Mark Arnautovic Inter Mailand

Arnautovic e l'Inter, che storia: dalle riunioni in ciabatte ai ritardi agli allenamenti

Quando l'Inter lo preleva dal Twente nell'estate del 2009, l'etichetta appiccicata sul volto di Marko Arnautovic è parecchio ingombrante: per molti è l'erede di quello Zlatan Ibrahimovic appena ceduto al Barcellona, forse per un fisico imponente che a tratti ricorda quello dello svedese. I numeri dell'esperienza nerazzurra dell'attaccante oggi al Bologna, però, dicono tutt'altro.

Arrivato con una frattura da stress al piede destro, l'austriaco non convince definitivamente Mourinho e già questo dovrebbe bastare per capire quante fossero le perplessità sul suo conto: prestito con diritto di riscatto legato ad un certo numero di presenze, un 'pagherò' condizionato dai dubbi relativi ad una forma fisica precaria che però non pregiudicherà le 'imprese' lontano dal campo da gioco.

Sì, perché Arnautovic si fa notare più per il suo atteggiamento bizzarro che per i goal (che alla fine saranno zero): trasferitosi dalla piccola Enschede alla metropoli Milano, il ragazzo viene fagocitato dalle tentazioni e dal lusso sfrenato che lo proiettano nella dimensione del classico giocatore decadente, poco attento alle dinamiche della squadra che, pur senza di lui, riuscirà a scrivere la storia conquistando lo storico 'Triplete'.

Non è un caso se Mourinho lo fa esordire solo nei minuti finali del match vinto a Verona contro il Chievo del 6 gennaio 2010, un 'riconoscimento' alla sua 'genialità' evidenziata dal tecnico portoghese con quel retrogusto ironico che l'ha sempre contraddistinto.

"Marko è geniale. Dopo tanti ritardi si è presentato all'allenamento con addirittura cinque ore d'anticipo...".

Peccato che l'allenamento fosse al pomeriggio e non alla mattina come erroneamente creduto da Arnautovic, distratto dalla movida milanese frequentata insieme al grande amico Balotelli, con cui forma una coppia di tutto rispetto nei locali più chic del capoluogo lombardo. Forse è per questo che spesso si presenta alle riunioni tecniche con le ciabatte dell'albergo, punta di un iceberg ben più profondo di quanto si possa pensare.

Marko Arnautovic InterGetty Images

Uno dei punti 'più alti' dell'Arnautovic nerazzurro è sicuramente l'episodio che lo vede in veste di sfortunato protagonista, vittima del furto della Bentley prestatagli da Samuel Eto'o: nemmeno in questa circostanza riesce a portare a termine il compito e lo status di 'macchietta' è quello che più gli si addice, alla luce degli atteggiamenti oltre le righe che lo fanno apparire agli occhi dei compagni come un giullare capace di portare serenità e spensieratezza nei momenti più bui.

Momenti che però saranno ben pochi: a maggio l'Inter fa incetta di trofei, per Arnautovic è l'occasione di allenare i bicipiti sollevando Coppa Italia, Scudetto e Champions League, con lo stesso entusiasmo di uno che quelle vittorie ha contribuito ad ottenerle. Lui sa bene che non è così, ed è forse per questo motivo che è uno dei più scatenati durante l'alba del 23 maggio 2010: a San Siro l'Inter incontra i suoi tifosi per celebrare il trionfo europeo e Arnautovic è uno degli animatori della festa, ben più dei compagni che a Madrid sono da poco entrati nella leggenda, macinando fatica e sudore al 'Bernabeu'.

Lui invece è bello fresco, merito degli appena 56 minuti totalizzati in stagione che, ovviamente, non valgono il riscatto dal Twente che decide di cederlo a titolo definitivo al Werder Brema: qui Arnautovic ritrova un minutaggio accettabile e qualche goal, compreso uno rifilato proprio all'Inter in un inutile incontro della fase a gironi di Champions League che gli permette di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe.

"Ora mi sveglio in orario. Il Werder è una squadra vera, all'Inter ognuno faceva quello che voleva".

Parole che non avranno fatto piacere ai tifosi nerazzurri, per nulla scontenti di aver perso un potenziale talento che avrebbe potuto regalarsi una carriera decisamente migliore. Un talento che ci sapeva fare eccome e oggi, a distanza di anni, lo sta dimostrando anche in Italia con la maglia del Bologna.

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