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Tiago Pinto ironico: "Dybala e Lukaku? Sono stato fortunato, gli altri non li volevano"

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Del futuro si discuterà, sicuramente: anche perché quello di Tiago Pinto alla Roma è ancora in discussione. IL suo lavoro continua, però.

Il direttore sportivo giallorosso è intervenuto su uno degli stage del Social Football Summit 2023, allo stadio Olimpico di Roma, chiudendo la seconda giornata.

Tra i temi affrontati quelli del calciomercato, con le operazioni Paulo Dybala e Romelu Lukaku, ma anche quello relativo proprio al suo futuro in dirigenza.

  • PINTO: "DYBALA E LUKAKU? NON LI VOLEVANO, FORTUNATI..."

    Ironico, Tiago Pinto ha risposto alla domanda sul come si preparano colpi come quelli legati agli arrivi di Paulo Dybala e Romelu Lukaku.

    "Come si preparano colpi come Dybala e Lukaku? Dicono che sono molto fortunato, che gli altri non li volevano... Aggiungo a Dybala e Lukaku anche Mourinho: la prima cosa che fai è far vedere le ambizioni della società. Poi, quello in cui siamo stati bravi è stato il timing. Ha fatto la differenza il lavoro di squadra: il coinvolgimento della società e dell’allenatore. Non voglio fare il paraculo nei confronti dei tifosi, ma Dybala, Lukaku e Mourinho sanno che non trovano tifosi così altrove. Nel caso di Dybala e Lukaku se andavamo a lottare coi club che li volevano all’inizio del mercato non ce l’avremmo fatta. Tutti e due sono brave persone: poi sì, c’è stata un po’ di fortuna in mezzo".

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  • PINTO: "I DATI? TUTTI SAPEVO CHI FOSSERO ENDRICK O KVARATSKHELIA"

    Punge, poi, Tiago Pinto quando gli viene chiesto dell'utilizzo dei dati per il calciomercato e l'attività di scouting.

    "Ci sono tanti club che fanno bene con i dati, ma è più una cosa per aiutarci, non è che adesso è una formula magica che risolve tutto. Anche i club che dicono che fanno tanto bene coi dati avranno un esempio di giocatori sbagliati che hanno preso. Oggi si parla tanto di scouting, di colleghi che dicono che hanno scoperto quello o l’altro, a me non vedrete mai dire una cosa del genere. Tutti sapevamo chi fosse Endrick. O non è che non sapevamo chi fosse Kvaratskhelia: ecco, nomi che domani faranno dire che Tiago Pinto è scarso. Il merito poi sta far diventare quei giocatori quello che poi sono diventati: serve il lavoro dell'allenatore per tirare fuori quel potenziale".

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  • TIAGO PINTO SULL'ARABIA SAUDITA

    Non spaventa, invece, lo sviluppo dell'Arabia Saudita nel panorama calcistico internazionale.

    "Quando negli anni ’90 e all’inizio del 2000 la Serie A aveva tutti i grandi giocatori del mondo, nessuno ha detto che la Serie A era prepotente. Adesso che la Premier League ha tutti i grandi giocatori del mondo, nessuno dice niente. E l’Arabia Saudita? È un campionato normale: nella prossima sessione di mercato si vedrà un effetto importante. Prima ci si andava per le condizioni economiche: adesso ci si va perché ci sono anche giocatori importanti. Ibanez ha ricevuto una proposta economica importante, ma ci è andato anche perché lì ci sono grandi giocatori. Aveva altre proposte. Anche la Premier League ha un competitor in più adesso. Noi avremo sempre questo problema: ci sarà sempre qualcuno che ha più soldi di noi. Dobbiamo essere più furbi".

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  • PINTO: "EREDITATA UNA SQUADRA CON OVER 30"

    Un altro tema è quello della Roma trovata al suo arrivo: una squadra piena di esuberi e giocatori Over 30.

    "Qui in tre anni, non voglio fare il fenomeno, considerando la rosa che abbiamo ereditato, con tanti giocatori sopra i 30 anni e con infortuni cronici, e tanti giocatori fuori rosa senza sapere il loro valore economico e con 150 milioni di euro di vendite, è stato fatto un buon lavoro. Io vivo un po’ in una bolla: capisco quello che succede, ma non so proprio quello che dicono di me o meno. Sull’equilibrio finanziario della Roma paga il tempo: il tempo dimostrerà che quello che abbiamo fatto nella Roma negli ultimi 3 anni è un buon lavoro, con 150 milioni di euro di vendite. Quando andrò via dalla Roma devo lasciarla in maniera migliore di quello che ho trovato".

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  • LA ROMA FARÀ LA SQUADRA B?

    Un'incognita è rappresentata, per Tiago Pinto, dall'allestimento e dalla creazione della squadra B, dopo la scelta dell'Atalanta di seguire il modello Juventus.

    "È vero che il settore giovanile della Roma ha sempre prodotto tanti giocatori, ma fare esordire tanti giocatori come fatto negli ultimi anni non era scontato. Il ruolo dell’allenatore è molto importante, perché tu puoi fare un gran lavoro dal punto di vista giovanile, ma se Mourinho non ti apre le porte della prima squadra il lavoro che c’è dietro non serve a nulla. Questa vicinanza con la prima squadra, con diversi esordi in prima squadra, creando ricavi con la vendita dei giocatori della prima squadra, è importante. Per la squadra B i miei dubbi sono che con le regole che ci sono oggi in Italia dobbiamo spendere tanti soldi per crearla. Poi ho dei dubbi sulla promozione in serie B e ho paura che una squadra B mi serva per posticipare l’uscita dei giocatori in esubero".

  • IL FUTURO DI TIAGO PINTO

    Infine, a chiusura del panel al Social Football Summit 2023, attenzione rivolta al suo futuro alla Roma.

    "Se sarà anche l’anno prossimo sarò a Roma? L’importante è la Roma, il futuro della Roma. Di questo si parla internamente: l’importante è la Roma".

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