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Salzburg Inter Champions LeagueGetty

Perché l'Inter può tornare ancora in finale di Champions League

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Piccola grande premessa: la vittoria di Salisburgo , sofferta e risicata, sembrerebbe andare in totale controtendenza con quanto scritto in titolo. Tuttavia è stata una vittoria fondamentale e per certi versi già un crocevia fondamentale della stagione nerazzurra.

L'Inter ha chiuso il discorso qualificazione agli ottavi di Champions con due giornate d'anticipo. Dovrà ancora giocarsi il primo posto nel girone, ma si è messa alle spalle tutti gli eventuali incidenti di percorso che avrebbero potuto verificarsi in caso di pareggio.

Un checkpoint fondamentale, raggiunto grazie a un calciatore fondamentale. Ma anche grazie a uno status internazionale (di nome e di fatto) ormai radicato.

  • Simone Inzaghi InterGetty

    MENTALITÀ EUROPEA

    Istanbul è stata chiaramente il punto più alto della recente storia nerazzurra, al di là della sconfitta. Il raggiungimento di uno step successivo, non una pura e semplice casualità. Avevamo scritto a inizio stagione che l'Inter avrebbe dovuto dimostrare di essere 'regola' e non eccezione in Europa a certi livelli.

    In questo momento è innegabile che la squadra di Inzaghi, tra le italiane, è quella che ha la mentalità europea più spiccata. Per approccio alle partite, carisma e capacità di intepretare i momenti.

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  • CAPACITÀ DI SOFFRIRE

    La notte di Salisburgo, come detto, non sembrerebbe adatta a fare questo tipo di considerazioni. Ma allo stesso tempo è la perfetta fotografia dello stampo nerazzurro. Di sacrificio e lotta. A San Sebastian l'Inter ha saputo soffrire e ha tirato fuori il massimo da una serata non semplice iniziata subito male.

    A Salisburgo, invece, ha saputo aspettare, non si è fatta prendere dalla frenesia contro un avversario che non ha mai rinunciato a giocare, seppur non creando chissà quale pericolo. E alla fine l'episodio è arrivato. Ancora una volta l'Inter ha tirato fuori il massimo, magari senza convincere del tutto, ma portando a casa l'obiettivo prefissato.

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  • Thuram Lautaro Salzburg InterGetty

    SINGOLI

    Si potrebbe dire che l'Inter sia Lautaro dipendente. Forse è vero, ma così come ogni squadra sia dipendente dal suo migliore giocatore.

    Oppure si può provare a guardare altrove. Per esempio alla crescita esponenziale di Calhanoglu. Sia dal punto di vista tecnico-tattico che per quanto riguarda leadership e carisma, due skills che si pensava non potesse possedere.

    O allo straordinario momento di forma di Thuram. Uno che al 97' di Salisburgo-Inter correva e dribblava avversari come se la partita fosse appena iniziata. Oppure sì, guardiamo a Lautaro, che quest'anno sta consacrando ulteriormente il suo status di assoluto top player del calcio mondiale.

    Esperienza, mentalità, capacità di soffrire e singoli. L'Inter non sarà una macchina perfetta, ma ha benzina nel motore per arrivare ancora sino in fondo. E in questo momento è la versa speranza italiana in Champions.

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