Ai più attenti non sarà di certo sfuggita la qualità della prestazione offerta da Nicolò Barella in Inter-Roma: non che servisse chissà quale attenzione per accorgersi dell'estro del centrocampista sardo, tra i migliori in campo a San Siro e autentico trascinatore.
L'ex Cagliari ha vinto nettamente i duelli con Veretout e Sergio Oliveira, sovrastati in tutto e per tutto dalla ferocia agonistica di chi voleva riscattare, a tutti i costi, il passo falso nel derby con una vittoria: figura pessima per i due romanisti, oscurati totalmente dalla classe abbacinante di Barella.
Solita corsa e determinazione nei contrasti, unite ad una straordinaria facilità di tiro che per poco non si tramutava in goal da cineteca: il primo tentativo dalla lunga distanza si è stampato sulla traversa, il secondo ha trovato la grande opposizione di Rui Patricio, tra i meno peggio della Roma.
Gli strappi e una condizione fisica da far spavento hanno fatto la differenza nel caso di Barella, rimasto il giocatore di sempre nonostante l'addio di Antonio Conte, suo grande estimatore: le vittorie dello Scudetto, di Euro 2020 e della Supercoppa italiana hanno alimentato l'autostima del classe 1997, giunta ormai a livelli elevatissimi assieme alla consapevolezza di essere uno dei migliori interpreti del ruolo a livello europeo e mondiale.
Festeggiato alla grande, dunque, il 25esimo compleanno: la rete sarebbe stata la ciliegina sulla torta, il punto esclamativo su una gara semplicemente perfetta per costanza e livello delle giocate all'interno dei 90 minuti.
A Barella, comunque, va sicuramente bene lo stesso così: il tutto in attesa, chissà, di una fascia da capitano che potrebbe finire sul suo braccio a partire dalla prossima stagione, quando l'arrivo di Onana metterà a serio rischio la leadership di Handanovic.
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