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Acerbi(C)Getty Images

Zoff sul caso Acerbi-Juan Jesus: "Sentenza giusta, certe cose devono rimanere in campo"

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Intervistato da Il Tempo, l'ex portiere della Juventus e della Nazionale italiana, Dino Zoff, si è espresso sul caso che ha fatto (e sta facendo) discutere relativo ai presunti insulti razzisti che Francesco Acerbi avrebbe proferito nei confronti di Juan Jesus durante Inter-Napoli.

Il difensore nerazzurro, tuttavia, è stato assolto dal Giudice Sportivo a causa della mancanza di prove certe che certifichino la matrice razzista del presunto insulto.

Morale della favola, dal rischio di una pesante stangate all'assoluzione totale. Una decisione che ha suscitato lo sdegno del Napoli e dello stesso Juan Jesus.

C'è però chi ritiene che la decisione sia quella corretta, ovvero colui che ha sollevato la Coppa del Mondo al cielo di Madrid nell'estate del 1982.

  • "LE COSE DI CAMPO DEVONO FINIRE IN CAMPO"

    "La sentenza mi trova molto favorevole, credo che le cose di campo debbano finire in campo. È poi c'è già stato un chiarimento tra i due giocatori, quindi mi è sembrato quasi inutile tutto ciò che è successo in questi giorni".

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  • LO SFOGO DI JUAN JESUS

    Nella nota, pubblicata sul sito del Napoli, Juan Jesus ha commentato, con rammarico, l'assoluzione di Acerbi:

    "Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il Giudice Sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti durante la partita Inter-Napoli dello scorso 17 marzo: è una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza.

    Sono sinceramente avvilito dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito “da signore”, evitando di interrompere un’importante partita con tutti i disagi che avrebbe comportato agli spettatori che stavano assistendo al match, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio.

    Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire.

    Non mi sento in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che “è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesa” ed il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che, sempre secondo la decisione, solo io e “in buona fede” avrei percepito".

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