GOALFrasi motivazionali, film smielati, libri sognanti. Sembrano essere così lontani dalla realtà, ma spesso la traducono. La gavetta, il credere in sè stessi può veramente ripagare, anche dopo anni di attesa. Basti pensare a Bruno Fernandes, che a 29 anni, dopo un decennio di professionismo, vive finalmente la magia del grande calcio, dell'essere campione, top di gamma e chissà, per alcuni fuoriclasse.
È una storia in gran parte italiana quella di Bruno Fernandes, visto che dopo le giovanili in patria, vedi Portogallo (Nazionale con cui milita dal 2017, mettendo insieme già 36 presenze e 5 reti al fianco dell'idolo e amico Cristiano Ronaldo, ritrovato al Manchester United), si trasferì nel Settentrione della Penisola, per i primi cinque anni da professionista.
Classe 1994, Bruno Fernandes era stato scelto dal Novara, allora a buoni livell in Italia. Di fatti il club aveva sperimentato dopo decenni la massima serie nel 2011/2012 e l'annata successiva, nuovamente in B, arrivò ad un passo dal ritorno in Serie A. Con il lusitano in squadra, nella sua unica annata azzurra.
L'allora direttore sportivo del Novara, Cristiano Giaretta, presentò al pubblico piemontese Bruno Fernandes così:
"E’ un ragazzo di prospettiva che abbiamo seguito nella Nazionale Under 17 del Portogallo e poi con la sua squadra di club . Si tratta di un trequartista dal buon fisico e di buone qualità. Un giocatore per il futuro, insomma che per adesso pensiamo di utilizzare nella formazione Primavera con la speranza di portarlo in prima squadra".
Il ragazzo di prospettiva risultò però essere troppo forte per lasciarlo in Primavera, tanto da aggregarlo subito alla squadra allenata da Tesser. Bruno Fernades ripagò la fiducia con quattro goal, fermandosi ad un passo dalla Serie A, fermato nella semifinale dei playoff dall'Empoli.
La classe di Bruno Fernandes era trasbordante per la Serie B, tanto che le offerte da parte della Serie A arrivarono un giorno sì e un giorno pure nell'estate 2003. Ebbe la meglio l'Udinese, un club abituato a far crescere grandi campioni, sopratutto stranieri. Nel triennio in Friuli mostrò una classe innata, senza però arrivare all'ultimo gradino, quello dell'esplosione. Qualcosa che anche nell'unico anno alla Sampdoria mancò al ragazzo di Maia, comune portoghese nei dintorni di Porto.
Pagato dal Novara 40.000 euro, venne acquistato dalla Sampdoria per circa 7 milioni di euro tra prestito oneroso e obbligo di riscatto. Cifre lontane anni luce da quelle pagate dal Manchester United per averlo nel 2020: dopo l'exploit con lo Sporting Lisbona, che da suo canto ne aveva messo sul piatto 9 per strapparlo ai blucerchiati, i Red Devils lo hanno prelevato per circa 80.
Già, lo Sporting Lisbona, nobile di Portogallo in cui Bruno Fernandes, libero di creare, di battere punizioni e rigori, è divenuto atomico: 64 goal in 137 presenze con 52 assist per gradire. Il Manchester United ha fatto di tutto per portarlo in Premier League e ha avuto piena ragione, visto che l'ex Novara è diventato il leader assoluto, 65 volte in rete e autore di 55 assist nelle prime 189 gare ufficiali.
Praticamente infallibile dal dischetto, abile su calcio da fermo, Bruno Fernandes sarebbe stato probabilmente candidato al Pallone d'Oro 2020, se questo non fosse stato annullato da France Football a causa della pandemia di coronavirus.
Nel 2021, però, nessun dubbio da parte della giuria votante: c'era anche il ragazzo di prospettiva arrivato a Novara nel 2012, che dopo alcune partite in Primavera cominciò a dimostrare di voler emergere subito. Ci ha messo poco per farsi vedere, ha avuto pazienza per arrivare al top. Ora passa alla cassa, da capitano del Manchester United.
