Se il Porto ha eliminato la Juventus ed è l'unica squadra lusitana ai quarti di Champions League, lo Sporting Lisbona si sta avvicinando passo dopo passo a vincere dopo tempo immemore il campionato portoghese. A due mesi dal termine della contesa, le sensazioni sono a dir poco positive.
Lo Sporting è infatti a +10 sul Porto, a +11 sul Braga a e a +13 sul Benfica, che stanno timidamente inseguendo la compagine di Lisbona senza riuscire minimamente ad impensierirla. Nessuna di loro è in un periodo complicato, ma a pesare sono le sconfitte dei mesi precedenti. I biancoverdi, invece, non hanno subito neanche un k.o fin qui.
Un dato impressionante per la squadra di Rúben Amorim, considerando che negli altri top campionati europei. tutte le squadre, da Atletico Madrid a Manchester City, da Inter a Bayern Monaco, hanno subito almeno una sconfitta. Loro no, entusiasti e decisi a fare la storia.
Sì perchè oramai sono vent'anni che dalle parti dello Stadio José Alvalade non si festeggia la vittoria del campionato. Era il 2001/2002 e in squadra militava il leggendario Jardel, capace di chiudere l'annata con 42 centri, spazzando via rivali interni e continentali, portando a casa la Scarpa d'Oro per la seconda volta in carriera.
Da allora il duopolio tra Porto e Benfica è stato impressionante, tanto che nessuno, anche avvicinandosi, è riuscito a strappare il titolo su tale asse. Alcuni dei più grandi giocatori lusitani hanno vinto il titolo nell'ultimo ventennio, ma non Cristiano Ronaldo, in prima squadra proprio l'anno seguente all'ultimo campionato conquistato.
Amorim sta compiendo un capolavoro, visto e considerando come sia stato scelto dallo Sporting proprio nel 2020: l'esperienza da giocatore e la passata stagione al Braga hanno influito positivamente sul gruppo biancoverde, che può contare elementi come Joao Mario, Paulinho e il giovane Quaresma.
Nulla è ancora scritto e i tifosi aspettano per lasciarsi andare, anche dopo tanti problemi subiti negli ultimi anni, dall'aggressione dei giocatori nel 2018 ai problemi societari delle passate stagioni. La consapevolezza di aver lottato in passato, senza festeggiare, rimane ancora vivida. Ma sotto sotto, il pensiero di esultare è sempre più presente. Ovviamente.




