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Christian Günter GosensGetty Images/GOAL

Christian Günter, mister continuità: l’uomo che ha soffiato il posto a Gosens ai Mondiali

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146 partite giocate consecutivamente sono già di per sé un numero fuori dall’ordinario nel calcio di oggi. Mettiamoci un altro dato: 146 partite consecutive tutte da titolare. Di più? Di più: 146 partite consecutive tutte da titolare in tutte le competizioni, facendo parte di un top campionato europeo e disputando anche le coppe. Saltando solo 110 minuti, diluite in 6 sostituzioni. Le altre? Tutte per intero. Nelle stagioni 2020/21 e 2021/22 non ha saltato neanche un minuto. E dal 2017 ha saltato solo due partite.

A questa incredibile collezione mancherebbe giusto aggiungere un posto da titolare in Nazionale. Christian Günter sogna di conquistarlo al Mondiale di Qatar 2022: il classe 1993, capitano del Friburgo, si è meritatamente guadagnato la chiamata di Hansi Flick nella Germania, venendo preferito a Robin Gosens come alternativa a David Raum, che parte sulla carta come prima scelta.

Mai come in questo momento però Günter ha la possibilità di ribaltare la gerarchia. La sua crescita negli ultimi anni è stata esponenziale, così come quella del club in cui è entrato a 13 anni e da cui non si è mai separato. Oggi è al 2° posto in Bundesliga, agli ottavi di Europa League, avendo sfiorato già l’anno scorso la qualificazione alla Champions League e la vittoria in Dfb-Pokal. Si è fermato solo in finale, ai rigori, contro il RB Lipsia.

Capitano dall’estate 2019, il nativo di Villingen-Schwenningen - dove è nato anche il suo amico e compagno di squadra e di fascia Vincenzo Grifo, con cui compone un asse micidiale - è sempre stato una costante nella squadra guidata da Christian Streich.Sia da quarto che da quinto, ha sempre occupato il suo posto sulla corsia mancina migliorando tecnicamente anno dopo anno.

Guai però a chiamarlo underdog: il suo nome è noto negli ambienti calcistici già da quando vinceva trofei a livello giovanile con il Friburgo, allenato dallo stesso Streich al quale il 29enne ha detto a più riprese che sarà “eternamente grato”. Tutte le 356 partite, d’altro canto, le ha giocate con lui.

“Ha lavorato durissimo e questa convocazione non è altro che il giusto premio per ciò che ha fatto. Per noi è determinante”, ha detto il tecnico di recente.

Con un pizzico di fortuna in più, forse sarebbe potuto diventare campione del mondo a 21 anni. Quello in Qatar sarà infatti il suo primo Mondiale, ma già nel 2014 era sul taccuino dell’allora commissario tecnico Joachim Löw.

Il 13 maggio di quell’anno giocò un’amichevole contro la Polonia in una sorta di Germania-due, composta da potenziali seconde linee che sognavano un posto in Brasile. Debutto da appena 6 minuti, che sono rimasti gli unici con la nazionale maggiore per un bel po'. Da settembre è passato all’Under-21, poi ha chiuso con la Mannschaft. Fino a quando lo stesso Jogi non lo ha incluso tra i 26 di Euro 2020. Il secondo gettone l’ha ottenuto il 2 giugno 2021, 7 anni di distanza dal primo.

CHRISTIAN GÜNTERGetty Images

Oggi in totale ne ha 6, anche perché Hansi Flick lo ha chiamato occasionalmente, ma non lo ha mai coinvolto nelle sfide di Nations League degli ultimi mesi. Quando però si è trattato di scegliere tra lui e Gosens per una competizione come il Mondiale, è stato l’esterno dell’Inter a restare fuori. D’altronde il momento di forma prolungata di Günni non poteva essere ignorato. Anche se non ha mai calcato i grossi palcoscenici delle coppe europee: non ha mai esordito in Champions League, per esempio.

Forse anche questo qualche addetto ai lavori non lo ha riconosciuto nella sua prima conferenza stampa in Qatar, visto che è stato scambiato per l’allenatore. Avrà tempo per farsi conoscere anche per le sue sgroppate sulle fasce e la sua presenza dentro l'azione offensiva, non solo come l’uomo che gioca sempre e non si infortuna dal 2015. Che comunque, di questi tempi, non è certo una brutta reputazione.

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