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Ivan Klasnic 10272012Getty Images

Il calvario di Ivan Klasnic: dal titolo col Werder Brema ai tre trapianti di rene

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Ivan Klasnic sa cosa voglia dire ripartire da zero. Attraversare momenti critici. Affidarsi ai propri genitori per sopravvivere. La sua storia è una di quelle che più di tutte hanno colpito e commosso il panorama calcistico internazionale. Nel 2007, è diventato il primo calciatore professionista a tornare in campo dopo aver subito un doppio trapianto. Un anno dopo, è diventato il primo a giocare un torneo internazionale ufficiale dopo aver subito un trapianto, prendendo parte a Euro 2008 con la Croazia. La sua Croazia. La Croazia dei suoi genitori, quella per cui ha rifiutato anche la Germania, il paese che lo ha cresciuto e lo ha portato alla ribalta internazionale.

La vita e la carriera di Klasnic iniziano ad Amburgo. Nato nel 1980 da genitori croati, muove i primi passi da calciatore nel St. Pauli. Nel 2001 lo porta in Bundesliga a suon di goal. Strega il WerderBrema, una delle squadre in rampa di lancio della Bundesliga, alla ricerca di un attaccante in grado di raccogliere l’eredità di Claudio Pizarro, ai saluti con destinazione Bayern Monaco. Si vestono di grünweiss lui e Roberto Silva, peruviano come ‘Piza’, ma decisamente meno dotato e rispedito in Sud America dopo un centinaio di minuti.

Neanche Klasnic, per la verità, convince. Nei primi due anni segna solo tre goal. Si fa superare nelle gerarchie dal grande vecchio Marco Bode, ormai prossimo al ritiro, e da Angelos Charisteas, l’eroe della Grecia campione d’Europa del 2004 con Otto Rehhagel, un altro che a Brema è diventato leggenda nei suoi anni da allenatore. Il suo erede ThomasSchaaf - diventerà il secondo allenatore più vincente del club, solo dietro al sopracitato - cerca un partner per Ailton, per completare il suo 4-3-1-2. Il brasiliano, la cui ‘pancetta’ è diventata un culto, ma che col pallone faceva quello che voleva, era già un idolo e la coppia con Pizarro faceva sognare. Il Werder comunque insiste con Ivan Klasnic. Nonostante gli infortuni al ginocchio. Nonostante i flop. E vien ripagato.

Nella stagione 2003/04 cambia tutto: il croato diventa un attaccante totale ed è perfetto per fare da riferimento in avanti insieme ad Ailton, con l’ex Parma Micoud alle loro spalle a giostrare e divertirsi. Klasnic arriva a segnare 19 goal in stagione: in campionato fa doppia doppia con 13 goal e 11 assist, mentre Ailton scollina oltre quota 30. Il Werder trionfa in Bundesliga. Vince il Meisterschale all’Olympiastadion nello scontro diretto contro il Bayern Monaco. Il primo goal nell’1-3 finale lo segna proprio il numero 17, sfruttando un’incertezza di Oliver Kahn.

Ivan Klasnic Bremen 2004Getty

Il 2004 è il suo anno. Klasnic si consacra. RudiVöller aveva provato a portarlo nella nazionale tedesca, ma lui sceglie la Croazia. Per i suoi genitori. A febbraio fa il suo esordio in nazionale, peraltro proprio contro la Germania. Il destino. A giugno viene anche convocato per Euro 2004. È sulla cresta dell’onda. Rinnova con il Werder Brema nonostante le attenzioni di club in giro per l’Europa (si dice ci fosse anche la Juventus). Non fa lo stesso errore di Ailton, che nel 2004 se ne va e di fatto termina la sua carriera. Lui rimane, fa da spalla a Miroslav Klose. Rimane un riferimento, una spalla perfetta per il lavoro sporco che garantisce.

Nel 2006, dopo aver preso parte al Mondiale, il mondo gli crolla addosso. Un’iniziale operazione di appendicite a fine 2005 aveva acceso una spia. A novembre, la diagnosi che gli cambia la vita: disfunzione renale.Necessita di un trapianto di rene per poter continuare a vivere. Dopo aver sofferto di un’insufficienza, arriva l’operazione. Il rene glielo dona la madre. Ma il calvario non è finito, è appena cominciato. Una settimana dopo, si diffonde la notizia del rigetto. Necessaria una nuova operazione, un nuovo trapianto, un nuovo rene. A marzo 2007 gli viene trapiantato un rene donatogli dal padre.

Sembra la fine della sua carriera. Invece, dopo mesi di stop, i dottori gli danno la notizia che lo riporta alla normalità: potrà continuare a giocare a calcio. Ad agosto riceve un primo stop, perché il suo corpo non riesce ancora a reggere lo sforzo fisico. Poi a settembre gli viene dato l’ok definitivo per tornare ad allenarsi. Inizia a giocare con la seconda squadra, poi arriva il reintegro. Il ritorno in campo è quanto più romantico. Klasnic torna il 30 ottobre, contro il St. Pauli al Weserstadion. Il suo St. Pauli. Diventa il primo giocatore a tornare in campo dopo aver subito due trapianti. Il pubblico lo accoglie, inneggia a lui, lo applaude. Il 24 novembre torna titolare con l’Energie Cottbus, giocando 65 minuti. Il 15 dicembre contro il Leverkusen segna una doppietta. Il suo ritorno. Con il Werder Brema, però, non sarebbe più stata la stessa cosa.

ivan klasnicscreenshot

La rottura con il club arriva nell’aprile 2008. Ivan Klasnic denuncia i medici del Werder, Goetz Dimanski e Manu Guha, per aver sottovalutato la gravità del problema. Il calciatore e i suoi legali sostengono che già nel 2002 avrebbero dovuto rintracciare il problema. E invece era stato sottovalutato. Un referto medico parlava di interventi sul corpo di Klasnic che avevano peggiorato la situazione fisica e gli antidolorifici avevano contribuito al deterioramento del rene. Klasnic affermò di voler lasciare il club perché non voleva aver più a che fare con i medici, che non erano riusciti a capire che il problema renale fosse grave.

Il braccio di ferro legale durerà fino al dicembre 2020, quando gli sarà riconosciuto un risarcimento di 4 milioni di euro ai danni del club. Una prima sentenza gli aveva permesso di intascare 100mila euro. Non abbastanza.

“Nessuna somma al mondo potrà compensare il grave danno alla propria salute che ha subito Ivan - afferma il suo avvocato - ma quantomeno ora i dottori sono stati pronti e in grado di esprimere il loro dispiacere riguardo l’incidente”.

Lascia il Werder Brema nel maggio 2008. Un mese dopo gioca l’Europeo con la Croazia, segna anche due goal. Diventa il primo calciatore a giocare un major tournament dopo aver subito un trapianto. La sua carriera continua al Nantes prima e poi al Bolton. In Ligue 1 non lascia il segno, mentre in Premier League vive un’esperienza memorabile, specialmente per l’affetto dei tifosi, ai quali rimarrà sempre nel cuore. Nonostante lasci il club nel momento più delicato, con la retrocessione del 2012. Decide di tornare in Bundesliga con il Mainz. Segna solo un goal in 3 presenze, confinato ormai a un ruolo da comprimario. La sua ultima maglia da professionista.

Di Klasnic si torna a parlare del 2016. Purtroppo, non per motivi calcistici. Il Bolton, il suo ex club, pubblica un comunicato in cui Klasnic veniva descritto come “in uno stato di salute critico dopo un altro rigetto”. Doveva andare in ospedale tre volte a settimana per la dialisi. Nel 2017 subisce un terzo trapianto di rene. Lui non si arrende. Anzi, parla di ritorno, piuttosto che di ritiro.

Ivan Klasnic dialysisNDR

"Non ho ancora giocato la mia partita di addio. Ne ho parlato anche con Baumann (attuale DS del Werder Brema, ex mediano e suo ex compagno, ndr), mi piacerebbe fosse al Weserstadion ma non c’è niente di deciso. Ho subito un trapianto, che è come cambiare un motore: se dopo il primo sono riuscito a tornare, perché non dovrebbe funzionare di nuovo? Se dopo l’ultimo trapianto ho avuto delle offerte, magari c’è un’altra opzione per me. E quindi avrò tempo per rimettermi in forma”.

In campo Klasnic non ci tornerà mai. Anche se rimane nei cuori dei tifosi. Quelli del del Bolton, ad esempio, lo omaggiano applaudendo ogni volta che scatta il minuto 17, ovvero il numero di maglia che ha portato per tutta la sua carriera. Con il Werder Brema, invece, il rapporto è diverso. Il rapporto con i tifosi è lo stesso, forte. Con la squadra, forse, meno. Nella primavera 2020, quando il Werder rischia la retrocessione, critica aspramente i calciatori.

“I giocatori dovrebbero vergognarsi, a 40 anni io potrei fare di meglio. La vedo nera. Continuo a sentire scuse, Tutti devono chiedersi se stanno dando il 100% per il club”.

Alla fine il Werder si è salvato nel 2020, ma non nel 2021: retrocesso dopo 40 anni, prima dell'immediata risalita in Bundesliga. Un duro colpo per un club che si era abituato a sognare. Anche grazie a giocatori e uomini come Ivan Klasnic.

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