Repubblica - L'Inter ha contattato Mourinho per il dopo Inzaghi: il retroscena sul clamoroso ritorno, perché è saltato e i motivi del no

La tentazione di affidare la panchina a José Mourinho ha preso corpo quando l’Inter ha compreso che le prime opzioni valutate – tra cui Cesc Fabregas, bloccato dal Como, e Patrick Vieira – non erano percorribili.

A quel punto, gli intermediari vicini alla società nerazzurra hanno riallacciato i contatti con il tecnico portoghese.

Da parte di Mourinho non c’erano resistenze: il ritorno a Milano, in un ambiente che lo ha consacrato tra i grandi della storia nerazzurra, era un’ipotesi che lo affascinava e che era pronto ad abbracciare immediatamente.

Tuttavia, nonostante la disponibilità del tecnico, la trattativa non è mai decollata. Il motivo principale è legato alle condizioni economiche imposte dal Fenerbahce.

Mourinho è legato al club turco da un contratto che prevede clausole rescissorie molto elevate, tali da scoraggiare qualsiasi tentativo concreto da parte dell’Inter.

L’idea di un ritorno romantico si è così infranta contro la realtà contrattuale, che ha reso impossibile ogni ulteriore sviluppo.

La dirigenza nerazzurra ha quindi dovuto virare su un profilo più accessibile, sia dal punto di vista tecnico che finanziario.

Con Mourinho fuori portata, e dopo il no del Como per Fabregas e il fallimento dell’opzione Vieira, Beppe Marotta ha deciso di puntare su Cristian Chivu.

L’ex difensore rumeno, oggi tecnico emergente, è stato così convocato per avviare i colloqui ufficiali.

Il suo ritorno, atteso con la firma di un biennale, sarà anche il compimento di un percorso cominciato nel 2018 nelle giovanili nerazzurre.

La chiamata in prima squadra, che era già stata ipotizzata nell’autunno 2022 durante una crisi dell’Inter di Inzaghi, diventa ora realtà. Ma solo perché, prima di lui, un altro nome era stato messo sul tavolo: quello di José Mourinho.