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Luciano SpallettiGetty Images

"Uomini forti, destini forti": perché Spalletti alla Juventus è una scommessa che nessuno può perdere

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Una sfida per tutti. Questo sarà l'avventura di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus.

Perché se è vero che parliamo di un tecnico con una lunghissima carriera e una grande esperienza ad alti livelli, è anche innegabile che Spalletti sia reduce da un clamoroso flop.

Allo stesso tempo non può più sbagliare la società Juventus che negli ultimi anni ha cambiato di continuo allenatori, ma pure dirigenti, senza mai ottenere risultati.

E che dire dei giocatori? Alcuni di loro sono in bianconero ormai tempo e adesso sono chiamati a dimostrare di meritarsi quella maglia. Perché la colpa non può essere sempre e solo dell'allenatore di turno.

  • SPALLETTI VUOLE UNA RIVINCITA

    Luciano Spalletti si siede sulla panchina della Juventus a 66 anni diventando l'allenatore più anziano nella storia del club bianconero.

    E lo fa accettando un contratto di pochi mesi senza nessuna garanzia per il futuro neppure in caso di qualificazione alla prossima Champions League. Ma perché? Il motivo sta nella fortissima voglia di rivalsa dopo il clamoroso e fragoroso flop alla guida dell'Italia.

    Spalletti non è riuscito a trasmettere in Nazionale le sue idee, mostrando una certa confusione sia a livello tattico che di uomini. Anche sotto il profilo strettamente umano il feeling tra Spalletti e gran parte dei giocatori azzurri non è mai scattato del tutto.

    "In Nazionale ho commesso l’errore di trasferire troppo il mio sentimento di amore per il calcio. Lì forse ho sbagliato, perché li ho un po’ intasato dal punto di vista delle cose richieste. Ai calciatori serve essere leggeri, perché le pressioni sono tante. Arrivare alla partita e sentire musica nello spogliatoi", ha ammesso Spalletti al Festival dello Sport di Trento.

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    UN ESAME PER LA NUOVA DIRIGENZA

    La scelta di puntare su Spalletti e soprattutto l'esonero di Igor Tudor già a ottobre però mettono anche la società di fronte alle proprie responsabilità.

    In estate Comolli, uomo forte voluto da John Elkann dopo l'allontanamento di Cristiano Giuntoli, aveva deciso di confermare il croato nonostante i contatti con altri allenatori.

    Una conferma evidentemente non troppo convinta dato che la panchina di Tudor ha iniziato a traballare quasi subito.

    L'ex allenatore ha sicuramente le sue responsabilità nel complicato inizio di stagione bianconero ma non può essere l'unico colpevole. Gli acquisti estivi, ad esempio, fino ad oggi non hanno dato il contributo sperato.

    E più in generale la costruzione della rosa non è sembrata impeccabile con alcuni doppioni e altri ruoli rimasti scoperti. Sulla scelta di Spalletti, insomma, si misura anche il nuovo corso dirigenziale bianconero che deve dimostrarsi all'altezza della gloriosa storia di un club come la Juventus.

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  • LE COLPE DEI GIOCATORI

    "Abbiamo cambiato tre allenatori in un anno e mezzo, dobbiamo guardarci allo specchio e vedere dove stiamo sbagliando. Non credo sia giusto incolpare una persona: la colpa è di tutti. Oggi dovevamo dare un segnale e lo abbiamo fatto. Ma se non lo facciamo nelle prossime partite non servirà a niente. Dobbiamo parlare di meno e fare di più"  ha dichiarato Dusan Vlahovic dopo Juventus-Udinese.

    Parole da leader nonostante un contratto in scadenza e che dovrebbero condividere tutti all'interno dello spogliatoio bianconero. Uno spogliatoio che fatica a trovare una vera guida riconosciuta, a prescindere da chi indossi la fascia da capitano in campo.

    Anzi in realtà spesso tra i giocatori più discussi ci sono stati proprio coloro che dovrebbero rappresentare la spina dorsale della Juventus, ovvero gli italiani ed in particolare Cambiaso e Locatelli.

    Il primo, forse distratto da qualche voce di calciomercato, ormai da mesi è nettamente sotto il suo livello mentre il secondo dovrà mettere da parte le incomprensioni con Spalletti in azzurro e dare una mano al nuovo allenatore.

    Perché in caso di nuovo fallimento, stavolta, a pagare potrebbe non essere solo chi siede in panchina.

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  • FBL-EUR-NATIONS-ITA-GERAFP

    "UOMINI FORTI, DESTINI FORTI"

    "Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli. Non c’è altra strada". La frase pronunciata qualche anno fa da Luciano Spalletti è diventata un cult. E sembra perfetta per il momento della Juventus.

    Nessuno può più tirarsi indietro. A tutti i livelli. Dalla dirigenza al campo, tutti sono sotto esame da qui al termine della stagione.

    Il primo, ovviamente, è proprio il nuovo allenatore che ha accettato di raccogliere una sfida difficile, ma non impossibile. Questa infatti non sarà la Juventus dei nove Scudetti consecutivi ma è una squadra che può sicuramente fare molto meglio di quanto visto finora.

    Spalletti però avrà bisogno del massimo sostegno da parte della società anche in caso di scelte forti. Già perché in passato il tecnico di Certaldo non ha avuto paura di mettere ai margini prima Totti alla Roma e poi Icardi all'Inter, solo per fare due nomi pesanti.

    "Fatemi il contratto che volete, sono io che devo dimostrarvi sul campo di meritare la conferma, se non sarò all’altezza sarà giusto andare a casa" avrebbe detto Spalletti alla dirigenza bianconera. 

    Una scommessa da vincere, insomma. Per lo stesso Spalletti ma anche per l'intero mondo Juve. 

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