Al termine della sfida contro il Leeds dello scorso 27 agosto, il Brighton si trova tra le prime della classe in Premier League con tre vittorie in quattro gare: l'unica che non è riuscita a portare a casa è contro il Newcastle, terminata 0-0.
Graham Potter saluta con i suoi giocatori i tifosi presenti all'AMEX Stadium, incitandoli e applaudendoli per il sostegno ricevuto: chiaramente con il sorriso. Ha 47 anni, ma la sua carriera in panchina non è poi così lunga: e, soprattutto, sembra essere giunta al primo grande bivio. Il sogno chiamato Chelsea, ormai ad un passo dal diventare realtà.
Dopo l'esonero di Thomas Tuchel, infatti, in cima alla lista dei Blues è spuntato il suo nome, anche più dei soliti e inflazionati profili da Top club: lui, in realtà, non ne ha mai allenati. Quantomeno fino ad oggi.
Proprio così, perché la corsa alla panchina dei londinesi se l'è aggiudicata lui convincendo tutto lo stato maggiore dei Blues capitanato da Todd Boehly.
Graham Potter, dunque, è pronto a salutare il Brighton dopo sole sei partite in questo primo scorcio di stagione. Ad attenderlo c'è il timone dei Blues. Il grande salto è ormai pronto a compiersi.
LA CARRIERA DA GIOCATORE E LE PRIME ESPERIENZE DA ALLENATORE: CHI E' POTTER
Giocava come difensore, quando con la maglia del Southampton ha esordito, nella seconda metà degli anni Novanta, in Premier League: il resto della sua storia calcistica lo ha visto scendere in campo nelle serie minori con West Bromwich, Birmingham City e Stoke City, tra le altre, prima di appendere gli scarpini al chiodo al termine della stagione 2004/05, vissuta con il Macclesfield Town.
Prima di allenare, comunque Potter studia e si laurea in Scienze Sociali alla Open University di Milton Keynes: da lì in poi, però, il suo destino sembrava già scritto. Diventa il responsabile di alcuni dei settori giovanili delle squadre della Hull University e della Leeds University, prima di ricoprire il ruolo di direttore tecnico della Nazionale ghanese femminile ai Mondiali in Cina del 2007.
IL MIRACOLO OSTERSUND
La prima grande impronta lasciata da Potter nel mondo del calcio, però, è quella all'Ostersund, nella maniera più incredibile possibile: l'Ostersund, nel 2011, era una piccola squadra che militava nella quarta divisione svedese. Nulla più. In due anni raggiunge la seconda divisione: nel 2015 viene promossa in Allsvenskan, la massima serie.
Ma la storia la scrive nel 2017, quando con il piccolo Ostersund conquista la Coppa di Svezia, qualificandosi per l'Europa League: incredibile, ma vero. Nell'edizione 2017/18 della stessa competizione europea elimina Galatasaray, Fola Esch e PAOK Salonicco nei preliminari e supera il girone composto da Athletic Bilbao, Hertha Berlino e Zorja. Ai sedicesimi viene eliminato dall'Arsenal, ma vince sorprendentemente a Emirates per 1-2 al ritorno. Un miracolo.
LE ESPERIENZE INGLESI
Nell'estate del 2018 passa allo Swansea, in Championship: non è stato un passaggio facile, però. L'aspetto curioso, infatti, è che il club inglese ha dovuto sborsare un milione di euro per acquistare Potter e il suo assistente Billy Reid dall'Ostersund.
Al termine della prima stagione allo Swansea diventa il nuovo allenatore del Brighton, centrando prima due salvezze e poi chiudendo la scorsa Premier League al nono posto in classifica: record per il miglior piazzamento nella storia del club.
Poche settimane fa anche John Terry, leggenda ed ex capitano del Chelsea, si era esposto pubblicamente sull'allenatore.
"Ma quanto è bravo Potter? Adoro il modo in cui gioca il Brighton e diventerà uno dei migliori allenatori giovani in circolazione".
Una "chiamata", forse, da uno dei giocatori più rappresentativi della storia dei Blues che potrebbero ingaggiare Graham Potter come nuovo allenatore. La realtà dei fatti dice che il Brighton è attualmente quarto a meno due dalla vetta della Premier League. Per il resto si vedrà.




