"Addio" allo scetticismo: non un "arrivederci", spera, Arthur Cabral. Un anno dopo è cambiato parecchio: la visione su di lui, il suo approccio alle partite del calcio italiano. La sua importanza nella Fiorentina di Vincenzo Italiano, anche.
Basta un dato per rendersene conto, senza dover fare appello all'ennesima rete siglata con la maglia viola: che pesa. Pesa perché quella dello "Zini" porta avanti la sua squadra (grazie anche al rigore di Nico Gonzalez) nel doppio confronto con la Cremonese, che vale l'accesso alla finale di Coppa Italia.
Dicevamo, il dato: prima del 2023, in questa stagione, Cabral aveva messo a segno 4 goal in tutte le competizioni: la prima a metà agosto contro il Twente, altre due a fine ottobre, in Serie A contro Inter e Spezia, e una a novembre contro l'RFS in Conference League.
Con il nuovo anno Cabral ha svoltato tutto, non solo il calendario: da gennaio alla sfida contro la Cremonese ha messo a segno 9 reti tra campionato e coppe, che lo rendono uno dei migliori marcatori in Italia.
Per intenderci: l'attaccante brasiliano ha segnato quanto Lautaro Martinez, ma con 2 gare in meno rispetto all'argentino (17 contro 19). A far meglio Victor Osimhen, parlando di calcio italiano, ha "gioito" più di lui, mettendo a referto 15 goal da inizio anno.
Con l'infortunio di Luka Jovic, tutto il peso della zona centrale dell'attacco della Fiorentina è ricaduto su di lui: un attaccante di cui si diceva un gran bene al suo arrivo dal Basilea e che dopo un anno ha trovato le conferme giuste da consegnare a Italiano e a tutti gli altri che, con il passare delle settimane, hanno messo da parte lo scetticismo. Cabral compreso.


