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Jeremie Boga AtalantaGetty

Boga riaccende la sua stagione e l'Atalanta: segnali dal futuro

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Partiamo da un assunto di base: fino all'intervallo della sfida del Dall'Ara, la stagione di Jeremie Boga era stata assolutamente in linea con quanto visto dallo scorso gennaio, ovvero da quando il calciatore ivoriano aveva lasciato il Sassuolo. Da poco o nulla.

Anche per questo motivo era finito stabilmente tra i partenti dell'Atalanta per la sessione invernale di calciomercato: perché nelle 28 presenze tra Serie A e coppe si era vista forse l'ombra di quel giocatore che, cresciuto nel Chelsea, aveva convinto in maglia neroverde.

Tutto questo, però, fino all'intervallo della gara contro il Bologna. Che, direte voi, non cambia la visione generale dell'esperienza alla Dea di Boga, ma che aiuta a comprenderne il senso, con un anno di ritardo.

C'è un dato, comunque, che salta all'occhio: l'attaccante ivoriano non è mai partito dall'inizio. Probabilmente lo farà a breve, visto l'impatto avuto sul match del Dall'Ara, ma nelle 7 gare disputate fin qui sono spezzoni, tutti nella ripresa.

Contro il Bologna, comunque, è stato diverso, per molti motivi: subentrato a Mario Pasalic, un altro alla ricerca di continuità sì, ma con alle spalle stagioni memorabili con i nerazzurri, Boga ha letteralmente cambiato una partita che fino a quel momento vedeva i ragazzi di Thiago Motta in vantaggio, e quelli di Gian Piero Gasperini annaspare.

E' così, d'altronde, il calcio. Dopo un minuto e mezzo dal suo ingresso in campo è lui a servire il passaggio a Koopmeiners, poi autore di una rete da applausi. Bel modo di timbrare il cartellino. Dieci minuti dopo prende palla praticamente sulla linea di metà campo e ispira.

E' un movimento "iconico", quello che mette in mostra col Bologna: dall'esterno taglia verso l'interno, avanzando fino ai venti metri per poi imbucare per Hojlund. Altra azione, altro assist per un altro goal.

E adesso ci si chiede cosa succederà: il mondo non cambia per un match, questo no, come del resto non cambierà il bilancio complessivo, finora al di sotto delle aspettative, di un interno anno. Se servirà a garantirgli la permanenza a Bergamo non è dato saperlo: i segnali dal futuro, comunque, ci sono tutti.

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