Tale padre, tale figlio. È Il DNA. Daniel Fonseca aveva il goal nel sangue, era un attaccante anarchico, gli piaceva svariare. E ha giocato con Cagliari, Napoli, Roma, Juve. Si è ritirato nel 2003, due anni dopo la nascita del secondo figlio. Quello che oggi gioca nell’Inter Primavera. Anzi, che trascina l’Inter Primavera. Matias Fonseca: stesso cognome, stessa attitudine.
Nato a Napoli 19 anni fa, cresciuto nelle giovanili del Como. Quella che è stata l’ultima squadra del padre: un anno da comparsa nell’ultima stagione in Serie A del club lombardo. Ma un grande regalo: il figlio. Che nel 2016 viene notato dall’Inter. Perché Matias di notevole non ha solo il cognome, ma anche i piedi e il senso del goal.
Papà ora fa il procuratore, il nonno è stato calciatore, il fratello Nicolas cerca spazio nel mondo del pallone. Una famiglia di Fútbol. E Matias? Matias segna. A tutti i livelli.
Tante reti nelle giovanili, fino all’arrivo in primavera nel giugno 2019. A novembre, addirittura, due panchine con la prima squadra, senza riuscire a fare il grande passo verso l’esordio. Sogno accarezzato, sfiorato, rimandato.
Con la primavera piovono reti, 8 in 17 partite di campionato. In Youth League, ancora meglio: 4 in 7 partite, con una tripletta al Borussia Dortmund in una partita decisiva per il passaggio agli ottavi.
Si è fatto notare anche dagli scout della nazionale italiana: lo ha chiamato l’Under 19 a gennaio, prima e unica presenza contro la Spagna. La prima di tante, spera. Il ritorno della Youth League gli offre una grande occasione per convincere ancora di più.
Matias Fonseca ripercorre le orme del papà Daniel, anche a livello tecnico. Tante le affinità nel gioco: svariare, calciare, farsi trovare in area. L’auspicio per il giovane centravanti è riuscire ad emularlo anche nei successi e nei traguardi tagliati in carriera.
