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Veni, vidi, vici e vado: Conte porta al trionfo il Napoli e saluta? I precedenti con Juventus e Inter

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Antonio Conte è a un passo dal diventare il primo allenatore a vincere il campionato di Serie A con tre squadre diverse: la Juventus, l'Inter, il Napoli. Tecnicamente il primo sarebbe Fabio Capello, i cui trionfi bianconeri sono stati però cancellati da Calciopoli.

La sostanza non cambia: la carriera di Conte è ridecollata a Napoli dopo un breve e non fortunatissimo intermezzo al Tottenham. Squadra che ha appena conquistato l'Europa League, sì, ma che prima di mercoledì non vinceva dal 2008 e che nemmeno con il salentino in plancia di comando era riuscita a invertire la rotta.


Conte, a prescindere da come finirà questa sera Napoli-Cagliari e a prescindere dalla conquista o meno dello Scudetto, ha ridato slancio a una rosa sportivamente depressa dopo il decimo posto dello scorso anno. E ha rilanciato anche se stesso, tanto da riproporsi con forza assoluta negli ambienti del mercato.

Conte resta o se ne va? Costruirà un progetto vincente a Napoli oppure saluterà dopo un anno? Ci si penserà da sabato, ovviamente. Perché prima c'è uno Scudetto in ballo. Ma è un argomento che andrà necessariamente e definitivamente affrontato alla luce di tutto quel che è accaduto nelle ultime settimane.

  • JUVENTUS E MILAN ALLE PORTE

    Conte ha firmato nell'estate del 2024 un contratto con il Napoli valido per tre anni, dunque fino al 30 giugno del 2027. Ma si sa che i contratti sono fatti per essere stracciati. Specialmente nel calcio, un mondo a parte rispetto al mondo reale.

    La Juventus si è stagliata in maniera pesante all'orizzonte. Proprio quella Juve dove Antonio ha dato il via a una carriera vincente, riportando - corsi e ricorsi storici - una squadra allo sbando a dominare l'Italia dopo averne già scritto gloriose pagine di storia da calciatore, capitano, leggenda.

    La panchina bianconera con ogni probabilità si libererà dopo il Mondiale per Club, quella del Milan - che il Mondiale però non lo gioca - pure: Sergio Conceiçao è destinato a lasciare il posto a qualcun altro al termine di un'annata che, Supercoppa Italiana a parte, ha regalato solo delusioni.

    Entrambe sono state accostate a Conte, ma è facile immaginare come la Juventus stazioni in pole position. Non solo perché il Milan a suo tempo ha già rifiutato Conte, come ammesso un anno fa da Zlatan Ibrahimovic, ma anche e soprattutto perché i rossoneri non giocheranno le coppe, come il Napoli quest'anno, in un contesto di tremenda incertezza societaria e tecnica.

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  • L'ULTIMA COL NAPOLI? (MA NON IN PANCHINA)

    Per questo la partita contro il Cagliari, che potrebbe regalare al Napoli il suo quarto Scudetto oppure farlo scivolare al secondo posto o ancora costringerlo a uno spareggio contro l'Inter, rischia di avere anche un altro significato: potrebbe essere l'ultima panchina di Conte da allenatore dei partenopei.

    Panchina per modo di dire, chiaramente. Perché Conte ai bordi del campo del Maradona non ci sarà: sarà in tribuna a soffrire come qualsiasi altro tifoso, lasciando l'incombenza al vice Stellini, dopo l'espulsione rimediata nel finale della partita di Parma per quel battibecco con la panchina di casa. Tecnicamente, insomma, proprio quella del Tardini potrebbe essere stata l'ultima di Conte col Napoli.

    Ha detto il tecnico qualche tempo fa che "il tifoso non mi chiede del mio futuro, il tifoso chiede lo Scudetto". Ma questo è vero solo in parte. Al tifoso interessa l'oggi e pure il domani. E del domani, come diceva Lorenzo De' Medici, da questo punto di vista non c'è certezza.

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  • I PRECEDENTI CON JUVENTUS E INTER

    Non sarebbe il primo addio di Conte dopo una vittoria. Anzi: sarebbe addirittura la terza volta. In altre due occasioni Conte ha conquistato uno Scudetto e subito dopo se n'è andato: prima alla Juventus, poi all'Inter.

    La storia di Conte e della Juve, che ora potrebbe ricominciare, si è interrotta nell'estate del 2014 dopo tre trionfi nazionali in tre anni, ma senza quel salto di qualità a livello europeo e di mercato che il tecnico si sarebbe atteso. A poco, in quel caso, era servita la semifinale di Europa League su cui si erano appena inerpicati i bianconeri, poi persa contro il Benfica.

    "Quando ti siedi in un ristorante da 100 euro, non puoi pensare di pagare con 10 euro", diceva in quell'occasione Conte. Una frase che gli è rimasta impressa come un marchio, tanto che lo stesso tecnico qualche mese fa è sbottato: "All'epoca quando feci la battuta era vera. In quel momento storico in cui non puoi spendere quanto gli altri le cose cambiano. Non capisco perché etichettarmi con questa frase. La trovo una domanda antipatica".

    Il rapporto è finito presto anche con l'Inter, nonostante un secondo e un primo posto. A conferma di come spesso sia il futuro, non tanto il presente, a indirizzare le scelte di un professionista nel mondo del calcio.

    Nell'estate del 2021, Conte ha chiesto alla dirigenza nerazzurra di poter proseguire il proprio lavoro senza che la rosa venisse privata dei suoi elementi migliori. Ma in quelle settimane se ne sono andati Hakimi e Lukaku, due pilastri della visione contiana, frutto della volontà del club di alleggerire il passivo. La separazione, a un certo punto, è divenuta quasi inevitabile.

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  • E IL NAPOLI?

    Certo, nulla è ancora scritto. Il Napoli farà il possibile e forse anche oltre per accontentare Conte, per venirgli incontro sotto diversi punti di vista, per rafforzare la struttura che lo circonda. Alla fine non si tratta solo di mercato o di acquistargli questo o quel giocatore, come qualcuno erroneamente pensa da tempo.

    "Il club deve crescere se vogliamo essere competitivi per tutto l'anno - diceva Conte in tempi non sospetti, a febbraio - Bisogna anche investire sulle infrastrutture. Dobbiamo investire sul centro sportivo non su un giocatore. Bisogna costruire su un settore giovanile che ad oggi non c'è. Sono qui per supportare Manna e la famiglia De Laurentis. Sono qui per dare una visione e migliorare il club. Il resto sono cazzate".

    Un concetto che l'allenatore ha provato a ribadire nella conferenza stampa di giovedì, l'ultima della stagione, quella di presentazione di Napoli-Cagliari:

    "Si è detto che qualsiasi cosa che veniva fatta la si faceva per Conte, per me è stato brutto e assurdo, perché tutto è stato fatto per il Napoli e non perché lo volevo io o per accontentarmi. Tutto ciò che abbiamo cercato di indirizzare è stato per la crescita sportiva".

    Poi, è chiaro, anche il mercato vero e proprio farà la sua parte. Il tentativo del Napoli di mettere sotto contratto Kevin De Bruyne e Jonathan David va anche in questa direzione: mettere a disposizione di Conte una rosa competitiva anche per la Champions League. In attesa di capire quale sarà la sua decisione definitiva.

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