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Chiesa Samuele InacioGetty/GOAL

Spalletti non è l'unico problema dell'Italia, servono freschezza e fantasia: un piano per il rilancio azzurro

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La strada più facile non è mai anche quella giusta. L'allontanamento di Luciano Spalletti dalla panchina azzurra, per essere chiari, non risolverà tutti i problemi dell'Italia.

Le colpe del CT, dalla scelta degli uomini alla comunicazione fino all'integralismo tattico, sono tante ed evidenti. Ma cambiare l'allenatore è il rimedio usato troppo spesso per nascondere la polvere sotto al tappeto.

E di polvere, dalle parti di Coverciano, ce n'è davvero tanta. Ecco perché, una volta sistemata la questione panchina, serve una vera e propria rivoluzione culturale ancora prima che tattica.

L'Italia ha bisogno di liberare il talento che, seppure minore rispetto ad altre nazionali al momento, c'è anche da queste parti. Senza paura.

  • FANTASIA E TALENTO: SERVE IMPREVEDIBILITÀ

    La recente lezione inflitta dal PSG all'Inter in finale di Champions League, così come l'umiliazione inflitta dalla Norvegia all'Italia sono figlie della stessa verità: nel calcio moderno non vincono gli schemi.

    Avere in squadra giocatori capaci di puntare e saltare l'uomo nell'uno contro uno è fondamentale. Il ruolo chiave è quello degli esterni offensivi. Ruolo in cui gli interpreti non mancherebbero all'Italia.

    Certo i nostri non avranno il talento di Lamine Yamal e Desire Doué, ma potrebbero comunque mettere in difficoltà le difese avversarie più di una percussione di Udogie o di un cross di Zappacosta.

    Forse è arrivata l'ora di mettere in cantina il 3-5-2, utilizzato ormai da pochissime squadre in Europa, puntando sul 4-3-3 o il 4-2-3-1.

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  • Orsolini Bologna desktopGetty Images

    IL RECUPERO DI CHIESA, FIDUCIA A ORSOLINI

    Ma chi potrebbe assicurare corsa e imprevedibilità al gioco azzurro?

    Inutile girarci intorno, per la nostra Nazionale sarebbe fondamentale il recupero di un giocatore come Federico Chiesa.

    L'ex Juventus d'altronde deve ancora compiere 28 anni e dopo una stagione ai margini col Liverpool smania per tornare in Serie A, che potrebbe restituirlo finalmente anche al prossimo CT.

    Il campionato poi ha consacrato definitivamente Riccardo Orsolini, convocato a furor di popolo da Spalletti senza reale convinzione. E soprattutto senza un ruolo ben definito nel modulo attuale. A che serve così?

    A disposizione ci sarebbero inoltre Mattia Zaccagni e Matteo Politano. Senza dimenticare Domenico Berardi, tornano in ottime condizioni dopo il grave infortunio.

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  • LARGO AI GIOVANI

    Già, largo ai giovani. Parole spesso ripetute come un mantra ma mai davvero messe in atto alle nostre latitudini.

    Così mentre a Barcellona lanciano senza paura Lamine Yamal (ma non solo) ancora minorenne, qui i pochi talenti marciscono in panchina o devono giocare tra formazioni Primavera e Serie C.

    Un esempio? Francesco Camarda, ovviamente, che al Milan non ha trovato spazio nonostante gli altri attaccanti rossoneri non abbiano esattamente brillato nella passata stagione.

    La scusa, solitamente, è quella di non voler bruciare giovani talenti lanciandoli quando non sarebbero ancora pronti.

    Ma se non giocano mai (o quasi) come si può capire se è davvero così? Alle volte, insomma, basterebbe solo un po' di coraggio.

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  • I POSSIBILI CAMPIONI DEL DOMANI

    E allora diamolo uno sguardo ai talenti più promettenti del calcio italiano.

    Restando in casa Milan, oltre al già citato Camarda, merita di essere seguito sicuramente Mattia Liberali: 18 anni, centrocampista di ruolo, tecnica e personalità.

    In difesa sembra ormai questione di poco tempo la chiamata di Giovanni Leoni, classe 2006 che ha fatto benissimo al Parma e piace a tutte le big.

    Occhi puntati anche Lorenzo Venturino, classe 2006 del Genoa. Vieira lo ha lanciato con coraggio, lui lo ha ripagato con una splendida doppietta contro il Bologna.

    Il talento più promettente però è sicuramente Samuele Inacio, figlio dell'ex attaccante Inacio Pià, che si è preso la scena ai Mondiali Under 17.

    Per lui, classe 2008, cinque reti nella rassegna iridata e un posto nella rosa del Borussia Dortmund al Mondiale per Club.

    Perché da quelle parti il futuro è adesso: e in Italia?

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