GOALAgli occhi sognanti del tifoso sembra qualcosa di impossibile, eretico, sacrilego. La verità vede però tanti (non tantissimi, qua forse si andrebbe nel campo dell'esagerazione) giocatori da una parte all'altra di una determinata città, simboli per anni prima di essere depennati dalla lista dei desideri dei fans più sfegatati. Idoli indiscussi che passano sulla sponda opposta tra gloria e facce dubbiose. Campioni genio e sregolatezza, capaci di far parlare di sè un giorno sì e l'altro pure, durante la propria carriera, una volta appesi gli scarpini, per il campo, l'esterno di esso, le parole, i momenti, le discussioni. A Milano c'è chi è passato tra Inter e Milan e viceversa con grande facilità, senza passare dal via, senza intermezzi necessari a far abituare il cervello della curva. Tra questi, Antonio Cassano.
Pensi a Cassano e pensi a Bari, alla Città Vecchia, al goal contro l'Inter, al suo accento, se hai quel passo in più, anche al vecchio compagno Enyinnaya. La verità è che il classe 1982 pugliese può essere accostato a diverse squadre, ma nessuno lo ha mai rappresentato appieno e in maniera istantanea. Ha portato il Parma in Europa, ha fatto la storia con la Sampdoria, ha vissuto l'epoca pellicciosa del Real Madrid, sfiorato il Verona e far ben sperare alla Roma. Ma nella sua carriera ci sono anche Inter e Milan, quasi dimenticate, quasi messe da parte.
Del resto a Genova era dei Re, insieme a vassalli sulle fasce e cavalieri (Pazzini) dei goal. A Parma fu l'eroe prima della caduta del regno, a Roma tra corse in macchina, goal alla Juventus e bandierine spaccate faceva a gara con Totti per i titoli più fantasiosi, le dimensioni della foto in prima pagina, la gloria eterna. A Milano, invece, tra campioni e fuoriclasse, era uno dei tanti, a volte Fantantonio, a volte no.
Nell'ottobre 2010, dopo essere stato eliminato ai preliminari di Champions con la maglia della Sampdoria ed essere approdato in Europa League, in seguito ad anni di gloria come figliol quasi perfetto di patron Garrone, Cassano viene messo fuori rosa per "comportamento gravemente offensivo e irrispettoso" nei confronti del patron. Apriti cielo, caos, parti schierate: la società opta per la sospensione dagli allenamenti e dello stipendio dal 29 ottobre 2010 al 31 gennaio 2011 e una decurtazione dell'ingaggio pari al 50% a partire dal 1º febbraio 2011 fino al 30 giugno 2013, data della scadenza del contratto. Gli estremi dell'addio.
Il ciclo con la Sampdoria finisce e così, con il permesso della società ligure, nel gennaio 2011 Cassano vola a Dubai per partecipare al ritiro invernale del Milan, la sua futura squadra con cui sta trovando un accordo. Il 3 del mese viene depositato il contratto e l'attaccante pugliese approda al Milan, in lotta per lo Scudetto, sempre in prima fila per la Champions. L'ex Real non può però giocare in Europa con la casacca dei Diavoli, visto e considerando i preliminari, per nulla soddisfacenti, disputati con i blucerchiati. La legge è legge, il regolamento vieta un proseguo di annata con un'altra squadra. Dovrà accontentarsi della sola Serie A.
Si presenta alla grande Cassano, dal caldo di Dubai al tepore di Cagliari. Strasser segna il goal partita in terra sarda, lui fornisce l'assist decisivo. I titoli si sprecano, le coincidenze e gli annunci roboanti anche. Lui sorride, sa di aver chiuso un capitolo enorme della sua carriera, forse il più importante (chissà), ma ha voltato pagina ed è certo, ferreo, petto in fuori, del suo momento:
"Il Milan penso e sono sicuro sarà l'ultima tappa della mia carriera perché è il top, è la squadra più titolata al mondo. Sto diventando padre e sono certo al 100% che non sbaglierò più. La Sampdoria? Ho ringraziato i tifosi blucerchiati, ma per il resto… Magari tra una decina d’anni ci farò un libro".
Giocare con questi giocatori è facile, sono dei fenomeni. Ma la prima cosa che ci tengo a dire è che devo ringraziare il presidente Berlusconi, che ha dato l’ok, il dottor Galliani che in un momento di grande difficoltà ha puntato su di me e mi è stato vicino e ripeto lo ha fatto nel momento di difficoltà. Il Milan mi ha tirato fuori dai guai, io spero con tutto il cuore di fare tutto il possibile per far felice il dottore, il presidente e tutta la gente che domenica, in pochi minuti, mi ha acclamato. Dal magazziniere al presidente qui c’è umiltà e disponibilità da dieci e lode. Prima durante l’allenamento mi incitava anche Ariedo Braida. Io voglio ringraziare il Milan al completo.
Più del Milan non c’è nulla, il Milan è il massimo per me. Sopra il Milan c’è solo il cielo. Si, è l’ultima occasione, non tradirò la gente. Adesso divento padre, è una responsabilità molto grande, ho tutto per non sbagliare, sono certo che non sbaglierò perché non tradisco chi ha creduto me. Il Milan mi può dare tanto, in tutto e per tutto, a livello tattico tutto. Io al Milan posso dare disponibilità e qualità per poter vincere, perché credo che il Milan sia più forte di tutti gli altri. Prima punta, seconda punta, do la mia completa disponibilità. Sono una seconda punta, ma la disponibilità è massima per avere un unico risultato, vincere".
Parole scolpite nella pietra, portate via dal vento. Cassano si fa prendere dall'entusiasmo del momento, senza pensare al dopo, soffermandosi sul presente e non sul futuro, come quasi sempre è avvenuto durante la sua carriera. Con risvolti positivi a volte e negativi in altre occasioni. I primi sei mesi al Milan porteranno a 17 gare, 4 goal, svariati assist e il successo della Supercoppa Italiana nel Derby contro la sua Inter, la squadra per cui tifa. Il contratto che ha firmato lo lega al Diavolo per un triennio. Ma il Diavolo è in agguato, o semplicemente il caso.
GettyNuovamente ad ottobre, mese cardine della sua seconda parte di carriera, Cassano accusa un problema sul volo che riporta il team rossonero a Milano dopo una trasferta di campionato a Roma (successo dei meneghini sui giallorossi per 3-2). Grande preoccupazione generale e ricovero per il giocatore di Max Allegri, ricoverato al Policlinico di Milano. Gli viene diagnosticata una sofferenza cerebrale su base ischemica causata dalla presenza di un difetto interatriale:
"Mio figlio era nato da sei mesi, il momento più brutto proprio nel momento più bello. Berlusconi e Galliani furono fantastici, mi misero nelle mani di una squadra medica pazzesca. Me l'ero fatta addosso sul serio. In seguito ho saputo che il mio problema era abbastanza comune. Forame ovale pervio, il buco nel cuore, praticamente un’apertura che mette in comunicazione l’atrio sinistro con quello destro. E' un problema piuttosto comune che tocca circa il 30 % della popolazione, per un calciatore però è diverso".
Operazione, recupero, stop dopo qualche presenza, in un periodo non proprio esaltante in campo. Torna in campo ad aprile, ottenuta l'idoneità medico sportiva cinque mesi dopo. Si allena, corre, affamato di vita e pallone, di divertimento consapevole però, di chi ha avuto veramente paura, quella vera e non sportiva. Il 7 aprile subentra durante la sfida contro la Fiorentina, in un match perso in quel di San Siro, con grande sorpresa generale. Nello stesso mese arriverà anche il ritorno al goal contro il Siena, per un'annata con 19 gare e 4 goal in tutte le competizioni.
Sommandosi, così, le presenze in circa un anno e mezzo, ma con cinque mesi di stop, diventano 40, i goal 8, gli assist 17. La media è ottima relativamente ai passaggi decisivi per Ibrahimovic e il resto dei compagni, ma gli stop forzati e l'arrivo improvviso sulla scena milanista non lo portano ad essere icona del Milan, sempre al limite. Vince però lo Scudetto, basta e avanza per diventare mito.
Getty ImagesÈ spesso una vita di coincidenze ed occasioni sfruttare quella di Cassano. Ma è anche qualcosa di realmente improvviso e opportunità gettate al vento. Un mix non letale, particolare. Mentre lui gioca nella Milano rossonera, in quella nerazzurra milita il fratello sampdoriano Pazzini. Alle due società serve l'opposto, tecnica e goal invertiti. Nasce l'idea di uno scambio. Detto, fatto:
"A.C. Milan comunica di aver acquisito a titolo definitivo da F.C. Internazionale Giampaolo Pazzini e contestualmente di aver ceduto a titolo definitivo a F.C. Internazionale Antonio Cassano".
Perchè Cassano lascia il Milan? Fantantonio vuole continuare a lungo in rossonero, ma la dirigenza non è d'accordo. Si parla di rinnovo solamente in futuro, non dopo così poco tempo:
"Ho sempre parlato bene del Milan, di come mi sono trovato e dello Scudetto che abbiamo vinto. Là ho avuto problemi solo con Galliani, perché volevo il rinnovo di contratto. Il club trattava il prolungamento solamente di chi aveva un solo anno di contratto, mentre io ne avevo due. Io invece volevo rinnovare, poi l’Inter mi cercava e quindi ho sfondato lo strappo che si era creato dopo i problemi con Galliani. Però al Milan non ho mai avuto problemi con l’ambiente. È stata un'esperienza clamorosa e se io non avessi avuto il problema al cuore sono sicuro che avremmo vinto anche il secondo titolo".
E così, l'Inter. La squadra del cuore, un ciclo che si chiude dopo quel dribbling, quell'esordio, quel goal, proprio contro i nerazzurri. Un decennio di attesa, di speranze, di sogni:
"Grazie Inter. Sto molto bene, la cosa importante per me era che sia il presidente, sia Branca, che Ausilio. e l'allenatore fossero d'accordo per il mio acquisto. In particolare, voglio ringraziare sia Marco che Piero. Sono stato chiaro con loro, per me è importante che mi hanno preso e che hanno fiducia dell'uomo Antonio"
Non le manda a dire come sempre Cassano, ripetendosi dopo un biennio:
"Non ho sbagliato io ma qualcuno al Milan che sta sopra i giocatori e sopra l'allenatore mi ha preso in giro, promettendo senza fare i fatti. Qualcuno ha fatto il furbo e a me non è piaciuto. Prometteva, faceva tanto fumo e poco arrosto... Faceva il furbo e sono dovuto andare via. Possiamo vincere. Io meglio di Pazzini. L'Inter può giocarsela alla grande con tutti, non siamo secondi a nessuno. Abbiamo grandi giocatori, entusiasmo, voglia: sta a noi, voglio vincere con questa maglia. Per un tifoso interista come me, sarebbe il massimo. Dissi che dopo il Milan c'è il cielo? Dopo il cielo c'è l'Inter. Chi vuoi che ci guadagni nello scambio con il Milan? Ci guadagna l'Inter, certo che è così".
La grande speranza dell'Inter, tra i mugugni dei tifosi, durerà solamente una stagione. Cassano ci prova in tutti i modi ad essere protagonista, ma la squadra attorno a lui è mediocre, con poche idee, acquisti non ancora in grado di sostituire i partenti gloriosi e vecchi idoli del Tripleta oramai sazi, verso la luce dell'eternità, relativa al 2010. Da lì in poi il nulla, da Milito a Cambiasso.
Cassano si trova in mezzo a chi ha fatto la storia, segnando sette goal in campionato, ma deludendo in Europa League, in un campionato che definire pessimo sarebbe scavare nell'eufemismo. Nono posto finale, posto non assicurato ed Europei del 2014 sempre più vicini, che lo vedono in forse per una maglia con la Nazionale azzurra. Valuta Antonio, valuta il ct Donadoni. Lui, El Pibe di Bari, sceglie per lasciare il suo grande amore da tifoso, mettendolo da parte, concentrandosi sulla carriera, sul tornare ad essere luce unica, folgorante.
Così, nell'estate del 2013, si consuma anche l'addio all'Inter, per approdare al Parma. Storie sfuggenti, a strisce, fini, ma comunque pregne. Certo, lontane dal mito.




