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Andrea AgnelliGetty

Agnelli: "Superlega necessaria, Ceferin e Infantino attaccati alle poltrone"

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A un mese dalla sua ultima conferenza stampa in Italia, Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, è tornato a parlare in una lunga intervista esclusiva concessa al quotidiano olandeseTelegraaf. Tantissimi i temi toccati: le sue dimissioni, la Superlega, il monopolio della Uefa, il suo rapporto con Ceferin e Infantino, presidente della FIFA, e tanto altro.

"La sospensione mi è stata imposta dalla Federazione italiana dopo aver studiato l'indagine del Dipartimento di Giustizia. Ma non sono stato ascoltato e non ho potuto difendermi - ha esordito Andrea Agnelli, che ha spiegato di essersi dimesso "A causa di un'indagine penale che mi riguarda personalmente. Non posso dire molto su questo perché il caso è in corso, la prima udienza preliminare sarà il 27 marzo. Lì si deciderà se il caso si fermerà o meno. Non volevo che la Juventus si facesse carico di questo peso per tutto questo tempo".

Da questioni personali si passa a questioni globali: AndreaAgnelli è tornato sulla necessità di una competizione come la Superlega per salvaguardare il sistema calcio che secondo lui è sempre più a rischio.

"La posizione di monopolio e il potere della UEFA devono essere spezzati per dare ai club un futuro finanziariamente stabile, un futuro in cui non si debba cadere in disgrazia se non ci si qualifica per il calcio europeo. Questo è un problema per ogni club. Con una tale incertezza, non si può avere una politica sana e strutturale. Per questo motivo sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di alto livello, con opportunità finanziarie e sportive per ogni squadra".

Oltre l'aspetto finanziario, un altro grande problema secondo Agnelli è la prevedibilità del calcio che nel tempo porterebbe i tifosi a seguire sempre meno le partite:

"I vincitori di molti campionati, nazionali e internazionali sono praticamente noti in anticipo. Soprattutto grazie agli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L'Inghilterra è al primo posto in questo senso, e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in modo sontuoso nelle fasi finali dei tornei di coppa europea. Con la Spagna subito dietro e alcuni club come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. Così anche Ajax, Feyenoord e Juventus. Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. A differenza delle federazioni internazionali, che non hanno alcun riguardo per i problemi dei club. In quanto governanti, vogliono mantenere tutto com'è. Si oppongono a qualsiasi cambiamento. Ecco perché il sistema non è a prova di futuro".

Per queste ragioni, secondo l'ex presidente della Juventus, la tanto discussa Superlega:

"È necessaria. Perché se il calcio rimane prevedibile come ora, il pubblico si allontanerà. C'è bisogno di un'altra lega europea con diverse divisioni con uno schema di promozione e retrocessione, a condizioni che diano pari opportunità ai club. Pensate a sessanta-ottanta club in tutta Europa. Con i miei 13 anni di esperienza nell'industria del calcio so come funzionano le cose, ho raccolto idee e dico che è tempo di campionati più equi. Se si mantiene il sistema attuale, il divario tra i club inglesi e spagnoli in particolare e gli altri non fa che aumentare. Forse tranne che per il PSG e il Bayern Monaco. Invece si dovrebbe puntare a una maggiore democrazia sportiva".

Agnelli ha poi raccontato anche un retroscena sul nuovo possibile format della Champions League, che avrebbe potuto prendere vita quattro anni fa:

"Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander (Ceferin, ndr) e io. I top club di tutti i campionati ECA (all'epoca circa 130 club europei, ndr) si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni dei grandi campionati, i dirigenti dei grandi campionati e alcune federazioni vedevano il nuovo formato come una minaccia. Per questo motivo Ceferin si tirò indietro. Quando la UEFA ha messo i bastoni tra le ruote, sono nati progetti esterni alla UEFA per organizzare una nuova competizione con tutti i club dell'ECA. Se alla fine la cosa prenderà piede dipenderà in parte dalla Corte di giustizia europea. A livello interno è stata una guerra che non sono riuscito a vincere".

A proposito del rapporto con i club dell'ECA e con Al-Khelaifi:

"Tanti club sono favorevoli a un panorama calcistico diverso, ma se parli con me, sei d'accordo con me o mi segui, vieni bandito dalla UEFA. Quindi i club difendono la propria posizione e si adeguano. Il mio successore all'ECA è Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain. Un tipo simpatico. Non era d'accordo con l'idea della Superlega, ha sostenuto la UEFA perché un altro campionato non è nell'interesse del Qatar, proprietario del PSG. Non ci si deve aspettare un cambiamento da lui. Ma sotto sotto, c'è abbastanza entusiasmo per le iniziative di nuovi campionati tra molti club, oltre che tra i giocatori, il pubblico, le società televisive, le parti commerciali e gli investitori. Solo la UEFA ha il monopolio e frena tutto. Finché la Corte europea lo permetterà. La sentenza è attesa per la primavera. Sono molto curioso di sapere se la Corte confermerà la posizione di monopolio dei campionati UEFA in un mercato europeo libero. Se così fosse, la Corte non considererà l'industria del calcio, con un fatturato annuo di circa 50 miliardi di euro e 700.000 posti di lavoro coinvolti, come un'attività economica, ma come ungioco, un'attività basata su volontari che giocano una partita di calcio".

Agnelli non ci è andato leggero neanche parlando, di nuovo, del monopolio di Ceferin e Infantino in UEFA e FIFA:

"Non è strano che ci sia un solo candidato alla presidenza sia della UEFA che della FIFA? Per non parlare di quelli che ci sono già: Ceferin e Infantino. È una situazione sana? Ci si può aspettare un cambiamento da queste persone? Ceferin e Infantino faranno di tutto per rimanere al centro del potere e assicurarsi i loro privilegi. Avete visto cosa dice Ceferin nel documentario della Apple? Come presidente UEFA, si sente potente come un re e parla come un primo ministro dell'organizzazione delle competizioni".
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