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3X3 Derby d'Italia

Spot per il calcio o difese horror? L’ha buttata via l’Inter o l’ha ripresa la Juventus? Ma alla fine Yildiz è veramente un “giocatorino”? Il 3X3 di GOAL

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Spot per il calcio o difese horror? L’ha buttata via l’Inter o l’ha ripresa la Juventus? Ma alla fine Yildiz è veramente un “giocatorino”?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sul derby d'Italia: il punto di vista di Marco Trombetta, Lelio Donato e Antonio Torrisi nel nostro 3X3.

  • Inter-Juventus Serie AGetty Images

    SPOT PER IL CALCIO O DIFESE HORROR?

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  • Marco Trombetta: "Io c'ero e me la sono goduta. Quando ci ricapita?"

    Parliamo chiaro, dal punto di vista strettamente tecnico-tattico (come direbbe il maestro Capello) è stato un disastro collettivo. Errori di interpretazione, di posizione, alcuni davvero incomprensibili. Ma posso dire una cosa da spettatore neutrale che fortunatamente era allo stadio? Ma chi se ne frega. Volgiamo tanto il calcio moderno, offensivo, votato ai goal. E allora di cosa ci lamentiamo? Godiamocela per una volta.

    Il problema, tutto italiano, è che bisogna cercare sempre la polemica. Se fosse finita 0-0 cosa avremmo detto? Le stesse cose, ma al contrario. Un derby d'Italia così, probabilmente, non lo rivedremo mai più. E per quanto mi riguarda abbiamo avuto la fortuna di esserne partecipe da spettatori. Abbiamo visto due squadre che alla nona giornata di Serie A hanno deciso di giocarsela senza pensare troppo a quello che era giusto o sbagliato. L'Inter sul 4-2 poteva gestire, è vero. Ma anche la Juve, dopo l'1-2 di Weah, poteva interpretarla diversamente. È stata una partita folle, illeggibile. Ma chi non tifava Inter o Juve si è divertito alla grande. E il calcio dovrebbe essere proprio questo, divertimento. Un bel 4-4, ogni tanto, fa solo bene.

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  • Antonio Torrisi: “Chi non gode di questo 4-4 merita una vita piena di 0-0”

    Ma ce la facciamo? In generale, dico: ce la facciamo? Anche di un 4-4 abbiamo da ridire? “Sono tutti teorici”: ha ragione Max. Inutile, ha sempre ragione lui. Tutti teorici: le difese, la tattica, i “non si possono prendere goal così”. E siamo pure d’accordo: ma un 4-4 è un 4-4. Divertente, spettacolare: finisce la partita e per due ore sei riuscito a staccare il cervello, nel modo migliore. Che, poi, è questo che deve fare il calcio, no?

    Da quando questo sport ha portato tutti a far gli “espertoni” abbiamo perso di vista la missione “salvifica” di una partita di pallone: distrae, distoglie dalle ansie quotidiane. E per fortuna.

    Chi non gode di questo 4-4 merita una vita piena di 0-0: triste, cupa, noiosa. Ma piena di tatticismi e difese perfette. Contenti?

  • Lelio Donato: "Spot per i bambini, incubo per gli allenatori"

    I tifosi neutrali davanti allo schermo si saranno divertiti, quelli di Inter e Juventus hanno vissuto emozioni contrastanti: dalla gioia alla disperazione e ritorno. Di certo il 4-4 non è un risultato abituale in Italia, ancora meno quando si gioca uno dei big-match più attesi dell'anno.

    Inutile nasconderlo, gli errori di entrambe le difese sono stati tanti ed evidenti. E d'altronde, come diceva un certo Gianni Brera, "la partita più bella è quella che termina 0-0". Ma considerato che siamo a fine ottobre e si giocava solo la nona giornata di campionato, può anche andare bene così.

    Inter-Juventus è stato uno spettacolo di quelli capaci di tenere incollati alla poltrona anche coloro che non guardano tutte le partite. Lo spot perfetto per avvicinare i bambini al calcio. Poi ci sarà tempo per insegnare anche a loro che sì, sarebbe meglio evitare di tirare calci random nella propria area di rigore o che bisognerebbe non marcare a vista l'avversario. Di certo la partita non sarà piaciuta troppo ai due allenatori, che si augurano si sia trattato solo di un episodio. Altrimenti sono guai.

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  • Yildiz Inter Juventus 27102024Getty Images

    L'HA BUTTATA VIA L'INTER O L'HA RIPRESA LA JUVENTUS?

  • Marco Trombetta: "L'ha buttata via la Juve, l'ha ripresa l'Inter, l'ha buttata via l'Inter, l'ha ripresa la Juve… "

    Non dobbiamo trovare per forza un colpevole assoluto in una partita del genere. Potremmo dire che Danilo è stato un disastro e avrebbe dovuto giocare Gatti. Potremmo dire che Inzaghi si è fatto prendere dalla psicosi del 'giocatore ammonito' togliendo Pavard per Bisseck che ha squilibrato la difesa nerazzurra. Come, detto, potremmo dire che la Juventus, dopo la prima rimonta, ha vanificato tutto nel giro di due minuti. E poi potremmo dire che dopo il 4-2, l'Inter si è inspiegabilmente buttata in avanti senza pensare troppo alla gestione. E poi potremmo dire che Motta ha avuto però il coraggio di crederci fino alla fine, nonostante la partita sembrava persa.

    La cosa bella di questa partita e che l'hanno buttata entrambe. L'hanno ripresa entrambe. L'hanno voluta vincere entrambe. Hanno sbagliato entrambe, ma in questo ottovolante di emozioni non c'è forse qualcuno che realmente ci ha guadagnato e allo stesso tempo nemmeno qualcuno che realmente ci ha perso.

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  • Antonio Torrisi: “Masterclass di Inzaghi: come non vincere una gara già finita”

    Rimane un gigantesco “Boh”, alla fine. Sei sul 4-2, la Juventus non ne ha. Perché non ne ha, eh. Non ne ha. E ok, vediamola pure da un’altra prospettiva: vuoi fare, proprio per questo, la goleada? Posto che non è necessario. Almeno chiuditi. Chiuditi e riparti. 

    Se sul 4-2 sei quasi totalmente riversato nella metà campo del tuo avversario questo è esattamente il modo per farlo ritornare in partita.

    E così, la Masterclass di Inzaghi è servita. Psicosi da doppio giallo, nel caso di Pavard, inclusa. E postpartita gestito peggio del resto: “La Juventus doveva prenderne 7-8”. Ne ha presi 4 e ne ha fatti altrettanti. Ed è finita così: buon ritorno sul pianeta terra.

  • Lelio Donato: "Inter, che occasione sprecata"

    L'Inter giocava in casa, ha lo Scudetto sul petto e affrontava una Juventus priva praticamente di tutti i colpi dell'ultimo mercato oltre che di Bremer. I favori del pronostico, insomma, erano per i nerazzurri.

    La Juventus è subito andata sotto, l'ha ribaltata, ma poi ha subito per larghi tratti del secondo tempo la netta superiorità dell'Inter che dopo il 4-2 avrebbe potuto dilagare. Ma non l'ha fatto e l'ha pagato forse anche oltre i propri reali demeriti.
    Allo stesso tempo il goal del 4-3 subito praticamente in contropiede dai nerazzurri ha poche spiegazioni, idem la marcatura di Dumfries su Yildiz in occasione del definitivo 4-4.

    La Juventus ha avuto la capacità di non mollare quando la barca stava per affondare ma, considerate le circostanze, la sensazione è che l'Inter l'abbia un po' buttata via.

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  • Kenan Yildiz Inter Juventus Serie AGetty

    MA ALLA FINE YILDIZ È DAVVERO UN 'GIOCATORINO'?

  • Marco Trombetta: "Yildiz non è Del Piero e non lo sarà mai"

    Partiamo da questo presupposto fondamentale. Al netto della 10 sulle spalle, al netto della 'linguaccia', al netto delle speranze e dei sogni dei tifosi bianconeri, Yildiz non è Alex Del Piero e non lo sarà mai. Ma è ingiusto anche pensarlo o ancor di più paragonarlo. È ingiusto principalmente per lui, per la sua crescita e maturazione, come calciatore ma anche umana.

    Anche dire che Yildiz sia un 'giocatorino' è ingiusto. Perché stiamo parlando di un ragazzo di 19 anni che ha trascinato la Juventus al pareggio contro l'Inter a San Siro. Finalmente una notte da 10, qualcuno potrebbe dire una notte 'alla Del Piero', ma sbaglierebbe. Questo continuo parallelismo sarebbe la sua rovina. Yildiz come 10 della Juventus può scrivere la sua storia e questa doppietta a San Siro, come detto dallo stesso Del Piero, può essere il primo mattoncino per costruire qualcosa di grande. A patto però che sia solo il primo e non un'eccezione.

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  • Antonio Torrisi: “Tutti ‘giocatorini’ coi calciatori degli altri (e a telecamere accese)”

    Facciamo così: liquidiamo il capitolo prestazione, in fretta. Entra, trova un’Inter illogicamente spinta a fare il quinto e fa due goal pesantissimi sfruttando le sue caratteristiche. E, giustamente, la sua prestazione lo fa entrare nella storia del Derby d’Italia. Yildiz merita gli applausi.

    Poi c’è il resto, ovvero la “questione giocatorino”. Bisogna saper scindere i piani: quello della realtà da quello della finzione. Nessuno può razionalmente e lucidamente pensare che Yildiz sia un “giocatorino”, senza doverlo per forza etichettare come “fenomeno” (che non è, o non sembra, al momento). E questo è il piano della realtà.
    Poi c’è quello della finzione: delle telecamere accese e dei microfoni. Del “chi la spara più lunga” dopo aver capito come funziona il giocattolino dei social. Comprendere la differenza e la distanza dei due piani aiuta anche a vivere meglio il calcio: son tutti “giocatorini” coi calciatori degli altri. Yildiz non lo è, e va bene così.

  • Lelio Donato: "Altro che giocatorino, ma deve crescere"

    Il termine giocatorino si addice a Yildiz solo se guardiamo la carta d'identità. Il turco è giovane, anzi giovanissimo, quindi deve e può crescere sotto tanti punti di vista.

    Allo stesso tempo trovatene voi di 19enni capaci di realizzare una doppietta decisiva a San Siro con la maglia numero 10 della Juventus sulle spalle, il tutto dopo essere entrati a mezz'ora dalla fine con propria la squadra sotto 4-2.
    Di certo la società bianconera ha investito forte su Yildiz e l'avvio di stagione del turco non è stato brillante almeno sotto il profilo realizzativo.

    Il talento però nei piedi di questo ragazzo c'è. E ce n'è tanto. Basti pensare come i due goal siano arrivati di sinistro, ovvero il piede meno nobile di Yildiz. Altro che giocatorino. Adesso, ovviamente, non bisogna fermarsi perché il passaggio da giovane promessa a potenziale campione passa anche se non soprattutto dalla continuità di rendimento.

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