
Nella vita di tutti noi ci sono giornate di grazia, quelle in cui ci va tutto per il verso giusto a prescindere dalle azioni commesse: lo stesso accade nel caso dei calciatori, a volte protagonisti inaspettati di una partita con il marchio distintivo di chi fa questo mestiere, il goal. Ebbene, Ever Banega questa giornata l'ha vissuta durante una delle stagioni più sfortunate per il proprio club: un paradosso che la dice lunga sulle potenzialità inespresse di quella Inter, finita in un turbine fatto di cambi in panchina e polemiche che avrebbero messo a dura prova i nervi di chiunque, anche della persona più tranquilla e pacifica di questo mondo.
L'Inter della stagione 2016/2017 era una squadra ancora lontana dal livello attuale, con il costante obiettivo di un piazzamento nei primi tre posti, all'epoca unico modo per garantirsi un posto nell'agognata Champions League. Banega era uno dei fari tecnici della rosa allenata - tra i quattro che si susseguirono in quell'annata disgraziata - da Stefano Pioli: l'argentino era stato il grande colpo a parametro zero messo a segno durante la sessione estiva e, con sé, portava a Milano un bagaglio carico di esperienza e, soprattutto, due Europa League consecutive vinte con la maglia del Siviglia. Insomma, un trequartista come pochi con un pedigree da vincente, davvero niente male per quei tempi.
Peccato, però, che le acque in cui navigava l'Inter non fossero proprio limpide, tutt'altro: uno dei pochi momenti felici fu la partita giocata il 12 marzo 2017 a San Siro contro l'Atalanta del rivale Gasperini, 'antenata' della Dea attuale che sta facendo sognare i tifosi bergamaschi. I milanesi arrivarono a quella partita con la possibilità di scavalcare in classifica proprio gli atalantini e, di conseguenza, regalarsi ancora qualche speranza di aggancio al Napoli terzo: più di un buon motivo per gettare il cuore oltre l'ostacolo e mettere in scena la prestazione della vita, a cui avrebbero dovuto seguirne altre se solo gli equilibri che tenevano unito lo spogliatoio non si fossero spezzati sul più bello.
Getty ImagesMa torniamo a Inter-Atalanta e allo stato di grazia di Banega che, in quell'antipasto di primavera, fu semplicemente immarcabile per i difensori avversari; senza dimenticare l'abilità sui calci piazzati, mostrata in occasione dell'1-0: una sua punizione si trasformò - con un po' di fortuna - in assist per Icardi che girò prontamente in rete il pallone vagante capitato dalle sue parti, ripetendosi qualche minuto più tardi al 23' con un rigore da lui conquistato e trasformato con il celeberrimo 'cucchiaio'. Un uno-due micidiale per l'Atalanta che alzò bandiera bianca al 26': da un angolo battuto velocemente, Banega mise in mezzo all'area un pallone perfetto per la testa di Icardi, fulmineo come un falco nel mettere a referto la sua personale tripletta.
Ma 'Maurito' ancora non sapeva che non sarebbe stato l'unico a portarsi a casa il pallone al triplice fischio di quella trionfale partita, imitato proprio da Banega che al 31' diede il via al suo show in collaborazione con Candreva, autore di entrambi gli assist per il 4-0 e il 5-0: prima rete col destro, seconda col sinistro, tutte e due da posizione favorevole e senza nulla da fare per il malcapitato Berisha. Una doppietta in soli tre minuti, tanta roba per un giocatore da sempre abituato a propiziarli i goal più che a farli. Freuler provò - inutilmente - a rovinare la festa con il 5-1 che chiuse un primo tempo reso a senso unico dalla coppia 'made in Rosario' Icardi-Banega.
L'Atalanta, reduce da sette risultati utili di fila prima di quella partita, si piegò irrimediabilmente ai bombardamenti interisti anche nella ripresa, con la beffa della rete messa a segno dall'ex Roberto Gagliardini, servito splendidamente da Banega con il secondo assist di giornata. Ma per completare l'opera mancava il pezzo forte del repertorio, ossia il calcio di punizione: lacuna colmata al 67' con la traiettoria che lasciò immobile un esterrefatto Berisha, impegnato più che altro a raccogliere i palloni in fondo al sacco piuttosto che pararli. 3+3+1 per un totale di 7 perle, una più bella dell'altra, penetranti come proiettili nella 'Caporetto' atalantina.
GoalLa partita di Banega finì al 70' con la meritata standing ovation riservatagli dal pubblico di San Siro, a coronamento di una giornata da incorniciare, riemersa dai ricordi grazie a questa intervista concessa a 'calciomercato.it' a marzo 2020.
"Il mio ricordo più bello in Italia? Domanda molto semplice (ride, ndr). Senza dubbio, la gara contro l'Atalanta. Giocai 70 minuti, segnai tre gol e firmai due assist. Vincemmo 7-1, e non era una sfida facile: i bergamaschi vivevano un buon momento, erano sesti. Quel giorno mi riuscì tutto alla perfezione. E chissà cosa sarebbe accaduto se avessi giocato 90 minuti (ride, ndr). Fu la mia prima ed unica tripletta in carriera".
Purtroppo per l'Inter, quella partita dal risultato roboante aprì una crisi senza precedenti o quasi: nelle successive dieci partite arrivarono soltanto otto punti e Pioli venne esonerato per fare spazio al tecnico della Primavera, Stefano Vecchi, traghettatore del 'Biscione' nelle ultime tre giornate di campionato che sancirono il settimo posto finale e l'esclusione dalle coppe europee. Banega, invece, diede l'addio a Milano qualche mese più tardi per fare ritorno al Siviglia, dove farà in tempo a vincere un'altra Europa League nella finale di Colonia del 21 agosto 2020. Avversaria? L'Inter, naturalmente.
Ma che fine ha fatto Banega? Oggi l'ormai 34enne argentino consuma gli ultimi scampoli della sua carriera da calciatore lontano dal grande calcio, in Arabia Saudita, dove gioca nelle file dell'Al-Shabab.


