Essere il capitano del Manchester United dovrebbe ispirare grande rispetto, ma Bruno Fernandes raramente lo riceve dagli opinionisti. Graeme Souness è stato uno dei suoi più feroci critici, attaccandolo in numerose occasioni. In diverse occasioni lo ha definito "infantile", accusandolo di "gettare la spugna" e, più recentemente, etichettandolo come "un peso".
Souness, uno dei più grandi giocatori della storia del Liverpool, non ha mai avuto problemi a criticare i giocatori dello United, in particolare Paul Pogba. Probabilmente le sue parole non infastidiscono Fernandes. C'era da aspettarselo. Ciò che gli fa probabilmente più male, anche se lui insiste che non è così, è la raffica di critiche rivolte al suo modo di giocare da una leggenda proprio dei Red Devils.
Roy Keane ha recentemente rivaleggiato con Souness come il più grande detrattore del portoghese, non perdendo occasione per attaccarlo. Nonostante abbia messo lo zampino in 31 tra goal e assist in questa stagione, l'ex giocatore di Novara, Udinese e Sampdoria è diventato uno strano capro espiatorio in una squadra così povera di stelle.
Keane lo ha messo di nuovo nel mirino a febbraio, prendendo di mira la narrazione secondo cui Fernandes avrebbe tenuto la squadra sulle spalle dopo averla tirata fuori dai guai contro l'Everton e l'Ipswich. "Salvarci? Sono quindicesimi in campionato e lui li sta salvando? Sia lodato il Signore! - ha detto l'irlandese a The Overlap - Bruno è un giocatore di talento, ma il talento non basta. Non è un combattente".
A Keane piacciono le discussioni accese, ma i suoi commenti non hanno centrato il bersaglio. Fernandes è sempre stato un combattente ed è la ragione principale per cui lo United può ancora lottare per qualcosa in questa stagione: ha la possibilità di vincere l'Europa League, missione che riparte questa sera a Lione, e guadagnarsi un biglietto per tornare in Champions League.



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