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Gigi Riva 1963Getty Images

Chiedi chi era Gigi Riva: 'Rombo di Tuono' compie 75 anni

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Inizio ottobre. Cagliari. La spiaggia del Poetto. Sole, mare e relax da hashtag #estate19.

Siamo qui per l’intervista di Diletta Leotta a Nainggolan e per realizzare un piccolo documentario sull’affascinante storia del rapporto tra Cagliari e Sudamerica (anche “Cagliari, corazon Sudamerica” non è affatto male, chiedete a Joao Pedro, Nandez e al “Cholito” Simeone). Tutto molto bello. Ma in città c’è un’eco di fondo che recita un’altra espressione. Leggendaria.

Segui Cagliari-Fiorentina in diretta streaming su DAZN

Non è solo un uomo. Non è solo un calciatore. E’ Gigirriva. Tutto attaccato. E’ un simbolo. Un mito. E’ Gigi Riva. Uno dei più grandi giocatori della storia azzurra. Un pezzo di Sardegna nato in Lombardia.

Che esiste davvero lo capisci dal fatto che la gente di qui ne parla come un vicino di casa, uno che capita di vedere in giro per la città. Uno con cui scambiare due chiacchiere su clima, calcio e politica. E’ un monumento. Vero.

Leggetevi un po’ le statistiche. Sono quasi disumane. Per dirne una, è ancor oggi il più grande marcatore della storia della nazionale azzurra, con 35 reti in 42 presenze! Significa media/gol da 0,83 a partita.

Il 7 novembre Gigi compie 75 anni. Nel 2020 il Cagliari ne compie 100 e esattamente a metà strada, nel 1970, si realizzò il miracolo della vittoria dello scudetto. Evento unico. Per la squadra, per il territorio, per quel popolo. Gli Stadio cantavano “Chiedi chi erano i Beatles”, noi abbiamo chiesto chi era, chi è, Gigi Riva.

Gigi Riva 1963Getty Images

Partiti dalle voci raccolte a Cagliari, dove chiunque è legato a Riva da un aneddoto unico ed esclusivo, siamo stati nei luoghi dove Gigi è nato. In Lombardia. E’ sul Lago Maggiore, a Leggiuno, che Gigi scopre il mondo e il pallone. E’ nella laboriosa Legnano, hinterland milanese quasi varesotto dove si lavora e fattura, che Gigi scopre di essere campione. O meglio, lo fa scoprire agli altri.

Guarda il documentario dedicato a Gigi Riva su DAZN

E’ il suo partner d’attacco dei tempi dello scudetto, quel Sergio “Bobo” Gori che con Riva e Domenghini componeva un tridente disegnato con modernità disarmante da quel personaggio “artistico” chiamato Manlio Scopigno, che ci dipinge il ritratto più puro di Riva. Le parole di Gori sono precise, lucide e sincere, senza fronzoli. Come Gigi. Come la sua Sardegna, una terra che l’ha accolto, protetto e idolatrato, l’“unica dove poteva essere se stesso” secondo Gori.

Che Riva abbia “cementato” l’orgoglio sardo lo dice anche il secondo squisito testimone del nostro documentario: Gilberto Facchinetti, artista milanese che ha fatto innamorare d’arte centinaia di ragazzi dei licei del varesotto. Me compreso.

Il ricordo di Facchinetti è vivo, emozionato e immaginifico, da artista, tra suggestioni visive e flash di pezzi di gioventù. Sì, perché Riva è stato un protagonista, forse il protagonista, di quegli anni là, quelli dell’Italia Campione d’Europa nel 1968 e quelli di Messico ’70, con “La partita del secolo” Italia-Germania 4-3 e la finalissima disfatta contro il Brasile di Sua Maestà Pelè.

La vera sorpresa è però Mario Tajé, incredibile memoria storica del Legnano calcio (attuale team manager del club), che nel 1962 era nella stazione cittadina per accogliere quel giovane attaccante “troppo magro per giocare a calcio” e che ci rivela un aneddoto mai sentito su Riva “bocciato” dal Mago Helenio Herrera a cui era stato portato per un test con l’Inter...

Provate a non guardarlo...

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