Come sempre quando parla, Massimo Cellino non ha peli sulla lingua ed è un uragano di emozioni e rivelazioni. Ai microfoni del 'Corriere dello Sport' ha parlato a ruota libera soprattutto di due temi: uno legato a Sandro Tonali ed uno legato a Mario Balotelli.
Si parte dalla situazione di Tonali, con il calciomercato che, a detta del presidente, è già infuocato attorno al ragazzo.
"Nasser lo vorrebbe a Parigi, mi ha scritto anche oggi, ma lui in Francia non vuole andare. Inter e Juve le destinazioni che preferisce. De Laurentiis mi ha offerto 40 milioni, la Fiorentina è pronta a fare carte false, ma il suo destino è abbastanza segnato. Prima del covid il Barcellona era arrivato a 65 milioni più due ragazzi molto interessanti valutati 7 e mezzo a testa, uno era un esterno difensivo. Credo che i dirigenti catalani abbiano ricevuto una risposta che non hanno gradito. E non da Tonali. Non sto trattando con nessuno. Ci sono ancora dodici partite da giocare e il ragazzo deve restare sereno".
Parole criptiche quelle di Cellino, che però dà anche un'indicazione molto chiara sulle preferenze del giocatore. E poi si passa a Balotelli, che invece per lui è un tasto dolente.
"La scommessa Balotelli l’ho persa di brutto. Io l’ho tentata, il resto l’ha fatto Mario. Brescia, il ritorno in Nazionale, gli Europei, casa, la madre, i fratelli, gli amici, ho pensato che le condizioni ci fossero tutte. Niente da fare. Mario vive al di sopra delle regole, oppure con regole tutte sue, gli dici una cosa e lui ne fa un’altra. Raiola ogni tanto mi chiede di dargli una mano per vedere se riesce a trovare un’altra squadra, ma io ho già i miei problemi. La squadra stessa in questo momento gli è distante. Non stiamo parlando di un ragazzino, Mario va per i trenta. Non vorrei arrivare alla rescissione, spero di non essere costretto a farlo".
Niente da fare con Balotelli... Per quanto riguarda la fine del campionato, invece, il presidente del Brescia parla in questi termini di quello che aspetta la sua squadra.
"Si deve giocare, e allora giochiamo. Ho detto ripartiamo pur sapendo che alla fine l’avrei preso in quel posto, io che ho i bilanci a posto, che non ho un debito con le banche, io che nel Brescia ho messo 45 milioni, se consideriamo il centro sportivo realizzato a mie spese. Adesso non ho alcuna intenzione di arrendermi, sono indietro di nove punti quando mancano dodici partite e la squadra sta bene. Spero solo di essere trattato meglio dagli arbitri, mi piacerebbe finire le partite in undici. Se retrocedo mi assumo le mie responsabilità, ci ho messo del mio"
