Ralf Rangnick Manchester United GFXGetty/GOAL

Chi è Ralf Rangnick, il nuovo allenatore del Manchester United

L'ennesima stagione travagliata, l'ennesimo cambio di allenatore alla ricerca della giusta rotta: non c'è pace in casa Manchester United. Il club ha esonerato Ole Gunnar Solskjaer e, dopo aver affidato a Michael Carrick la guida della squadra nelle partite contro Villarreal e Chelsea, ha ufficializzato l'assunzione di Ralf Rangnick come nuovo tecnico ad interim.

Nome, quello di Rangnick, che in Italia abbiamo imparato a conoscere essendo stato accostato per mesi al Milan nel 2020: il tedesco è stato nominato allenatore ad interim dallo stato maggiore dello United, poi per un altro paio d'anni rimarrà nel club in veste di consulente.

CHI E' RALF RANGNICK

Nato a Backnang 63 anni fa, Rangnick non ha un passato da giocatore professionista. Sin dai primi anni della sua carriera nel mondo del calcio si divide tra il ruolo di allenatore e dirigente, ma anche in televisione, dove viene spesso interpellato per spiegare concetti tattici ritenuti visionari all'inizio degli anni '90, come la difesa a zona e l'assenza del libero. In panchina inizia a farsi un nome alla guida dell'Ulm, dove allena anche un giovane Thomas Tuchel, poi si siede anche sulla panchina dello Stoccarda, ma è a metà dello scorso decennio che arriva la prima importante chiamata, dallo Schalke 04.

Un anno e mezzo vissuto con buoni risultati, poi la grande scommessa Hoffenheim. Una squadra ambiziosa, guidata dal presidente Dietmar Hopp che si preparava ad aprire un ciclo dopo essere stata guidata nei primi tempi da Hansi Flick, l'uomo che ha poi vinto tutto con il Bayern Monaco. Rangnick guida il club di Sinsheim dalla terza serie alla Bundesliga con una scalata che non passa inosservata in Germania.

Nel 2011 lo Schalke lo riporta poi a casa e qui vince il suo primo grande trofeo: una coppa nazionale. Lo ricorda bene anche l'Inter, che in quella stagione fu eliminata dalla Champions League con un sonoro 5-2 a San Siro firmato proprio dalla squadra di Rangnick. La stagione successiva decide di fermarsi per poter gestire meglio i suoi problemi di ansia.

L'anno successivo entra a far parte del Lipsia, prima da direttore sportivo e poi da plenipotenziario dirigente. Per due stagioni scende anche in panchina, con ottimi risultati: promozione dalla Zweite alla Bundesliga nel 2015/16 e poi nel 2018/19 al terzo posto, contribuendo alla crescita di una squadra capace di diventare la terza forza dietro al Bayern Monaco e al Borussia Dortmund.

CHI HA ALLENATO RANGNICK

Rangnick non allena dalla fine della stagione 2018/19. Al termine di quell'anno, non ha solo lasciato la panchina del Lipsia (sostituito da Nagelsmann, scelto proprio da lui), ma anche la società. Per un anno è stato a capo del settore calcistico della Red Bull nello speciale ruolo di 'Head of Sport and Development Soccer', ma è stato accostato più volte dai media tedeschi alle panchine di Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Manchester United. E, ovviamente, Milan: sembrava tutto fatto per il suo passaggio in rossonero nell'estate 2020, poi i buoni risultati di Pioli hanno fatto propendere il club e 'Der Professor' per altre decisioni.

La panchina, comunque, è rimasta nei suoi pensieri. Anche il suo procuratore ha più volte ribadito la volontà del proprio assistito di tornare ad allenare, nonostante il 'demone' della depressione, di cui più volte lui stesso ha parlato ai media. Recentemente ha collaborato con la Lokomotiv Mosca, in veste di consulente tecnico attraverso l'agenzia di consulenza sportiva che lui stesso ha fondato e di cui è presidente. Ora è tempo di una nuova avventura sulla panchina del Manchester United, per quella che sarà la sua prima esperienza da guida tecnica in Premier League.

CON QUALE MODULO GIOCA RANGNICK

Dal punto di vista tattico il 'diktat' del 'Professore' (così viene chiamato in patria) è sempre stato un pressing organizzato: una speciale 'passione' che lo stesso Rangnick è arrivato a spiegare anche in televisione in una vera e propria lezione. Il suo motto è quello di giocare "contro la palla" e non solo "con la palla". Un principio che ha fatto scuola.

L'allenatore tedesco gioca abitualmente con la difesa a quattro e alterna spesso il 4-3-3 al 4-3-1-2, con una flessibilità tattica che lo porta a esaltare le caratteristiche dei migliori giocatori a disposizione.

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