
C'è una parola, a metà tra mito e leggenda, che nel mondo odierno del giornalismo sportivo porta alla soddisfazione addetti ai lavori e tifosi. Da una parte all'altra dello schermo, dalle opposte transenne dei quotidiani, al di là della radio, le soddisfazioni di un trasferimento, la tristezza di un addio e la rabbia per una cessione per cui si è sperato fino all'ultimo in termini di possibile ripensamento, trovano sfogo nel termine 'ufficialità'. Quando esso arriva, l'accordo tra le parti è siglato, il contratto firmato, le visite mediche effettuate. Basta un nonnulla però, per dare questo termine troppo frettolosamente, e non solo alla ricerca del titolo di primo al traguardo. Una maglia, una dichiarazione, e ancor peggio una voce, non sono spesso sinonimo di chiusura. Delle visite mediche saltate bloccano l'ufficialità, una sciarpa attorno al collo con i colori del nuovo club può non portare ad un reale futuro. Prendiamo ad esempio uno dei casi più storici e clamorosi dell'ultimo decennio, quello di Jonathan Biabiany al Milan. Che al Milan, di fatto, non approdò mai.
E' l'estate 2014, il Parma è reduce dal fantastico sesto posto con Cassano in attacco, Donadoni in panchina e la freccia Biabiany sulla fascia. Tutti vogliono i giocatori gialloblù, tornati in auge europea dopo anni. Il sogno continentale verrà spazzato via dai problemi economici, ma questa è un'altra storia. Quella principale vede il Milan invaghito del rapidissimo esterno francese, che vuole consegnare a mister Inzaghi per la nuova stagione in cui, si spera, potrà nuovamente lottare per lo Scudetto. Spoiler: dopo l'ottavo posto dell'annata precedente, arriverà decimo.
Un Milan troppo ancorato al passato, senza grandi campioni, con idee alla rinfusa. Un Milan che deve fare i conti con un mercato ormai anni luce lontano dai fasti berlusconiani di anni '90 e primo decennio 2000. Adriano Galliani fa quel che può, si scaglia sulle prede, da condor degli ultimi, dei costo zero, di chi può ripartire dopo essere arrivato al limite. Il Diavolo è però sempre il Diavolo e nonostante le risorse economiche ridotte, attrae Biabiany nella sua ragnatela. Le Champions League contano, i colori e la storia idem.
Così, il 31 agosto 2014, il Milan chiude per Biabiany, accordandosi con il Parma per lo scambio che vedrà il Campione del mondo Zaccardo finire in gialloblù. Il francese posa con la sciarpa rossonera e le testate possono dare la notizia, grazie al tweet ufficiale, un ex interista in rossonero, pronto a volare sulla fascia. Sorridente, spera di aver più fortuna sull'altra sponda di Milano, dopo aver giocato con il Biscione solamente qualche mese. Zaccardo, invece, proverà a rilanciarsi in Emilia. I fanta-allenatori valutano sul come muoversi nei giorni successivi, i tecnici disegnano alla lavagna le nuove tattiche con gli acquisti del calciomercato. Un altro giorno sorge. Tutto sbagliato.
Sì, perché mentre Biabiany mostra con orgoglio la sciarpa del Milan dopo le visite mediche a tinte rossonera, Zaccardo non è convinto del trasferimento al Parma. Vacilla talmente tanto che le trattative si interrompono, portando il club meneghino ad arrendersi, lasciando intedetti giornalisti, tifosi e lo stesso giocatore francese:
"Lo scambio di mercato fra Biabiany e Zaccardo è saltato, per la mancata accettazione della nuova destinazione da parte di Zaccardo"
Sono le 19:30 e tutto va male. Sono le 20 e tutto va bene, considerando che le trattative, a sorpresa, riprendono. Sono le 20:30 e tutto va nuovamente male. Perché per il Milan le nuove discussioni tra Zaccardo e il Parma sono ormai superflue: non se ne fa più nulla. E così i 4 milioni di euro più il difensore po-po-po medaglia d'oro a Germania 2006 sfumano, come il sorriso di Biabiany, confermato a Parma per qualche mese prima della diaspora dei giocatori in virtù dei problemi economici societari (tornerà all'Inter, con 28 presenze, 1 goal e ancora tanto rammarico).
In realtà, si scoprirà, Biabiany non avrebbe comunque potuto giocare per il Milan.Sarà lui stesso a parlare dei problemi cardiaci riscontrati durante le visite mediche, ma inizialmente non decisivi per il mancato trasferimento:
"Ricordo bene quella giornata, 31 agosto 2014. Il giorno prima avevo giocato regolarmente una partita, il giorno dopo sono andato a Milano per sostenere le visite con il Milan. L'accordo era stato raggiunto, avevo fatto le foto con maglia e sciarpa, poi è arrivata la doccia fredda: aritmia cardiaca. Mi cadde il mondo addosso. Ho temuto per la mia carriera, credevo di dover smettere. Poi i medici mi hanno tranquillizzato, ci è voluto del tempo ma sono tornato".
Torniamo indietro, a quella giornata. Il Milan chiude per Biabiany, Zaccardo si avvicina al Parma e nelle ultime 24 ore di calciomercato, l'Inter sta formalizzando l'acquisto del duttile centrocampistaGiacomo Bonaventura. E' pronto al grande salto in una big: i nerazzurri di Mazzarri vogliono tornare in Champions e l'innesto del giocatore che si è fatto un nome a Bergamo è un tassello fondamentale per la rinascita. Spoiler 2: i meneghini arriveranno ottavi, senza coppe, senza gloria, senza prospettive. Senza Jack.
Su Bonaventura, infatti, si fionda in picchiata il condor Galliani, intenzionato a far dimenticare Biabiany con un colpo a sorpresa: strappare l'atalantino ai cugini non solo può rappresentare un duro colpo emotivo per i tifosi avversari, ma può anche essere un colpo ancor più importante del francese. Detto fatto, il primo settembre, Giacomo Jack, di cognome Bona e anche Ventura, si veste di rossonero, senza nessuna sorpresa relativa a scambi, difficili accordi e problemi fisici. Il sogghignante rapace del calciomercato ha colpito ancora:
"L'acquisto di Bonaventura è una delle cose più anomale che mi sia successa in 29 anni di mercato. Alle 8 pensavamo che andasse in porto lo scambio Biabiany-Zaccardo, ma poi non è stato così e ci è venuta questa idea. Il giocatore stava dirigendosi altrove ma era già a Milano, perché comunque sia la sua destinazione era questa. C'erano Percassi, il giocatore e il suo agente e gli ho detto di venire. Non abbiamo fatto le visite mediche, ho chiamato il medico dell'Atalanta che mi ha detto che doveva mandare i dati ad un'altra società di Milano... Alla fine è andata in porto. Taarabt? Ci teneva a tornare, ma abbiamo scelto Bonaventura".
Il Milan sceglie Bonaventura, Jack sceglie i rossoneri. E l'agente del giocatore, Giocondo Martotelli, confessa:
"Si è commosso: non era abituato a una giornata così stressante".
Telefona da una parte all'altra invece il dirigente dell'Atalanta, Pierpaolo Marino, che sta ultimando la cessione di Bonaventura all'Inter prima del dietrofront nerazzurro:
"Per Bonaventura sembrava fatta con l'Inter ma alle 19.30 ha rinunciato. Il giocatore voleva il salto di qualità ed ero convinto che Percassi non riuscisse a chiudere col Verona, così una volta saputo che Biabiany al Milan era saltato, ho chiamato Galliani. Non era sicuro che avesse le caratteristiche giuste, ma Inzaghi l'ha convinto e ci sono voluti 5 minuti per l'accordo".
Il primo settembre 2014 Biabiany è un giocatore del Parma, mentre Zaccardo e Bonaventura due elementi a disposizione di Inzaghi al Milan. L'Inter non porta rinforzi in nerazzurro fino a gennaio, quando acquisterà, tra l'entusiasmo dei tifosi, Shaqiri e Podolski. Nel frattempo, altro passo indietro, Jack si è presentato in rossonero:
"L'ultima giornata di mercato è stata intensa: alle 15 sembrava che dovessi andare all’Inter poi è spuntato il Verona, poi ancora l'Inter, poi pensavo di restare all'Atalanta, ma alle 20.30 sono venuti i dirigenti dell’Atalanta a dirmi che dovevo andare da Adriano Galliani; è stato surreale, ma c’è stato il lieto fine. Da piccolo guardavo tutti i numeri dieci. Il calcio è anche fatica e sacrificio bisogna anche saper giocare per la squadra, ma mi ispiravo ai giocatori fantasiosi, stavo attaccato alla tv per vedere Rui Costa. I miei goal all’Inter sono un buon biglietto da visita. Spero di segnarne ancora, so che i tifosi ci tengono molto al derby".
Giugno 2015, avanti veloce. Zaccardo ha giocato tre partite in Serie A con il Milan: finisce al Carpi. Biabiany è come detto approdato nuovamente all'Inter, per una nuova esperienza tra il mah e il meh. Bonaventura ha segnato sette goal, conquistato il cuore dei tifosi rossoneri e portato Galliani a passare dalla cassa, quella nella corsia del 'ci sono riuscito un'altra volta'. Certo, in maniera rocambolesca e spinto dagli eventi. Sottigliezze.
