Il secondo ritorno di Neymar al Santos è stato, per gran parte, una delusione. I problemi fisici che hanno segnato la carriera del brasiliano lo hanno seguito anche in patria e, di conseguenza, non è mai riuscito a trovare continuità. Nella stagione 2025 ha disputato solo 20 delle 38 partite di Serie A del Santos, realizzando otto goal, ed è ancora in attesa di una convocazione nella Nazionale brasiliana dopo due anni di assenza.
A 33 anni, non ci sono dubbi sul fatto che i suoi anni migliori siano ormai alle spalle. Non è nemmeno chiaro dove giocherà nel 2026, visto che il Santos non gli ha ancora fatto firmare un rinnovo. Ma, se davvero questo dovesse essere l’epilogo, Neymar ha salutato in grande stile. Il Santos ha evitato la retrocessione immediata in Serie B solo grazie alle tre vittorie che hanno chiuso la stagione, e il contributo di Neymar è stato decisivo, giocando sopra il dolore per salvare il club del suo cuore nel momento più delicato.
“Penso che un sette sia un buon voto”, ha detto Neymar ai giornalisti quando gli è stato chiesto di valutare la sua stagione su dieci dopo la vittoria all’ultima giornata contro il Cruzeiro. “In campo tutti sanno che riesco comunque a proteggermi, ma per tanti motivi le cose non vanno sempre come vorremmo. Ora è il momento di resettare la testa, dimenticare il calcio per una decina di giorni, perché ne ho bisogno. Devo fare un reset completo”.
L’ex stella di Barcellona e Paris Saint-Germain ha poi aggiunto: “Poi concentrazione totale sull’ultima missione, che è il Mondiale. Questo è il nostro obiettivo. Se Dio vorrà, andrà tutto bene. Io sono sempre pronto. Ma non dipende da me”.
La narrazione più diffusa su Neymar è che non abbia mai espresso fino in fondo il suo enorme potenziale, ed è una lettura in parte inevitabile considerando quanto tempo abbia trascorso in infermeria nel corso degli anni. Ma merita comunque maggiore rispetto come vera leggenda del calcio moderno. Le sue prodezze alla Vila Belmiro, si spera, contribuiranno a migliorare la percezione pubblica della sua carriera. Questo, però, non dovrebbe tradursi in un romantico ultimo atto al Mondiale del 2026.
Un Neymar appena a mezzo servizio può forse essere stato utile al Santos, ma diventerebbe solo un problema per Carlo Ancelotti, che non può permettersi sentimentalismi al momento di scegliere la rosa del Brasile per la fase finale del torneo.




.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)
