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Quando Buffon si infortunò contro il Milan: arrivò Abbiati come risarcimento

L'idea dei tifosi più accaniti è sempre e solo una. Che il loro estremismo, non debba essere solamente loro, ma debba espandersi ad ogni livello del calcio. Dagli altri fans della domenica, dai semplici spettatori casuali, fino a giocatori, presidenti e addetti ai lavori. La realtà delle cose è ben diversa e comunque si chiami, nasce dall'intento di collaborare per evitare battaglie totali, e magari legali, tra chi tiene la ricca barca a galla.

Se un tuo avversario, magari quello di cui si parla nei miti e nelle leggende, si infortuna prima del match decisivo, per qualcuno bisognerebbe esultare. Ma no, ci si rammarica perchè i più forti vogliono vincere con i più forti, così da non lasciare alcun appiglio agli avversari perdenti, decisi a discutere sul perchè e sul come di quella vittoria. Eh ma non c'era lui, eh, forse, ma, se fosse. E così via. La collaborazione nel calcio, anche tra rivali, c'è.

Ed è figlia del rispetto per l'operato dell'altra squadra, di ciò che rappresenta per il movimento. Chiedere alla Juventus e al Milan. Estate 2005, afosa, ma non in senso stretto caldissima come quella successiva, pregna di Calciopoli e po-po-po della Nazionale azzurra. Amichevoli di stagione, il grande rischio. E la grande consapevolezza di chi vede il proprio fuoriclasse dei pali, futuro secondo al Pallone d'Oro e primo del mondo, contorcersi a terra dolorante per un contatto involontario con Kakà.

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E' il Trofeo Berlusconi e Buffon si lussa la spalla in seguito all'uscita sui piedi di Kakà: capitombolo di entrambi, ma è il portiere della Juventus ad avere la peggio e riportare l'infortunio della spalla, lussata, con conseguente stop di due mesi. All'avvio del campionato, una notizia sportivamente tragica per i fans dei bianconeri, che piangeranno lacrime ben più amare ad un anno di distanza.

L'altro Berlusconi, Silvio, non vuole godere dell'infortunio di Buffon, visto come sia accaduto nel suo torneo, nel suo evento. Con gli occhi addosso, il portiere numero del mondo finisce k.o. C'è da rimediare alla brutta immagine e pulirla con fretta e attenzione. Dida è il portiere titolare, Christian Abbiati finisce alla Juventus come scuse del mondo rossonero per l'incidente.

Gianluigi Buffon Juventus 2005-06Getty

E' il 2005 e i social non esistono, ma davanti ad un'evento del genere si scatenerebbe il caos. A) Applausi da parte di tutti i tifosi. B) Applausi da parte dei tifosi della Juventus, ma non da quelli avversari, pronti ad evidenziare che dall'altra parte non ci sarebbe stata la stessa bontà C) Applausi da parte dei tifosi del Milan, ma non da quelli di Madama, decisi a cavarsela da soli. Tutte opzioni sicure nel mondo di Twitter, specialmente.

Ma quindici anni fa Juventus e Milan vincono in continuazione, sono le due grandi che lasciano sì spazio ad altre contendenti, ma rimangono comunque le top assolute. E Giraudo , uno dei tre della Triade, non può che ringraziare pubblicamente Berlusconi e un calcio che sembra essere più buono:

"Il prestito di Christian Abbiati da parte del Milan alla Juventus rappresenta senza dubbio un chiaro segnale del mondo del calcio, in un momento di grande tensione dettata dalle trasformazioni in atto verso un sistema più trasparente, economicamente in equilibrio e capace di autoregolamentarsi efficacemente. Questa operazione è la sintesi di quei valori di amicizia e lealtà sportiva che dovrebbero sempre contraddistinguere lo sport a ogni livello, pur in presenza di una forte e sana rivalità sul campo. Desidero pertanto ringraziare ufficialmente il presidente Silvio Berlusconi per un gesto che, da uomo di sport, considero di grande valore simbolico, oltre che di concreto aiuto nell'imminenza dell'avvio della stagione ufficiale".

Anche Morabito, agente di Abbiati, non può far altro che applaudire la situazione venutasi a creare:

"I tempi sono stati brevissimi. Bisogna ringraziare il Milan, che si è direttamente adoperato per fare in modo che l'affare andasse in porto. Questa soluzione è ottimale per la Juventus e può rilanciare alla grande il mio assistito fino al rientro in campo di Buffon, poi si vedrá perchè nel calcio tutto cambia da un giorno all'altro"

Quando i pianeti si allineano, deve veramente accadere più di un evento per far sì che questo accada. E infatti il Genoa promosso in A retrocede in C a causa della valigetta piena di soldi che aveva oscurato il mondo del pallone: ma non al livello del 2006. In quel Grifone avrebbe dovuto giocare lo stesso Abbiati, nuovamente al Milan in seguito allo scandalo. Poi fu Buffon e fu Kakà, fu Berlusconi. E Christian, si trasferisce sempre qualche km ad ovest, a Torino:

"Abbiati era felicissimo di andare al Genoa, aveva grande entusiasmo. Quello che è successo è stato purtroppo un epilogo amaro, molto prevedibile visto quanto accaduto tra i liguri e il Venezia. A questo punto si era creata una sorta di disperazione, invece all'improvviso l'infortunio di Buffon ha aperto a Christian le porte della Juventus. Per i prossimi mesi avrá l'opportunitá di mettersi in evidenza, dopo vedremo se resterá in bianconero".

Non ci resterà dopo quell'anno, perchè Abbiati vuole giocare dopo aver riassaporato la titolarità, ma l'amore per Torino lo spinge a rimanere, in granata. Da settembre a gennaio però gioca con grandi prestazioni in maglia Juventus, in quella stagione che verrà ricordata per sempre come positiva sì, ma anche negativa. Positiva sì, ma anche negativa. Il senso? Vittoria dello Scudetto in primavera, eliminato in estate con tanto di Serie B.

Abbiati è un figlio del Milan, ma ricorda quella stagione come assolutamente con il sorriso, senza asterischi e dubbi:

"Su quel campionato non ho dubbi. Se fosse da revocare o meno non sono io a doverlo dire, ma l'unica cosa che posso dire è che quello scudetto lo sento mio, perchè è stato vinto sul campo. Io ho vinto quattro scudetti".

E dire che lui, signor classe 1977 di Abbiategrasso, alla pari di Brocchi e Rino Gattuso ha un tatuaggio per ricordare la finale di Champions League vinta contro la Juventus. Bene in mostra durante la sua era, proprio in bianconero. Perchè ok la rivalità, ok gli sfottò, ma nessun vero e proprio semplice odio puro. Solo strumentale a fare audience e vendere giornali un tempo, a creare like e click oggi.

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