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Audero JuventusGetty Images

Audero alla Juve: una presenza prima dell'addio dopo la finale di Cardiff

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Da ormai cinque stagioni - con 162 presenze all'attivo - difende la porta della Sampdoria, squadra che in lui ripone grandissima fiducia, al punto da affidargli l'indiscussa titolarità a 21 anni, quando nel suo curriculum di presenze in massima serie ce n'era soltanto una.

Di chi stiamo parlando? Ovviamente di Emil Audero, ormai certezza granitica tra gli estremi difensori che militano nel nostro campionato. Il portiere italo-indonesiano (nato a Mataram, sull'isola di Lombok) si è trasferito in Italia con la famiglia all'età di un anno, destinazione Cumiana, a 20 km da Torino.

E proprio nel capoluogo piemontese inizia a muovere i primi passi - e a compiere le prime parate - nell'accademia gestita dall'ex portiere Marco Roccati. Audero all'epoca ha solamente 10 anni, ma le sue qualità emergono in maniera imponente, al punto da spingere l'ex portiere di Bologna, Fiorentina e Dundee a segnalarlo a Michelangelo Rampulla, altra vecchia conoscenza del ruolo nonché preparatore dei portieri della Juventus.

“Ricordo quando la mamma lo portò da noi, dicendo che voleva fare il portiere,aveva 10 anni, dopo un anno lo segnalai a Rampulla, alla Juve: ‘Qui c'è un fenomeno’. E lo presero.Colpiva la capacità di imparare subito quello che gli dicevi. E la maturità: sembrava un adulto tra i pali”, il suo racconto sulle colonne del 'Secolo XIX'.

Un anno più tardi, il classe 1997 varca per la prima volta i cancelli del centro sportivo di Vinovo, la sua nuova casa. Nel 2008 inizia così la lunga trafila a tinte bianconere, palestra ideale per plasmare un potenziale che agli occhi degli addetti ai lavori sembra presagire margini tutti da esplorare.

Nel 2013 viene convocato dall'Italia sia per i Mondiali Under 17 che per gli Europei di categoria, senza scendere in campo, mentre il 30 novembre dell'anno seguente si guadagna la prima convocazione in prima squadra con Massimiliano Allegri che, ad anni 17, lo porta in panchina nel Derby della Mole vinto contro il Torino all'ultimo respiro. Decisamente niente male.

Un piccolo antipasto, dunque, buono per prendere confidenza con l'aria che si respira tra i 'grandi'. Nell'immediato, però, c'è un altro obiettivo da portare a compimento, ossia quello di dare continuità al percorso di crescita all'interno del settore giovanile zebrato che nell'estate del 2016 lo porta a difendere i pali della formazione Primavera allenata da Fabio Grosso.

Con l'attuale tecnico del Frosinone raggiunge una finale Scudetto, persa ai rigori contro la Roma, collezionando un'importante sequela di chiamate in prima squadra dove, ovviamente, non mette mai piede in campo, chiuso dall'intoccabilità di Buffon e Neto.

Audero JuventusGetty

La stagione 2016-2017 è, invece, quella della tanto attesa prima volta. Audero continua a fare la spola tra la Primavera e la formazione di Allegri. Ma dopo aver accumulato ben 61 presenze in panchina, il 27 maggio del 2017 arriva il fatidico esordio in Serie A.

Ad una settimana dalla finalissima di Champions League in programma a Cardiff contro il Real Madrid, la Juve - fresca di sesto Scudetto consecutivo - è chiamata a disputare l'ultima giornata di campionato allo Stadio 'Renato Dall'Ara' contro il Bologna. Il penultimo atto, prima della notte più importante della storia recente zebrata.

Per preservare energie in vista della sfida contro i Blancos, in terra emiliana Allegri risparmia diversi pezzi pregiati e vara una massiccia operazione di turnover.

Se Khedira, Cuadrado e Higuain partono comunque con i gradi da titolare, dalla cintola in giù è via libera alle seconde linee: Marchisio nel centrocampo a due, Benatia al centro della difesa, e Lichtsteiner-Asamoah a formare la coppia di terzini. E in porta? Riposo assoluto, ovviamente, per Buffon. Idem per Neto. Di conseguenza in campo va proprio Emil Audero, all'esordio assoluto tra i professionisti.

L'attuale portiere della Samp viene trafitto dopo appena 7 minuti dal suo debutto, punito da Taider, poi i Campioni d'Italia ribaltano tutto nella ripresa grazie ai sigilli di Dybala e Kean. L'emozione è tanta, ed è difficile da esprimere con semplici parole:

"Sono felice, debuttare da titolare così è un'emozione indescrivibile. Si cercano sempre aggettivi per descrivere le cose, ma a volte il bello è soltanto viversele e godersele al massimo, come mi ha detto Chiellini prima di partire. Non vedevo l'ora di scendere in campo, fare un bel riscaldamento e giocare una bella partita".

La prima indimenticabile volta con la maglia della Juventus che arriva al culmine di un percorso lunghissimo:

"Sono cresciuto qui, questo è il mio nono anno alla Juventus: dentro di me ho la cultura di questa società, la cultura del lavoro, la serietà, la professionalità. Dopo tanti anni di settore giovanile, in questa stagione ho imparato tanto e ho avuto l'onore di condividere tante cose con un gruppo di grandi campioni".
I miei compagni sono persone squisite. Con loro ho condiviso ormai due anni in modo anche passionale, c'è grande coesione e un ottimo feeling negli allenamenti. Mi hanno tutti tranquillizzato e fatto un grande in bocca al lupo, standomi sempre vicino".

Farsi trovare pronti. Una sorta di mantra in casa sabauda:

"In questo ho preso da Gigi, il numero uno. Magari uno non è impegnato per 89 minuti e all'ultimo è chiamato a fare una grande parata. Questo è l'obiettivo del portiere della Juventus: rispondere presente quando sei chiamato in causa, mantenendo sempre al massimo la concentrazione. In questo ruolo penso conti soprattutto la testa e la mentalità: oggi ho cercato di applicarla nel miglior modo possibile".

I primi novanta minuti con la Vecchia Signora. Un'istantanea da custodire per sempre nell'album dei ricordi, perché le trame del destino possono sempre riservare scenari e sviluppi differenti. E anche questa volta sarà così. La gara col Bologna rimarrà infatti l'unica disputata da Audero con i colori bianconeri.

Il 3 giugno la Juventus crolla nell'appuntamento più importante sotto i colpi di Cristiano Ronaldo e compagni, con la terza Champions League che sfuma, inesorabilmente, per l'ennesima volta.

Audero quel giorno non sarà nemmeno in panchina e in estate saluterà la 'sua' Torino, portando con sé i ricordi e i frame di dieci anni indimenticabili, suggellati da quel 2017 che l'ha definitivamente proiettato sulla scena nazionale.

"Quell’anno fu bellissimo ed è stato l’anno in cui ho fatto l’esordio quindi lo ricorderò sempre. Arrivare ad una finale di Champions te lo fa ricordare ancora di più. Per me quella Juve era una della più forti degli ultimi anni. Poi ha cercato sempre di cambiare e migliorare ma quella lì aveva qualcosa in più. Il finale amaro rovinò un po’ il viaggio ma, che dire, sono ricordi bellissimi. A vent’anni arrivare in finale di Champions e debuttare una settimana prima sono cose che rimangono impresse", il suo racconto a 'Fanpage' nel 2021.

L'estate seguente finisce in prestito al Venezia in Serie B, quella dopo ancora approda invece sulla sponda blucerchiata di Genova, sempre con la stessa formula, con opzione di riscatto e contro-riscatto.

Morale della favola, il 30 gennaio 2019 Audero diventa a tutti gli effetti un calciatore della Samp. Presente e futuro. Ma il passato, chiamato Juventus, è impossibile da dimenticare.

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