
Il ruolo di esterno destro ha assunto, col passare degli anni, un'importanza smisurata per l'Inter, a caccia di un degno erede dell'eroe del 'Triplete' Maicon: da quando il brasiliano non veste più la maglia nerazzurra - e cioè dal 2012 - in quella zona di campo si sono susseguiti tanti interpreti con alterne fortune, più negative che positive, mai comunque all'altezza del 'Colosso' (tranne per il solo Hakimi) che attorno a sé ha fatto terra bruciata grazie ad una corsa devastante e ad una notevole propensione per il goal, dote per nulla banale soprattutto per chi di mestiere non fa l'attaccante. Chiaro che, dopo l'addio di un campione così, le aspettative dei tifosi fossero altissime e, purtroppo per loro, mai puntualmente soddisfatte.
Tra coloro che hanno provato quantomeno ad accostarsi a Maicon nel tentativo di non farlo rimpiangere troppo, figura anche un portoghese laureatosi campione d'Europa nel 2016: un bel biglietto da visita per Cedric Soares, che quella competizione la disputò con i gradi del titolare su quella famigerata corsia destra. In realtà il suo sbarco a Milano avverrà soltanto due anni e mezzo dopo, durante la sessione invernale del calciomercato nel gennaio 2019: un'occasione sfruttata negli ultimi giorni utili da Marotta e Ausilio, un'operazione chiusa in prestito oneroso a un milione con diritto di riscatto fissato a 11. Cifra, quest'ultima, che però il Southampton non riceverà mai.
Ma torniamo alla parentesi italiana di Cedric e alla situazione incerta vissuta dall'Inter in quel periodo: a destra c'è anche Sime Vrsaljko, bersagliato dai problemi fisici che fanno scattare l'allarme in casa nerazzurra. Quando è chiamato in causa, il croato gioca bene e convince, ma il tempo passato a recuperare dagli infortuni è nettamente maggiore rispetto a quello trascorso sul rettangolo verde con i compagni di squadra. La certezza è rappresentata da Danilo D'Ambrosio, l'unico a garantire a Spalletti una rassicurante continuità di prestazioni: il calcio moderno ci insegna che la profondità della rosa è importante, ragion per cui l'innesto di Cedric appare pressoché inevitabile per regalare un'opzione in più all'allora tecnico.
L'acquisto del classe 1991 richiama così alla memoria quello di Joao Cancelo, altro lusitano passato dalle parti di Appiano Gentile nella stagione 2017/2018 con risultati soddisfacenti, tanto da gettare nello sconforto i tifosi al momento del suo passaggio alla Juventus dopo il mancato riscatto da parte dell'Inter, causato dall'insufficienza di fondi da destinare alle casse del Valencia. Le premesse non sono così cattive, avvalorate anche dalla scelta del commissario tecnico portoghese Fernando Santos di preferire proprio Cedric a Joao Cancelo al momento delle convocazioni valide per il Mondiale russo. Come sempre accade, la conferenza stampa di presentazione contribuisce ad accrescere l'ottimismo dilagante e soprattutto la speranza di aver finalmente trovato un degno padrone della fascia destra.
"Penso che Joao Cancelo sia un buon giocatore, lo sono anch'io. Per quanto riguarda le caratteristiche siamo totalmente diversi: lui può giocare anche in mezzo al campo, io tendo maggiormente a spingere sulla fascia. Cosa dovrò fare per guadagnarmi la riconferma? Non ci penserò molto. Dovrò dimostrare ciò che sono in grado di fare e chi sono veramente. Credo in me stesso e negli obiettivi che devo raggiungere, dovrò dare il massimo. Di solito gioco sempre a destra, ma a volte ho cambiato lato. Sono a disposizione del mister, potrei anche giocare in porta purché si vincano le partite".
Peccato, per Cedric, che in porta all'Inter ci sia già Samir Handanovic, poiché il minutaggio concessogli da Spalletti non rispecchia le previsioni iniziali: D'Ambrosio è un 'avversario' difficile da superare e la fascia destra diventa praticamente di sua proprietà, lasciando al portoghese soltanto qualche briciola. L'esordio avviene il 31 gennaio 2019 durante i tempi supplementari del quarto di finale di Coppa Italia, vinto dalla Lazio ai calci di rigore: Cedric realizza il suo tentativo ma ciò non basta per la qualificazione, complici gli errori di Lautaro e Nainggolan che condannano la squadra meneghina all'eliminazione.
GettyTre giorni più tardi arriva il momento del debutto in campionato e, anche stavolta, a prevalere è lo sconforto per una clamorosa sconfitta interna contro il Bologna di Mihajlovic: Cedric resta in campo per 79 minuti senza cambiare le sorti dell'incontro, deciso da un colpo di testa di Santander nell'incredulità generale di San Siro. Per l'ex Southampton è l'anticamera del relegamento in panchina: a Parma entra soltanto nel finale, prima di tre esclusioni consecutive in campionato che danno un'idea chiara di quello che sarà l'andazzo della sua esperienza a Milano. La musica è diversa in Europa League, dove Cedric disputa da titolare tre incontri su quattro: il cammino continentale si interrompe però agli ottavi per mano dell'Eintracht Francoforte, al culmine di una prestazione abulica nel ritorno giocato in casa.
Una piccola luce si intravede il 10 marzo, quando Spalletti lo inserisce nell'undici titolare anti-SPAL: la prova di Cedric è positiva, suo l'assist (in realtà un tiro) per il 2-0 definitivo siglato da Gagliardini, successivo al vantaggio di Politano in una gara rognosa e sbloccata soltanto nella ripresa. Qualcuno esulta e invoca maggiore spazio per il terzino, ma Spalletti non è dello stesso avviso: nella sua idea di squadra Cedric è la riserva di D'Ambrosio, tanto che per rivederlo nuovamente in campo dovranno passare addirittura due mesi. Il 13 maggio si gioca Inter-Chievo, match fondamentale per i nerazzurri in ottica qualificazione in Champions League: il terzino di Caivano è squalificato e stavolta l'allenatore di Certaldo è praticamente costretto a chiamare in causa Cedric, che altrimenti sarebbe rimasto fuori come nelle precedenti otto occasioni.
Sulla carta si tratta di un impegno semplice contro una formazione già ampiamente retrocessa da tempo, ma i presupposti di goleada non si concretizzano: Politano sblocca il risultato sul finire del primo tempo, rompendo la stoica resistenza dei clivensi che non ci tengono a fare da sparring partner. Come prevedibile, nel secondo tempo l'Inter aumenta il ritmo dell'assedio alla porta di Semper che però sembra stregata: l'estremo difensore dei veneti compie alcune belle parate che tengono ancora in vita la sua squadra, Perisic stampa il palo rimandando l'appuntamento col goal della sicurezza. Che arriva soltanto al minuto 86: Candreva premia l'inserimento di Cedric che esplode un destro terrificante colpendo anch'egli il palo, assist involontario per il solito Perisic che stavolta non fallisce l'opportunità del raddoppio.
Questa resta l'ultima apparizione di Cedric con la maglia dell'Inter, che alla fine riesce a strappare l'accesso in Champions League dopo un'ultima giornata thrilling contro l'Empoli. Marotta e Ausilio decidono di non versare gli undici milioni del riscatto e il ritorno al Southampton è obbligato, seppur di breve durata: nel gennaio 2020 avviene infatti il trasferimento, un po' a sorpresa, all'Arsenal, con cui il lusitano conquista una FA Cup e un Community Shield. Della parentesi italiana non rimane praticamente nulla, e il suo ricordo sarà sempre associato alla splendida Filipa Brandão, entrata di diritto tra le wags più in vista della Serie A. Non proprio quello che Cedric e la tifoseria interista si aspettavano.


