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Repubblica - Mourinho CT dell'Italia? Lo Special One vicino alla panchina della Nazionale, il ruolo dello sponsor e il no di Buffon

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José Mourinho commissario tecnico dell’Italia è stato molto più di un’ipotesi suggestiva. Come rivela Repubblica, dopo l’esonero di Luciano Spalletti e il rifiuto di Claudio Ranieri, la Federcalcio italiana ha seriamente valutato la candidatura dello "Special One", sostenuta con forza da Adidas, sponsor tecnico della Nazionale. 

L’azienda tedesca, legata al tecnico portoghese da un rapporto ventennale, era pronta a sostenere economicamente l’operazione. 

Ma due fattori hanno bloccato la trattativa: il Fenerbahce, club attuale di Mourinho, pretendeva una penale milionaria per liberarlo, e soprattutto Gigi Buffon, capo delegazione e figura chiave nello staff azzurro, ha posto il suo veto, puntando sin dall’inizio su Rino Gattuso. 

La scelta è ricaduta sull’ex centrocampista campione del mondo, a cui ora spetta l’arduo compito di riportare l’Italia al Mondiale del 2026.

  • LA SPINTA DI ADIDAS PER MOURINHO

    Secondo quanto ricostruito da La Repubblica, è stata Adidas a caldeggiare con insistenza l’idea di affidare la panchina azzurra a José Mourinho.

    Il brand tedesco, sponsor tecnico della Nazionale dal primo gennaio 2023 con un accordo da circa 35 milioni di euro l’anno, ha un forte legame con l’allenatore portoghese, suo testimonial dal 2006 con contratto rinnovato fino al 2027.

    L’investimento nel calcio italiano era già stato scosso dalla mancata qualificazione al Mondiale precedente e, in vista della Coppa del Mondo 2026, Adidas voleva una figura riconoscibile, capace di garantire visibilità e risultati.

    Per questo era disposta a coprire parte dell’ingaggio di Mourinho, il cui stipendio al Fenerbahce supera i 10 milioni netti annui, contro gli 800mila euro pattuiti con Gattuso.

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  • GLI OSTACOLI: FENERBAHCE E PENALE

    Una delle barriere principali alla realizzazione dell’accordo è stata rappresentata dal contratto che lega Mourinho al Fenerbahce fino al 30 giugno 2026, con opzione per un’ulteriore stagione. 

    Come riferisce La Repubblica, il club turco avrebbe preteso una penale milionaria per concedere il via libera all’allenatore. 

    Una richiesta che la Figc non ha potuto accettare, ritenendola incompatibile con le proprie possibilità e con i limiti di una federazione sportiva. 

    L’operazione, già economicamente complessa nonostante l’intervento dello sponsor, è così entrata in una fase di stallo, aggravata da ulteriori resistenze interne.

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  • IL VETO DI BUFFON E LA SCELTA DI GATTUSO

    Decisiva si è rivelata la posizione di Gigi Buffon, ex capitano della Nazionale e oggi capo delegazione con poteri estesi a quelli di un vero e proprio direttore sportivo. 

    Sempre secondo La Repubblica, Buffon ha fin da subito manifestato la sua contrarietà all’arrivo di Mourinho, ritenendo necessario per il rilancio dell’Italia un tecnico “totem”, capace di incarnare i valori azzurri. 

    Gattuso, suo ex compagno e protagonista del trionfo mondiale del 2006, rappresentava secondo lui il profilo ideale: conosce l’ambiente, ha carisma e può ricostruire lo spirito della squadra. 

    Non solo: Buffon avrebbe ostacolato anche altre ipotesi, come quella di un ritorno di Roberto Mancini, evitando però risposte dirette in conferenza stampa.

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  • LA MISSIONE DI GATTUSO VERSO IL MONDIALE

    Alla fine la panchina azzurra è andata a Rino Gattuso, che ha accettato un contratto annuale da 800mila euro, con un milione di bonus in caso di qualificazione al Mondiale e un probabile rinnovo biennale. Il compito che attende l’ex tecnico di Napoli e Valencia è tutt’altro che semplice.

    L’Italia, reduce da due mancate partecipazioni consecutive dalla fase finale della Coppa del Mondo, si trova a inseguire in un girone dominato dalla Norvegia, che a inizio giugno ha inflitto agli Azzurri una dura lezione.

    L’accesso diretto sembra improbabile e la strada più realistica porta ancora una volta ai playoff. Un percorso carico di insidie che avrebbe potuto essere affidato all’esperienza internazionale di Mourinho, ma che ora è nelle mani di Gattuso.

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