Il 28esimo turno del campionato di Serie A metterà di fronte due squadre che hanno molto in comune: Verona e Atalanta.
Parlare di una partita ‘ allo specchio ’ è probabilmente forzato, ma è estremamente complicato non intravedere nel calcio degli scaligeri quei concetti che hanno consentito agli orobici di diventare, nel corso degli ultimi anni, una tra le più belle realtà del calcio italiano ed europeo.
La stagione della Dea si è parzialmente arenata con l'eliminazione dalla Champions per mano del Real Madrid, apparso più pronto per affrontare il palcoscenico continentale. Un cammino, comunque, tutt’altro che deludente, ma probabilmente non in linea con le aspettative di chi aveva ancora negli occhi quell’Atalanta capace di recitare un ruolo da outsider, come accaduto nella scorsa annata.
Il Verona si presenterà alla sfida del Bentegodi consapevole del fatto che ha messo in cascina solo cinque punti nelle ultime cinque uscite, ma i 38 complessivi sin qui raccolti rappresentano un bottino importante. Gli scaligeri sono stati tra le più belle novità proposte dal calcio italiano nello scorso campionato e anche in quello in corso non hanno avuto difficoltà ad allontanarsi in maniera celere dalla lotta per la permanenza in Serie A.
Dietro gli ottimi risultati dell’Hellas c’è anche e forse soprattutto il grande lavoro di colui che ormai viene considerato uno tra i più importanti tecnici emergenti in circolazione: Ivan Juric .
Se Gasperini a Bergamo ha scovato nell’ Atalanta la squadra da plasmare fino a farla diventare il suo capolavoro personale, l’allenatore croato a Verona ha trovato quell’ambiente ideale da quale ripartire dopo annate complicate e nel quale potersi esprimere al meglio.
Se il Verona è il capolavoro di Juric , è altrettanto vero che proprio il Verona ha avuto il coraggio di scommettere su di lui quando, dopo l’esperienza difficile alla guida del Genoa, per lui sembrava ormai scontata una ripartenza dalla Serie B e da quel Pescara che tanto vicino è stato alla sua firma.
“Del Genoa sono stato anche calciatore, era lì la mia vita, ma l’esperienza da allenatore l’ho vissuta molto male. Anche dormire bene era diventato un qualcosa di non più scontato”.
SULLE ORME DEL MAESTRO
GettyNel calcio si parla spesso di maestri e allievi, ma tali definizioni sono particolarmente giuste quando si parla proprio di Gasperini e Juric . Il tecnico croato non sarebbe ciò che è oggi se sulla sua strada non avesse trovato un mentore straordinario pronto a tramandargli tutti i segreti del suo calcio.
Ad ammetterlo a più riprese è stato proprio Juric che di Gasperini è stato prima giocatore al Crotone e al Genoa , poi vice nelle sfortunate esperienze all’ Inter e al Palermo , prima di uscire dal suo staff nel 2013 per iniziare una carriera da allenatore in prima.
“A molti viene chiesto dei propri maestri, io ho avuto solo lui. Siamo persone diverse, anche nell’approcciarci con i giocatori, ma a livello calcistico, mentre tanti possono dire di aver rubato da uno piuttosto che da un altro, io ho appreso solo da lui. Mi ha insegnato tanto e soprattutto agli inizi della mia carriera è stato l’unico che mi ha permesso di crescere. Ho imparato praticamente tutto da lui”.
Anche Gian Piero Gasperini ha in varie occasioni ammesso di vedere molto del suo calcio in quello di Juric.
“Dal punto di vista tattico siamo simili. Lui è stato per otto anni un mio calciatore e poi è stato anche mio collaboratore, quindi abbiamo trascorso una vita insieme. Adesso lui ha raggiunto livelli molto alti ed è anche riuscito a vincere un campionato storico con il Crotone portandolo in Serie A”.
IL VERONA UNA PICCOLA ATALANTA
L’ Atalanta è di fatto diventata un modello per molti nel corso delle ultime stagioni. Moltissimi sono i club che sognano di replicare quanto fatto dagli orobici: ovvero riuscire a competere con le big del calcio italiano, pur senza poter contare sui fatturati delle società più importanti.
La realtà però dice che riproporre il calcio della Dea è, evidentemente, estremamente complicato. Gasperini, fin dall’inizio della sua carriera da tecnico è riuscito a dare un’impronta decisa a tutte le squadre che ha guidato. Affrontare le compagini allenate dal Gasp vuol dire spesso soffrire, tanto che anche Pep Guardiola , poco più di un anno fa e dopo un Atalanta-Manchester City di Champions League, ha ammesso quanto complicato fosse sfidare i nerazzurri.
“L’Atalanta gioca sempre allo stesso modo, chiedete a tutte le squadre che ci hanno giocato contro negli ultimi due o tre anni. Giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista, è durissima”.
Quello di Gasperini è un calcio fatto di intensità, corsa, velocità d’esecuzione in fase offensiva e tante sfide nella sfida uomo contro uomo. Tanta efficacia al servizio anche dello spettacolo ed è per questo motivo che la Dea è difficilmente arginabile quando è in giornata, così come ampiamente dimostrato dai ben 98 goal messi a segno nello scorso campionato (torneo chiuso con uno storico terzo posto).
Juric è riuscito a riproporre gli stessi concetti a Verona , costruendo una squadra che coniuga al bel gioco tanto ritmo ed intensità. Le similitudini tra le due squadre vanno ben oltre quindi al semplice aspetto tattico e si spingono fino a idee che solo il tecnico croato è riuscito a fare totalmente sue.
Sia Gasperini che Juric disegnano le proprie squadre partendo da un 3-4-3 di base che poi all’occorrenza e a seconda degli uomini a disposizione, si trasforma in un 3-4-2-1 o in un 3-4-1-2 . La punta centrale è chiamata non solo ad essere perno offensivo, ma anche ad essere sempre protagonista dell’azione, tanto che gli attaccanti di fatto spingono con il resto della squadra, il tutto mentre gli esterni agiscono in costante proiezione offensiva.
Se il lavoro delle catene esterne è fondamentale quanto gli inserimenti dei centrocampisti, ai tre che compongono la linea di difesa spetta il compito di non scollegarsi da tutto il resto, tenere la squadra corta e recuperare il pallone il prima possibile.
Se Gasperini ha di fatto creato un modo di stare in campo, Juric è stato capace di riproporlo ed è proprio per questo che tanto l ’Atalanta , quanto il Verona , giocano un calcio diverso da tutte le altre compagini di Serie A.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: come il Gasp è riuscito a sorprendere l’Italia e l’Europa facendo dell’Atalanta una delle più straordinarie novità degli ultimi anni, così il suo allievo è riuscito a far fare un inaspettato salto di qualità ad un Verona al quale, quasi due anni fa, in pochi davano poche speranze di salvezza, visto che il gruppo era un mix di giovani (molti dei quali alla prima esperienza in A) e elementi reduci da esperienze complicate.
Il Verona si è quindi guadagnato l’appellativo di ‘ Piccola Atalanta ’, anche se lo stesso Juric ha tenuto a dire che secondo lui gli scaligeri mai riusciranno ad ottenere gli straordinari risultati ai quali gli orobici hanno ormai abituato.
“L’Atalanta non ha mai ceduto un giocatore che non fosse sostituibile, quelli che fanno la differenza, come Gomez o Ilicic, sono sempre rimasti. Loro vendono solo chi può essere sostituito. Non facciamo quindi paragoni, la nostra è una dimensione diversa. Gasperini e la sua squadra rappresentano ormai due eccellenze consolidate”.




