Il calcio, in qualche modo, unisce tutti: anche chi ha intrapreso percorsi differenti. L'Italia è un Paese fondato anche su questo, con buona pace di chi crede che sia semplicemente uno sport con "22 uomini in pantaloncini che corrono dietro a un pallone" (posto che i portieri non lo fanno). Non è così.
Dallo scorso anno si è spesso parlato del legame con il Festival di Sanremo, rafforzato dalla vittoria di Blanco (Riccardo Fabbriconi), dopo aver cantato "Brividi" con Mahmood. Lui, ex giocatore della Ferlpisalò: ecco, nella 73a edizione del Festival presentato da Amadeus e Gianni Morandi c'è un altro ragazzo che, in origine, avrebbe voluto diventare un calciatore. William Busetti: semplicemente Will.
Ha 24 anni, Will: ha superato la finale di Sanremo Giovani con "Le cose più importanti", rientrando così nella categoria dei Big in gara: partecipa, in breve, con il brano "Stupido", buttata giù nel periodo della diffusione del Covid, al momento delle riaperture dal Lockdown.
"Per una decina d'anni ho vestito la maglia delle giovanili del Chievo Verona".
William l'ha raccontato bene, a "La Gazzetta dello Sport": centrocampista mancino con alle spalle il numero dieci. Maglia lasciata nel cassetto per scegliere un'altra via.
"Quando stavo per passare in Primavera non ho resistito: troppe pressioni, è arrivata la musica e ho cambiato strada. Per giocare a calcio ad alti livelli ci vuole una forza mentale incredibile: quando devi fare certe rinunce è dura continuare".
Così è finita la carriera di Will, che però segue il calcio da tifoso dell'Inter che stravede per Federico Dimarco e Marcelo Brozovic. L'idolo, comunque, rimane uno solo.
"Ho sempre preferito Cristiano Ronaldo a Messi".
Da YouTube, che gli ha permesso di pubblicare i suoi primi pezzi, a Sanremo: con il sogno calcistico archiviato. L'ennesima storia "nel pallone" del Festival.
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