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Andy Carroll LiverpoolGetty

Andy Carroll, il Geordie che non voleva giocare nel Liverpool

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Se nasci a Gateshead, nella contea di Tyne and Wear, sei automaticamente un Geordie. E' un marchio, un'etichetta, un onore. Dipende da come lo si vede, nel bene o nel male. Un Geordie è comunque qualcosa di unico, che va oltre la collocazione geografica.

Siamo in Inghilterra, ovviamente, e lì i Geordies sono popolarissimi. Basti pensare che su di loro 'MTV' ci ha prodotto un reality chiamato 'Geordie Shore'. Se lo avete visto sapete di cosa stiamo parlando, se non l'avete visto non vedetelo. E' un'estremizzazione quasi circense dei Geordies, ma su una cosa rende perfettamente l'idea. L'amore e il legame con la loro città: Newcastle.

A Gateshead nasce Andy Carroll ed è un Geordie al 100%. Parliamo di un ragazzo di 193 centimetri che nonostante la sua mole sa bene come giocare il pallone. E soprattutto sa bene come si fa goal, in qualsiasi modo possibile. Il Newcastle, fresco di dolorosa retrocessione nel 2009, si affida proprio a lui per l'immediata risalita. Al ragazzo cresciuto in casa, a un Geordie.

Il connubbio è perfetto, la risposta sul campo è devastante. Carroll segna 17 goal in Championship e 11 in mezza stagione di Premier l'anno successivo. A novembre 2010 fa il suo esordio in Nazionale da titolare a Wembley contro la Francia e due mesi dopo passa al Liverpooll per 35 milioni di sterline, diventando così il secondo calciatore inglese più pagato della storia.

Andy Carroll to LiverpoolGetty Images

Per tutti sarebbe un sogno, ma non per Carroll, non per un Geordie cresciuto nelle giovanili del Newcastle con il mito di Alan Shearer. Per lui giocare in Premier League, con la maglia dei Magpies, con il numero 9 sulle spalle, è praticamente l'apice. Diciamo che non accetta l'offerta del Liverpool, ma più che altro viene obbligato ad accettarla. E' già in volo sull'elicottero quando per poco non dice al pilota di tornare indietro.

"Non volevo andarci. Avevo appena comprato casa. E pure un gatto. Ero infortunato e pregavo di non passare le visite mediche. Ripensandoci ora mi rendo conto di quanto quell’esperienza mi abbia forgiato come uomo e giocatore. Dovevo lasciare la mia città per crescere”.

Dopo poco più di un anno con i Reds e soli 11 goal segnati, il nome di Andy Carroll viene tradotto come i soldi peggior spesi nella storia del Liverpool. Lo frenano gli infortuni, tra le altre cose. Gli stessi infortuni che lo tormentano durante i sette anni passati al West Ham, con l'assurda beffa di due operazioni sbagliate alla caviglia.

"Ero depresso, arrabbiato per quella caviglia che non guariva. Due operazioni sbagliate. Dopo la prima le viti si sono allentate. Ma si è mai sentita una cosa simile? Nella seconda non sono state stretta a sufficienza. Poi un altro intervento, stavolta con le viti giuste, ma a quel punto i legamenti erano saltati. E in due anni nessuno se n’era accorto".

A Londra Carroll vive anche uno dei momenti più brutti della sua vita, finendo vittima di una rapina a mano armata con tanto di inseguimento.

"Stavo tornando a casa dall’allenamento, si affianca un tizio in moto, mi pare di conoscerlo. A un tratto estrae una pistola, me la punta a alla testa e mi chiede l’orologio. Fuggo a folle velocità, contromano, sorpassi azzardati, colpisco auto parcheggiate. Alla fine lo semino. Ma vivo nel terrore per mesi. Sono nel mirino di qualcuno? La mia famiglia è a rischio?”.

L'esperienza di Carroll al West Ham è travagliata, tra il rapporto complicato con il tecnico Allardyce e quello con il presidente Karren Brady, che lo accusa di inventare il funerale della nonna per saltare le partite. Solo a tratti si rivede il vero Carroll, quello di Newcastle, capace di segnare goal magnifici come quello in rovesciata contro il Crystal Palace, uno dei più belli mai visti negli ultimi dieci anni in Premier League.

A farla da padrona sono comunque gli infortuni, i problemi. Nel 2019 il West Ham dice basta e sceglie di non rinnovare il contratto di Carroll. E' il punto più basso della carriera del ragazzo di Gateshead, ma anche l'occasione per tornare a casa, nella sua Newcastle.

Carroll firma con i Magpies da svincolato e si accontenta della maglia numero 7 visto che la 9 è occupata. Il suo 2021 si è aperto con un goal, quel goal che in Premier League gli mancava da tre anni. Non è più la stella nascente del club, non è più l'uomo mercato, ma va bene così perché è tornato ad essere un Geordie al 100%.

“Ero in autostrada, stavo tornando da Londra a Newcastle e mi sono reso conto che è qui che devo essere. E’ casa mia”.

A fine stagione i Magpies hanno deciso di non confermare il 32enne, che oggi ne conta 34 di candeline. Quello del gennaio 2021 al Leicester è il suo ultimo goal in Premier. Da lì solo spezzoni, poi nuove avventure in Championship: al West Bromwich e al Reading. Oggi milita nell'Amiens, club della Ligue 2.

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