa Italia contro il Piacenza. Altre tappe simboliche per la sua carriera calcistica saranno l’esordio in Serie A in forza alla Reggiana nel settembre 1994, il primo goal tra i professionisti in Serie B durante un Lecce-Vicenza nel dicembre dello stesso anno (dopo essere stato girato in prestito ai veneti) e la prima rete in Serie A realizzata con la maglia del Cagliari nel settembre ’96 contro l’Hellas Verona, che vale la pena di essere descritta: cross di Bettarini dalla sinistra, sponda dell’uruguagio Dario Silva e rovesciata tanto bella quanto efficace di Cozza che trova un goal per lui sicuramente impossibile da dimenticare.
Il ritorno di Cozza a Reggio Calabria avviene a gennaio 1999: dopo aver iniziato la stagione in B con il Lecce, passa a metà campionato in forza agli amaranto del presidente Lillo Foti che credono fortemente nella possibilità di promozione nella massima serie per la prima volta nella propria storia. Cozza entra in pianta stabile nell’11 titolare adattandosi a tutti i ruoli del centrocampo: centrocampista sia destro che sinistro, centrale e anche trequartista. Va a segno due volte, e saranno due goal speciali: il primo alla 30ª giornata in un match molto complicato a Brescia, con un destro potente che si insacca sotto la traversa e che vale il 3-2 che permette agli amaranto di lanciarsi verso il finale di campionato con ottimismo.
Il secondo proprio all’ultima decisiva giornata al Delle Alpi contro un Torino che si era già guadagnato la promozione in Serie A con una giornata d’anticipo. Cozza apre le marcature dell’incontro su rigore, Ferrante pareggia per i granata ma la rete di Martino fissa il punteggio sull’1-2 finale che per la Reggina significa promozione in Serie A: è il 13 giugno 1999, una data storica per i tifosi amaranto, accorsi in massa a Torino tanto da invadere pacificamente il campo insieme ai tifosi di casa per festeggiare la doppia promozione. E in questa storia di diritto c’è pure il nome di Ciccio Cozza, il cui destino si incrocerà con quello della Reggina diverse altre volte in futuro.
Nella stagione successiva, la prima storica stagione in A della Reggina, memorabile è l’impresa dell’Olimpico, dove la formazione di Franco Colomba riesce ad imporsi per 2-0 sulla Roma di Fabio Capello. E indovinate un po’ chi ci mette lo zampino? Proprio Cozza, abilissimo a sfruttare una disattenzione difensiva di Mangone e Aldair per poi concludere a rete con un pallonetto da applausi che scavalca Antonioli. A fine campionato la Reggina riesce a raggiungere l’obiettivo salvezza, che purtroppo però non riesce a bissare nel campionato 2000/01, vedendola sfumare clamorosamente alla luce della doppia sfida con l’Hellas Verona. Dopo aver perso di misura al Bentegodi, il Granillo è colmo di tifosi e di speranza. È il 24 giugno del 2001 e gli amaranto ci credono davvero, perché dopo il vantaggio di Zanchetta ci pensa il numero 10 a raddoppiare: è proprio di Cozza la rete del momentaneo 2-0 che vorrebbe dire salvezza. Se non fosse che a 5’ dal termine Michele Cossato gela l’intero stadio con il goal del 2-1 finale che condanna la Reggina alla retrocessione.
È un boccone amaro, molto amaro da digerire per Cozza e compagni che però riescono a risalire subito grazie al 3° posto conquistato nel campionato di B 2001/02; il 10 e capitano amaranto contribuisce realizzando 6 reti e si prepara ad affrontare la quinta stagione consecutiva con quella che praticamente è diventata come una seconda pelle per lui.
La stagione 2002/03 rappresenta uno spartiacque nella storia calcistica della Reggina perché per gli amaranto non sarebbe stato possibile inanellare 7 stagioni consecutive nella massima serie se lo spareggio salvezza di Bergamo avesse preso una piega diversa. Sì, avete capito bene: un altro spareggio dopo quello (finito male) col Verona. A fine campionato Reggina, Atalanta, Empoli e Modena sono appaiate a quota 38 punti: le ultime due si salvano grazie alla migliore classifica avulsa e a giocarsi la permanenza in Serie A sono i calabresi e gli orobici. Il 29 maggio 2003 la sfida d’andata giocata al Granillo termina 0-0. Il ritorno si gioca a Bergamo quattro giorni dopo, il 2 giugno: in realtà la partita era prevista per domenica 1 giugno, ma un violento nubifragio abbattutosi sulla città fece slittare il match al giorno successivo. Lo stesso Cozza ricorda quell’attesa spasmodica.
“Spareggio di Bergamo. Collina rinvia la gara di ritorno a causa del nubifragio. Torniamo in hotel per stemperare la tensione: impossibile, non riuscivo a dormire. Scesi nella hall alle 6 del mattino, trovai il presidente già sveglio, nemmeno lui riusciva a chiedere occhio. Parlammo a lungo di quel clima surreale. Il resto è storia. Un ricordo che porterò sempre con me.”
I padroni di casa, spinti dal caldissimo tifo dello stadio Atleti Azzurri d’Italia, passano in vantaggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Natali. La partita per la Reggina si mette subito in salita. Ma ecco che Ciccio Cozza irrompe ancora una volta in modo prepotente in quella che si rivelerà una giornata storica per i tifosi amaranto: al 33’ sfrutta una sponda di Bonazzoli, entra in area di rigore, si allunga la palla apparentemente un po’ troppo ma riesce a metterci la punta del piede quel tanto che basta prima che il suo ex compagno Taibi possa fare sua la sfera, che poi si carica di un effetto particolare e rotola piano piano in porta.
Il match prende così un’altra piega ed è tutto merito del numero 35 con la fascia di capitano al braccio. Il secondo tempo sarà combattutissimo e in bilico fino ai minuti finali, quando all’85’ Emiliano Bonazzoli lascia partire un mancino dal limite dell’area che batte Taibi e gela lo stadio intero: ironia della sorte, 2 anni prima una rete a 5 minuti dal termine mandava la Reggina all’inferno, ora invece in paradiso. Al fischio finale dell’arbitro Collina, Cozza viene subito raggiunto dai microfoni e con una composta emozione dichiara:
“Una gioia immensa, è una vittoria dedicata a mio padre che non c’è più.”
Nella stagione successiva (2003/04) il capitano della Reggina mette a referto ben 8 reti: l’ultima di queste è la perfetta metafora di quanto Cozza sia sempre entrato in un modo o nell’altro in tutti i momenti decisivi della storia amaranto. Penultima di campionato, al Granillo arriva il Milan di Ancelotti già campione d’Italia; il numero 35 segna il rigore del momentaneo 2-0 calciando con una forza inaudita sotto l’incrocio dei pali, facendo esplodere di gioia i propri tifosi che a fine partita potranno festeggiare l’agognata salvezza con un turno d’anticipo. Ecco, questo è stato il giocatore Ciccio Cozza: un capitano senza macchia e senza paura pronto a caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti decisivi.
Dopo l’ennesima salvezza conquistata sul campo il capitano saluta Reggio Calabria, anche se non sarà mai di un vero addio ma si tratterà soltanto di tanti arrivederci: infatti dopo le esperienze con Genoa e Siena Cozza torna nuovamente in quella che senza dubbio alcuno si può definire “casa sua”, segnando altri 19 goal in 3 campionati. Il bottino finale con la maglia della Reggina in Serie A recita 186 presenze (record assoluto con la squadra amaranto) e 40 reti (incluse quelle realizzate negli spareggi salvezza), che gli valgono il record di miglior realizzatore dei calabresi in massima serie insieme a Nicola Amoruso.
Ma il nome di Ciccio Cozza si lega a quello della Reggina anche dopo che il “10 di provincia” appende le scarpette al chiodo: infatti dopo l’esperienza di collaboratore tecnico di Atzori nel campionato di Serie B 2010/11, l’ex capitano amaranto si ritrova a guidare la squadra durante la travagliata stagione di Lega Pro 2014/15, l’ultima con Lillo Foti alla presidenza prima del definitivo fallimento. La stagione successiva la società cambia denominazione in SSD Reggio Calabria ripartendo dai dilettanti proprio con Ciccio Cozza in panchina che terminerà la corsa verso la promozione in semifinale playoff contro la Cavese: l’anno seguente sarà comunque Lega Pro per i calabresi grazie al ripescaggio.
Questa è l’infinita storia d’amore tra Francesco Cozza e la Reggina. Una storia fatta di cadute e risalite, di goal ed emozioni indimenticabili, di arrivederci e mai di addii. D’altronde sapete qual è la più bella dichiarazione d’amore mai sentita sulle sponde del Mar Jonio?
“Sarò il tuo Ciccio Cozza, vuoi essere la mia Reggina?”
