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Sanchez InterGetty

Sanchez sta confermando tutti i dubbi sul suo ritorno all'Inter

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Quando, con un lungo messaggio postato su Instagram, Alexis Sanchez ha salutato i tifosi del Marsiglia, accantonando definitivamente la possibilità di continuare a vestire la maglia dell'OM (situazione già prospettata all'indomani del mancato rinnovo con il club francese ed effettivamente concretizzata nel successivo periodo da svincolato), qualsiasi ipotesi relativa al suo futuro calcistico si è trasformata in una sorta di "soluzione tampone".

O, al massimo, in un'opportunità che, però, avrebbe dovuto fare i conti con una premessa fondamentale, precisata dallo stesso cileno proprio su Instagram.

"Da parte mia c'era la volontà di continuare al Marsiglia: l'ho sempre detto, ma gli accordi dipendono da entrambe le parti in causa, non solo da me".

Il resto, tutto il resto, Inter compresa, al di là della più ampia questione sui "ritorni", sempre attuale, viene dopo: anche dopo i dubbi sulla sua nuova avventura in nerazzurro che, almeno per adesso, Sanchez sta confermando.

  • SI TORNA SEMPRE DOVE SI È STATI... BENE?

    Bisogna fare un passo indietro per comprendere meglio (ma, comunque, non del tutto) i dubbi relativi al ritorno di Sanchez all'Inter, sorti pochi istanti dopo aver chiuso l'affare. Tornare all'addio del "Niño Maravilla", avvenuto in circostanze particolari: al termine della stagione conclusa con la vittoria dello Scudetto del Milan di Stefano Pioli, il club nerazzurro ha dovuto fare "i conti" (in tutti i sensi) con un monte ingaggi da ridimensionare e con la possibilità di far rientrare, pur in prestito, Romelu Lukaku nel progetto tecnico di Simone Inzaghi (che il belga ha abbandonato ancor prima di iniziare, un anno prima).

    Nell'estate del 2022, Sanchez vantava ancora un ultimo anno di contratto con l'Inter, con uno stipendio (stando alle indiscrezioni) di circa 7 milioni di euro netti e poco più di 9 lordi, reso possibile dal Decreto Crescita.

    Al di là dell'impatto sul bilancio, i nerazzurri per liberarsi di Sanchez, cosa poi realmente avvenuta grazie alla risoluzione del contratto, hanno dovuto versare una buonuscita di circa 7 milioni di euro: tutto questo, però, al termine di un periodo complesso dal punto di vista calcistico.

    A gennaio, nello stesso 2022, dopo aver risolto la finale di Supercoppa italiana a San Siro contro la Juventus, il cileno si lasciò andare a uno sfogo pubblico (il famoso "I campioni sono così") che tradì una certa insofferenza per il minutaggio concesso da Simone Inzaghi.

    "Per me non ci sono stati momenti difficili, solo che non mi lasciavano giocare. Se mi lasciano giocare sono un mostro".

    A queste parole, però, Sanchez fece seguire un particolare mica da poco.

    "Conte arrivava e mi diceva: 'Nessuno è come te qua, ti metto gli ultimi 15 minuti e fai la differenza'. Io gli dicevo: 'Mettimi prima che altrimenti mi fai soffrire'".

    Il rimando ad Antonio Conte non è casuale: nella stagione precedente, l'ex Commissario Tecnico della Nazionale si era lamentato del suo rendimento, definendo i numeri di Sanchez "impietosi". Un anno più tardi, il cileno si stava sì lamentando del suo impiego, ma allo stesso tempo stava mettendo sullo stesso piano la gestione di un allenatore (Conte) che lo ha voluto all'Inter, ma a detta sua senza valorizzarlo, e un tecnico (Inzaghi) che fino alla finale di Supercoppa, disputata a metà gennaio, lo aveva fatto giocare solo 4 volte da titolare.

    C'è una costante, comunque: in entrambi i casi, sia con Conte che con Inzaghi, il cileno non ha giocato con continuità dal primo minuto. Che si sia trattato di un Sanchez che non ha ricevuto il minutaggio adeguato o di due guide tecniche che non sono riuscite a trovare il modo per farlo rendere al meglio è impossibile stabilirlo con certezza. La prima esperienza del "Niño Maravilla" è stata assai altalenante.

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  • Alexis Sanchez Marseille Lorient Ligue 1 14012023Getty

    LA STAGIONE DELLA RINASCITA AL MARSIGLIA

    Il commento legato all'esperienza all'OM è sincero e non di circostanza: Alexis Sanchez a Marsiglia ha disputato una delle migliori stagioni della sua carriera, sia in termini realizzativi che prestazionali. Riguardo il primo punto, in un solo anno il cileno ha siglato 18 reti tra Ligue 1, Coupe de France e Champions League, in 44 presenze totali: sono solo 2 goal in meno rispetto ai 20 segnati nelle 113 partite all'Inter e 3 in meno rispetto ai 21 realizzati con la maglia dell'Udinese in 112 gare.

    Vero, Alexis Sanchez è un giocatore che va analizzato oltre le marcature, ma come precisato da Conte nella già citata intervista del febbraio del 2021, "sotto porta deve essere più cattivo", perché "per gli attaccanti parlano sempre i numeri".

    Va detto, comunque, che l'ottima stagione in Francia del "Niño Maravilla" è passata anche e soprattutto da una gestione sicuramente più continua: nelle 44 gare disputate sotto la guida di Igor Tudor, solamente in 3 occasioni il cileno è subentrato dalla panchina, scendendo regolarmente in campo dal primo minuto in tutte le altre.

    Visto l'epilogo della sua avventura all'OM, l'arrivo di Marcelino ha inciso in maniera decisa e decisiva sul prosieguo di Sanchez in Francia: con questi presupposti, quelli legati alla prima esperienza all'Inter e quelli relativi alla stagione 2022/23, si è concretizzato il ritorno a Milano.

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  • PERCHÉ L'INTER HA RIPRESO SANCHEZ?

    In sostanza, in estate si è concretizzato uno "switch" se non fattuale (visto che il cileno era svincolato), almeno simbolico: Joaquin Correa al Marsiglia, Sanchez all'Inter. Dal punto di vista economico, quest'operazione è giovata alle casse nerazzurre per poco più di 3 milioni di euro, considerando il prestito dell'argentino (2 milioni le spese e 6,5 milioni risparmiati per lo stipendio, quindi un valore positivo di 8 milioni e mezzo circa) e il ritorno del "Niño Maravilla" (che ha accettato di ridurre il suo ingaggio a 2,5 milioni netti, circa 4,6 milioni lordi).

    Riguardo l'affare complessivo, intervenuto ai microfoni della radio ufficiale della Serie A, l'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato in toni positivi, poco prima della firma del cileno.

    "Fa piacere che voglia tornare: è veramente un campione, ha grande passione per il suo lavoro. Era andato via a malincuore".

    In termini sportivi, tra le ragioni del suo ritorno a Milano potrebbe (il condizionale è d'obbligo, non avendo accesso alle "stanze dei bottoni") esserci quella di una soluzione "tampone" alla necessità di ingaggiare un attaccante, dopo aver affrontato parte dell'estate a trattare per l'acquisto di Romelu Lukaku, poi culminato nel "tradimento del telefono irraggiungibile".

    Il 26 agosto, data dell'ufficialità della firma di Sanchez, alla formazione di Inzaghi manca un ultimo tassello per completare il reparto offensivo, visto l'arrivo di Marko Arnautovic e la scelta di investire le risorse a disposizione in Benjamin Pavard (prendendo anche Davy Klaassen, a zero).

    Il cileno, che ha firmato fino al giugno del 2024, conosce già il gioco di Inzaghi e diversi componenti in rosa e dal punto di vista dell'inserimento questo non può che essere stato un "Pro" valutato attentamente dall'Inter. Restava il dubbio riguardante l'impiego nel suo ultimo anno in nerazzurro: eccoci arrivati al punto.

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  • Alexis Sanchez InterGetty

    I DUBBI RESTANO

    La premessa fondamentale, arrivati a inizio ottobre, è che c'è ancora una stagione quasi intera da disputare. A questo si aggiunge il "mistero", poi risolto, sulle sue condizioni che ha alimentato il dibattito calcistico a inizio settembre, nel periodo della sosta per le Nazionali. Si è a lungo discusso di anomalie relative ai valori di emoglobina nel sangue (anemia), una "questione clinica" sollevata dal Commissario Tecnico del Cile, Eduardo Berizzo, ma ciò non ha evitato l'impiego di Sanchez sia nella rappresentativa cilena, che nella formazione di Inzaghi.

    Ecco, va detto che l'inizio della sua seconda esperienza in nerazzurro è, nelle 4 partite disputate, stata al di sotto delle aspettative, ma bisogna precisare l'aspetto contestuale: il cileno è subentrato all'Anoeta contro la Real Sociedad in una situazione compromessa e con lo svantaggio da recuperare, in una serata in cui non sembrava girar nulla all'Inter.

    Contro il Sassuolo, poi, Inzaghi lo ha inserito insieme a Frattesi, de Vrij e Carlos Augusto dopo aver subito l'1-2 di Domenico Berardi, con i neroverdi che poi si sono chiusi, rendendo la partita di Sanchez assai difficile.

    Lasciando la parte la gara di Empoli, l'unica "vera" occasione a disposizione del cileno è stata la trasferta contro la Salernitana, poi risolta dai 4 goal di Lautaro Martinez, subentrato al 55' proprio ad Alexis Sanchez. Questa prova sì, assai deludente: in Serie A, fin qui, il cileno ha tirato solo 2 volte, senza però centrare mai la porta.

    Proprio in una di queste occasioni, contro la formazione di Paulo Sousa, il "Niño Maravilla" ha sprecato la possibilità di portare in vantaggio l'Inter all'Arechi al 7', spedendo la palla di molto sopra la traversa. Poi è chiaro: dal suo rendimento (Inzaghi ha parlato di un "ottimo lavoro", e almeno dal punto di vista dei movimenti in campo non si può dir nulla) e dalla conseguente sostituzione è nato il poker di Lautaro Martinez, ma viene da interrogarsi, a questo punto, se con l'infortunio di Arnautovic sia questo il Sanchez che serve alla squadra di Inzaghi.

    E qui ritornano le parole di Conte sulla necessità di trasformare le premesse in numeri: quelle sui dati "impietosi" e del ruolo dell'attaccante. Se, da un lato, pare assai difficile la possibilità di ritrovarsi un cileno "versione OM", ci si può comunque aspettare un giocatore funzionale al gioco (in Serie A, per adesso, ha l'87% di passaggi riusciti nel corso delle partite in cui è stato impiegato, l'83% di dribbling riusciti e il 74% di duelli vinti). Ma ciò non fuga i dubbi sul suo ritorno, anzi: li conferma, almeno per adesso e finché non riuscirà a trovare anche solo parte della forma che nell'ultimo anno gli ha consentito di tornare alla ribalta in Francia. Ma a 34 anni, quasi 35, la sua nuova avventura in nerazzurro potrebbe trasformarsi in un azzardo, più che in una sfida.

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