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Axel KonanGetty/Goal

Axel Konan, quando la continuità fa rima con Juventus: pericolo pubblico numero uno

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In un mondo in cui se non appari, sembri non esistere, c'è chi ha deciso di allontanarsi da tutto una volta conclusa una prima parte di vita capace di regalare soddisfazioni sufficienti verso cui guardare indietro. Non si è spinto verso i quaranta con gli scarpini ai piedi, non ha descritto il proprio nuovo pianeta per filo e per segno. Nessun sale sulla carne posizionato in maniera imbarazzante, nessun tuffo dal trampolino dello yacht, nessun allenamento con il reggaeton in sottofondo. Forse Axel Cedric Konan lo ha fatto, negli ultimi anni, ma non ha lo ha sbandierato ai quattro venti sui social.

Da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, dopo aver giocato con il Sorrento e essere passato alla storia per il suo curioso attaccamento quasi morboso nei confronti della Juventus, punita regolarmente da velocità e carattere dell'essere al posto giusto e al momento giusto, Konan ha fatto perdere le sue tracce. Si è semplicemente dedicato alla famiglia, probabilmente. Probabilmente perché i suoi squilli improvvisi, ma anche rari, del suo passato calcistico in Serie A sono le uniche orme che rimangono.

Orme che restano sull'asfalto dei ricordi di chi ha vissuto il calcio nei primi anni 2000, quelle che zoomers e generazione alpha osservano, curiosi nel domandare come sono finite lì. Se i millennials ricordano in tutta la Penisola il nome di Konan e il suo collegamento con la Juventus, a Lecce anche i più giovani hanno sentito parlare dei tempi in cui, in Serie A, un ragazzo ivoriano decise di venire ricordato per sempre per una sola gara. E a corredo, alcune partite in più con cui dipingere la sua storia.

Quando Konan approda in Italia, ha solo sedici anni. Pantaleo Corvino in cima alla piramide, una rete di osservatori sotto la sua figura. Una ragnatela di studio che scova anche Axel Cedric, nato ad Abidjan, un ragazzo di grande velocità e buon fisico. Un potenziale crack che già a 16 anni esordisce con la maglia della prima squadra. Contro la Juventus. I bianconeri saranno sempre nel suo destino, inesorabile. Sicuramente non scritto, ma derivante dalla coincidenza.

Axel Konan MilanGetty

KONAN E LA JUVENTUS: 'AMORE' A SENSO UNICO

Il 17 dicembre 2000, Konan scende in campo al posto di Tonetto durante Lecce-Juventus. Madama non ha avuto vita facile in casa giallorossa e il risultato in favore dei bianconeri è appena di 2-1. Una grande prova per i pugliesi, considerando che Balleri è stato espulso a fine primo tempo e ciò nonostante la gara risulta essere ancora in bilico. Tanto che Cavasin prova il tutto per tutto all'85', quando getta nella mischia il 16enne ivoriano. Un pareggio in dieci, in casa contro la Juventus, di un adolescente che non ha mai giocato in Serie A, consegnerebbe la gara ai libri di storia. Ci sarà tempo, ma non è quello il giorno. Konan giocherà nove minuti, la Juventus segnerà il 3-1 e il Lecce rimedierà la terza sconfitta negli ultimi quattro incontri.

Konan è principalmente legato alla Primavera del Lecce, vista la giovanissima età, e la gara giocata contro la Juventus è stata solo un momento. La squadra di Cavasin recupera tutti i suoi attaccanti e per il ragazzo ivoriano il proseguo della stagione sarà solo tra i pari età. Ci vorrà un anno prima di rivederlo in prima squadra, dopo aver preso confidenza con la lingua, la tattica, i movimenti degli avversari, la gioventù del paese in cui lavora.

Nel novembre 2001 il Lecce non ha cambiato forma, sostanza o credo. I giovani sono il presente e non il futuro e non appena pronti, relativamente presto rispetto ai colleghi delle altre squadre, vengono gettati nella mischia con più regolarità. E' quello che accade a Konan, che tra fine autunno e inizio inverno gioca sei gare, di cui una da titolare contro il Piacenza. La società e mister Cavasin, ancora alla guida del club, sono convinti che bisogna andarci piano, ma le sue sgroppate sulla fascia sono sotto gli occhi di tutti. In più, la vecchia speranza del match contro la Juventus si è appena concretizzata. E' suo il goal nel primo match in Serie A dopo un anno, contro il Venezia. Il Lecce ci va piano, nonostante il tiro dalla distanza che batte Generoso Rossi.

Per Konan il 2001/2002 è la prima vera stagione da professionista in Serie A. Certo, da giovane rincalzo in campo solamente in caso di necessità, ma da apprendista che fa parte della rosa in maniera continua e non solo improvvisa, senza proseguo, come nell'annata precedente. Nove presenze su cui lavorare, costruire ed inventare. Axel subisce la prima vera grande delusione calcistica della sua carriera: il Lecce retrocede in B perché la gioventù in cui crede la società non basta contro l'esperienza roboante presente nel resto del campionato.

La retrocessione in cadetteria si trasforma presto in opportunità per il 19enne, che comincia ad entrare nel giro dei ballottaggi e delle staffette, segnando due reti in Serie B e alzando l'asticella della proprie possibilità. Viene infatti promosso titolare dall'allenatore con cui sta lavorando da oltre un anno, Delio Rossi. In Serie A la grande punta intoccabile è Chevanton. La riserva, Mirko Vucinic. Konan è oltre. Regala tale sicurezza al suo tecnico che viene schierato dal primo minuto quanto più possibile. Seconda punta al fianco del letale compagno uruguayano, esterno del 4-4-2. Comunque vada, è ormai un giocatore che per i tifosi significa routine e non sorpresa.

Quando Konan chiuderà la sua prima annata da titolare in Serie A, lo score segnerà sei goal. Il 2003/2004 è la sua stagione più importante, storicamente, perché contenente quel particolare carattere che i tifosi raccontano attorno al fuoco. Ognuno contribuisce a rendere leggendaria, e sempre meno accurata, la storia che collega il ragazzo alla Juventus. Vi ricordate quando Madama si inchinò a lui? Quando superò in slalom mezza squadra calciando a 400 km/h e superando in velocità ghepardi e falchi? Un po' meno, grazie.

La verità è che Konan, in quella stagione, rimarrà immortale senza aver bisogno di canti in suo nome sfocianti nel mito. La Juventus si inchinerà realmente a lui, anche se in misure più terrene. Nel dicembre 2003, sarà suo il colpo di testa che sbloccherà la gara del Via del Mare. Tutti a seguire Cassetti sul cross di Chevanton, nessuno sullo sgusciante numero 25 che batte Buffon e corre sotto la curva. L'1-1 finale, in cui Trezeguet metterà la solita firma, è completamente dimenticato dalla storia di Axel. Forse perché nessuno ricorda un pareggio. Semplicemente quel match è affossato dal ritorno tra le due squadre, dall'epico 4-3 in casa della Juventus.

Axel Konan ha segnato venti reti in Serie A. Ha sfidato la Juventus in sette occasioni, la sua vittima preferita. Il colpo di testa nell'1-1 del Via del Mare è la sua unica rete casalinga contro i bianconeri. Una volta assaggiato il sapore di una squadra mortale e non impenetrabile, andrà oltre il tepore del calore casalingo per assaltarla anche altrove. A Torino.

Axel Konan JuventusYoutube

JUVENTUS-LECCE 3-4: KONAN NEL MITO

Se la Juventus incontra un Konan goleador ha i minuti contati. Nelle storiche tre occasioni in cui l'ivoriano ha segnato a Madama, il Lecce non ha mai perso. Due pareggi, uno dei quali nel 2009 (unica rete in Serie A dell'annata konaniana), un successo. A Torino. Trezeguet, anno domini 2004 (25 aprile), ha portato come previsto la sua squadra in vantaggio. Peccato che di fronte ci sia un team che non ha nessuna intenzione di rimanere dietro, senza provare a compiere atti di lesa maestà. Franceschini è il primo a spingersi oltre lo status quo che vede gli ospiti vittime designate.

La Juventus del resto è spesso vittima di prestazioni mediocri in stagione. I mesi di marzo e aprile sono quanto mai altalenanti per la squadra di Lippi, che cade contro Milan e Inter, viene fermata da Udinese e Parma. Il Lecce è nella medesima situazione, ma nessuno si aspetta diversamente. Deve lottare per la salvezza e le continue vittorie non sono certo inserite nel manuale della buona piccola invischiata nel suo essere tale.

Quando Franceschini segna la rete del pareggio mostrando tutti i limiti di una Juventus friabile a centrocampo, il Lecce prende coscienza di sé stessa. Konan si fa carico di quella sfrontatezza, del non accontentarsi:

"Un giorno incredibile. Giocavamo contro calciatori importantissimi e per me, a quell’età e in quel campo, si è avverato un sogno. Il goal partendo da prima del centrocampo penso sia la rete che ogni attaccante sogna. E in porta c’era Buffon. E’ stato veramente un momento magico, indescrivibile".

Durante la sua ultima stagione da professionista, al Sorrento, Konan racconterà a 'La Tribù del Calcio' quel giorno indimenticabile, analizzato una carriera per lo più giallorossa, con le annate di Torino (sponda granata) e Bellinzona a completare il suo quadro lavorativo.

E' una giornata in cui Konan, al minuto 30, riceve palla prima del centrocampo e comincia a correre. Davanti ci sono Tudor, Appiah, Legrottaglie. Ne salta uno dopo l'altro e sfruttando il mancato intervento di Iuliano, incrocia col mancino, superando Buffon. Sorpasso, delirio. Danza sul pallone, mentre tutti scivolano al suo cospetto, incollati al terreno con un braccio e una gamba troppo corta per fermarlo.

A Buffon gira la testa quando Konan salta i suoi compagni, frastornati dalla piuma del sinistro e dal ferro rovente del mancino esplosivo alle sue spalle. E' un 3-1 a cui seguiranno le reti di Chevanton, Maresca e Del Piero, per il 4-3 finale del Lecce al Delle Alpi. E' la più grande giornata nella carriera del ragazzo di Abidjan, che nelle stagioni seguenti confermerà le sei reti in campionato e un continuo vorrei ma non posso su cui accontentarsi.

Konan lascerà il Lecce per il Torino nel 2006, scendendo nuovamente in Serie B una volta tornato in giallorosso in seguito al flop granata. Non sarà più l'Axel devastante di un paradiso giallorosso ormai perduto, tanto che in cadetteria giocherà poco, segnando la sua ultima rete in Serie A l'annata successiva, ovviamente contro la Juventus, nel 2-2 del Delle Alpi firmato Castillo-Nedved-Nedved. A Bellinzona e Sorrento chiuderà la carriera, a trent'anni. Sulle spalle 25 goal ufficiali, di cui quattro alla sua vittima preferita, Madama e al suo scudiero, Buffon.

Da allora, Konan, che nel 2012 è divenuto cittadino italiano, è stato probabilmente riconosciuto da vecchi simpatizzanti, nostalgici dei tempi che furono. L'essersi allontanato dal calcio e dall'apparire ha sicuramente aumentato il mito della sua furia contro la Juventus. Che rimarrebbe comunque sopra il cielo. Pochi possono dire di aver segnato quattro goal ai bianconeri, a Buffon. Pochi hanno sfidato l'autorità, uscendone vincitori.

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