“Oggi un altro talento del calcio italiano è stato sottratto al nostro mondo”: dalle parti del centro sportivo Sant’Agata di Reggio Calabria si sparge una voce velocissima, alla fine del febbraio del 2008. Degli elicotteri del Chelsea sarebbero atterrati all’interno dell’impianto di gioco, prelevando uno dei calciatori della Reggina: il tutto senza consenso del club e nella maniera più scenica possibile. Forse troppo, per rendere reale questa storia.
In verità, come verrà chiarito parecchi anni più tardi, le vicende che riguardano il passato di Vincenzo “Enzo” Camilleri sono un po’ diverse rispetto a quanto raccontato dall’ex presidente del club amaranto, Lillo Foti. Un fondo di verità, comunque, esiste, c’è: il difensore si trasferisce davvero in circostanze “strane” ai Blues. Su questo non si può dir moltissimo: ci sono documenti, testimonianze. Ci sono processi.
Camilleri è un siciliano che cresce calcisticamente in Calabria, diventando grande nell’età in cui, di solito, si finisce per essere etichettato per “predestinato”, anche senza la propria volontà. È quello che tutti hanno pensato di lui quando lo vedono sbucare dalla panchina dell’Oreste Granillo in un mercoledì di dicembre, del 2007: andata degli Ottavi di finale di Coppa Italia, Reggina-Inter.Renzo Ulivieri lo fa entrare al posto di Pablo Alvarez: Camilleri ha 15 anni e si trova ad affrontare un attacco che vanta Hernan Crespo e un giovane Mario Balotelli.
Nel suo esordio precoce, comunque, non c’è casualità: i nerazzurri di Roberto Mancini vinceranno 1-4, sì, ma l’attenzione si sposta su uno dei talenti più puri del settore giovanile amaranto, che nel frattempo inizia a figurare nelle selezioni di categoria della Nazionale italiana. È uno dei “Next Big Things” del calcio d’Italia, e qualcuno se ne accorge.
“Fui chiamato dall’osservatore del Chelsea Carlo Jacomuzzi: mi disse che avevano individuato in me il difensore centrale del futuro”, ha raccontato a Gianlucadimarzio.com.
In quel periodo i Blues iniziano a raccogliere i frutti degli investimenti di Ambramovich, ma al tempo stesso provano a dar solidità a un progetto tecnico che coinvolge l’Academy: la Reggina, invece, dopo anni sorprendenti in massima serie inizia a vivere le fisiologiche difficoltà legate a un calo sportivo inevitabile. Capita a tutti: Reggio Calabria e il Sant’Agata rimangono, comunque, centri importantissimi per crescere, pur con le sirene del Chelsea.
“Per raggiungere lo scopo, i signori Frank Arnesen e Carlo Jacomuzzi, utilizzando gli elicotteri di Abramovich, sono sbarcati all'interno del Centro Sportivo Sant'Agata e lo hanno saccheggiato, mettendo in mostra potenza e denaro, contro il quotidiano lavoro e sacrificio della Reggina”.
Quando Camilleri e la sua famiglia viaggiano in direzione Londra, si lasciano alle spalle il caos che di lì a poco si sarebbe generato in Italia, credendo di poter accedere alla dimensione destinata ai sognatori: alla Premier League e alla consacrazione definitiva. Se ti vuole il Chelsea, a 16 anni, il resto conta poco: la lucidità, inevitabilmente, viene meno.
Si perdono persino i contorni del progetto reale, quotidiano, che la vita ti mette davanti: Camilleri è un ottimo difensore, davvero uno dei migliori della sua età. L’Inghilterra, però, è un Paese complesso: un tritacarne che tra clima, cibo e usanze rischia di portarti via quelle poche certezze che, in adolescenza, di solito ti servono per mettere le basi per il futuro. Ma c’è di più: Camilleri e la sua famiglia hanno sottovalutato il carattere di Foti, forse.
Il patron della Reggina denuncia tutto alla FIGC, alla UEFA e alla giustizia ordinaria: Camilleri diventa un vero e proprio “caso”, spartiacque, in un certo senso, verso la regolamentazione delle trattative con i giovani calciatori italiani. In ogni caso, e in estrema sintesi: Foti, convinto di essere stato saccheggiato, si rivolge all’allora presidente Michel Platini che non solo gli dà ragione, ma porta avanti quanto necessario per segnare irrimediabilmente la carriera del classe 1992. Il caso, insomma, diventa "internazionale", tanto da portar "Le Roi" a esporsi sul tema riforma dei settori giovanili.
"I giovani giocatori dovrebbero rimanere nel club da cui provengono con le loro famiglie, rimandando il loro trasferimento in un altro club o in un altro Paese fino all'età di 20 o 22 anni. Chiunque faccia quel salto all'età di 14 anni rischia di tornare a pezzi, distrutto, a 16 anni, solo perché non ci è riuscito", spiegò alla Gazzetta dello Sport.
GettyA luglio viene deferito, a ottobre viene squalificato per due mesi: le selezioni giovanili della Nazionale non possono convocarlo, lui fatica ad ambientarsi. La vita di Camilleri, insomma, è drasticamente cambiata, in meno di un anno: dall’esordio contro l’Inter di Mancini alle difficoltà al Chelsea. Quel Chelsea: il sogno che, però, si trasforma facilmente in incubo.
"E’ stata la scelta più sbagliata della mia carriera".
Camilleri non si ambienta. Paul Clement, allenatore delle giovanili dei Blues, proprio non riesce ad aiutarlo: gli altri vanno al triplo, lui soffre un po' la componente ambientale. Il Chelsea, comunque, ci crede: lui un po' meno e chiede di lasciare l'Inghilterra.
"Loro non volevano mandarmi via e io gli dissi che se non mi avessero accontentato sarei comunque tornato in Italia e avrei smesso di giocare a calcio", ha spiegato a Gianlucadimarzio.com.
Nonostante tutto, nonostante le polemiche, nonostante le pagine dei giornali piene zeppe di articoli relativi a quello che era ormai diventato un "caso" nazionale, in Italia c'era la fila: poteva andare ovunque. Sceglie la Reggina: forse per chiudere il cerchio, forse per lasciarsi alle spalle quanto accaduto mesi prima. Forse per esordire in Serie A, nell'aprile del 2009, contro l'Atalanta a Bergamo, in una delle stagioni più complesse della storia amaranto. La Reggina retrocede, su di lui piombano le Big, Juventus in primis.
E' una Madama parecchio diversa a quella che siamo abituati a conoscere, quella che si presenta alla porta di Foti per chiedere di Camilleri: il patron lo conferma per la stagione in Serie B, vissuta con la Primavera, poi però gli chiede lumi sul futuro. Il difensore ha appena 18 anni. Un secondo treno quand'è che ripassa?
A Torino Camilleri gioca, pur in prestito: lo fa con le giovanili, ma anche con la prima squadra, che vivrà l’ultima stagione prima del ritorno al successo. Delneri ci crede: lo fanno tutti, ormai lo avrete compreso. Gioca due gare in Europa League, contro il Lech Poznan e il Manchester City, poi si fa male nelle finali Scudetto Primavera: la Juve non lo riscatta.
Oggi Camilleri gioca al Messina, in Serie C: negli anni ha giocato anche in Serie B, ma sostanzialmente si è trovato a girare l’Italia, senza mai ritornare ai livelli che hanno fatto di lui uno dei migliori talenti del calcio italiano, a tal punto da convincere il Chelsea a trattare con i suoi genitori, senza il permesso della Reggina. Questa, l’unica realtà dei fatti. Nessun elicottero, insomma. “È un racconto assolutamente non vero, piuttosto si dovrebbe parlare di un viaggio in aereo a Londra e del passaggio al Chelsea. Si fece una grande confusione all’epoca”, ha raccontato anni dopo ai canali ufficiali del club amaranto. Ma il mezzo non conta, a volte: importa la destinazione e le deviazioni lungo il percorso. E qualcosa da raccontare: lui, l'avrà sempre.
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