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Referee arbitroGetty

Arbitro aggredito con pugni e graffi: squalifica di 5 anni al vice-allenatore della Nuova Oregina

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Mentre il calcio mediaticamente più noto va avanti, con i soliti temi e aspetti affrontati nel grande dibattito a livello nazionale (e non solo), nelle categorie minori, soprattutto in quelle giovanili, non si fermano gli episodi di violenza che hanno come vittime gli arbitri.

Nello scorso weekend a farne le spese è stato il direttore di gara della sfida tra Nuova Oregina e Anpi Casassa del campionato provinciale Giovanissimi U14, a Genova.

La partita, terminata 1-3 per l'Anpi Casassa, è stata caratterizzata da un evento assolutamente da condannare e che con il calcio c'entra poco, o nulla. Se non per il contesto in cui è avvenuto.

Come si legge dalla nota della Delegazione Provinciale di Genova, al termine della sfida Andrea De Vita, vice-allenatore della Nuova Oregina (tra l'altro senza patentino, come si evince dal comunicato), espulso per doppia ammonizione, "ha dapprima insultato e minacciato il Direttore di Gara, e successivamente, in stato definito "evidentemente alterato", lo ha aggredito facendogli colpire con la testa il muro, sferrandogli numerosi pugni (almeno cinque) al volto e alla testa, stringendolo e graffiandolo con la mano sul volto, e desistendo da tale aggressione soltanto in quanto bloccato e allontanato a forza da altre persone presenti".

Un episodio negativo risolto "dall'intervento necessario delle Forze dell'Ordine", l'ennesimo riguardante un giovane arbitro che, dolorante, dopo essersi recato in ospedale, ha ricevuto come referto una prognosi di 25 giorni, salvo complicazioni.

De Vita è stato sanzionato con una squalifica di cinque anni, fino al 2 marzo 2028, ma dal comunicato della Delegazione Provinciale di Genova della LND si legge che è stato richiesto un pugno duro: la radiazione.

"Considerata la particolare gravità della condotta violenta, la discrepanza di età tra aggressore e aggredito e l'entità delle lesioni subite dall'aggredito da quest'ultimo, si ritiene di applicare la sanzione nella misura massima prevista dall'ordinamento di cinque anni, con proposta di preclusione alla permanenza in ogni rango o categoria della FIGC".
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