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Federico Bernardeschi ItalyGetty

Bernardeschi mastica amaro: "Assurdo, sono Campione d'Europa e non gioco i Mondiali"

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"E' un'esperienza pazzesca, umana e professionale: non mi sono mai pentito, volevo cambiare e l'ho fatto al 100%": è soddisfatto, Federico Bernardeschi, che da qualche mese ha lasciato la Serie A per trasferirsi in Canada, in MLS.

La sua è stata una scelta coraggiosa, soprattutto se si considera l'età: a 28 anni, 29 il prossimo 16 febbraio, il suo trasferimento al Toronto è stato sorprendente.

"Ho trovato un altro mondo, un altro calcio e un'altra energia. Tifo Canada e sono felice di come abbia giocato al debutto perché così hanno potuto vedere quanto si sia alzato il livello del calcio americano: con il Mondiale 2026 in Nord America la crescita sarà esponenziale".

Intervenuto ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", Bernardeschi è tornato sul tema della mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali, accodandosi al pensiero del CT Roberto Mancini.

"Fa male, ce lo meritavamo: le quattro Nazionali vincitrici dei tornei continentali dovrebbero andarci di diritto. Pensate, sono campione d'Europa e non ho mai giocato un Mondiale, assurdo".

Felice, invece, per il rendimento di Adrien Rabiot, che sia nella Juventus che nella Francia ha ritrovato la forma migliore.

"Sono felice per Adri perché so cosa significa essere criticato in maniera ingiusta: la Juventus avrebbe dovuto rinnovargli il contratto mesi fa. Dove lo trovi uno alto un metro e novanta con la sua progressione?".

Ovviamente anche un pensiero alla Juventus, che dopo l'eliminazione dalla Champions League ha ripreso a marciare, mettendo dentro punti su punti.

"L'eliminazione dalla Champions è stato il punto più basso: lì si è chiuso un ciclo, la Juve ha toccato il fondo e poi ha iniziato a risalire. E' in corsa totale, potenzialmente ha la rosa più forte del Napoli, che ha Kvaratskhelia, il più forte della Serie A. Mi auguro che Chiesa possa essere l'uomo della rimonta: mi aspetto che la Juve faccia bene anche in Europa League: un trofeo è sempre un trofeo".
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