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Bremer ThuramGetty

Perché Inter, Juventus, Milan e Roma vogliono la riduzione della Serie A a 18 squadre

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Alla fine, nonostante la riunione "segreta", la Serie A rimarrà a 20 squadre: o, almeno, fino alla prossima Assemblea di Lega che tratterà il tema all'ordine del giorno.

Resta il fatto, effettivamente consegnato agli atti, che una parte dell'attuale organico del massimo campionato italiano vorrebbe una riduzione delle squadre partecipanti: e non si tratta neanche di una fetta "di poco conto", anzi.

Perché i voti di Inter, Juventus, Milan e Roma, gli unici a favore della riforma del format della Serie A, pesano anche e soprattutto simbolicamente, al netto delle accuse di comportamento poco corretto mosse dal patron del Torino Urbano Cairo, al termine dell'Assemblea.

Viene da chiedersi, allora, cosa accadrà e quali saranno i possibili scenari che potrebbero susseguirsi vista la netta presa di posizione di squadre così importanti. Partiamo dai motivi del voto, intanto.

  • Theo Hernandez Leao Milan NapoliGetty Images

    "TROPPE PARTITE"

    Uno dei temi portati avanti da Inter, Juventus, Milan e Roma a supporto della riforma della Serie A e della conseguente riduzione dell'organico a 18 squadre è quello delle troppe partite in programma.

    A parlarne è stato il presidente del Milan, Paolo Scaroni, intervenendo ai microfoni di "Radio Anch'io Sport" su Radio Rai 1.

    "Lo abbiamo già avuto un campionato a 18 squadra, anzi, lo ricordo anche a 16. Vogliamo evitare le troppe partite: giochiamo troppo, è un tema anche per la salvaguardia dei nostri giocatori".

    In questo senso, il riferimento potrebbe essere quello della prossima Champions League, che vedrà un ulteriore allargamento delle squadre partecipanti, e del nuovo Mondiale per Club, altra competizione che va a inserirsi nel già fitto calendario calcistico in un anno solare.

    Ridurre le squadre (si passerebbe da 38 a 34 gare) potrebbe essere, secondo le Big, un primo passo per ridurre anche gli impegni in favore di quelli previsti a livello internazionale.

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  • LA DISTANZA TRA GRANDI E PICCOLE SQUADRE

    Sempre Scaroni, in radio, ha parlato del "disallineamento" riguardante le piccole e le grandi squadre che partecipano alla Serie A.

    "Noi club ,che giochiamo le competizioni internazionali e che abbiamo tanti giocatori chiamati dalle nazionali,lamentiamo le troppe partite. I calciatori giocano le coppe europee, le partite della Nazionale, la Coppa Italia e il campionato: questo porta a uncarico di gare che diventa insopportabilee che è causa di tanti infortuni".

    Insomma: anche in questo caso si fa riferimento al numero di impegni e alla gestione delle energie, aspetti che ricadono sull'aspetto prestazionale e organizzativo (anche in tema di allestimento delle formazioni).

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  • PIÙ SQUADRE, PIÙ COSTI?

    Quest'ultimo spunto è interessante, effettivamente. Quanto può incidere una riduzione degli impegni anche sull'aspetto legato all'allestimento delle rose?

    Partiamo da un concetto espresso dall'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, in occasione della sfida contro la Juventus a San Siro, ai microfoni di DAZN.

    "L'anno prossimo l'Inter giocherà ancora più competizioni, visto che avremo i Mondiale per Club: quindi stiamo cercando di fare una rosa ancora più competitiva".

    Insomma, con più squadre e più impegni aumenta anche il numero delle risorse profuse sul mercato per allestire una rosa lunga e performante.

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  • CAIRO: "VOLEVANO FARE UNA SUPERLEGHINA"

    In tutto questo si inseriscono le parole del presidente del Torino, Urbano Cairo, che in uscita dall'Assemblea di Lega ha accusato pubblicamente Inter, Juventus e Milan non solo di comportamento scorretto, ma anche di avere un obiettivo ben preciso.

    "Sembrava una 'Superleghina' quella che hanno voluto fare. In tre...quella era la Superlega, questa sarebbe stata una Superleghina".

    Ma si sarebbe davvero trattato di una "Superleghina"? O ne avrebbe giovato anche il prodotto complessivo?

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  • DALLA QUALITÀ COMPLESSIVA AI DIRITTI TV

    Ci sono due spunti, comunque, che non possono essere trascurati: il primo riguarda la qualità complessiva di un campionato a 18 squadre.

    Una Serie A con meno club porterebbe i partecipanti a operare una maggior selezione dei giocatori e questo, in qualche modo, potrebbe aumentare il tasso qualitativo degli organici.

    Questo comunque non migliorerebbe l'aspetto legato al gap che c'è tra le Big e le piccole, ma potrebbe rappresentare un punto di partenza.

    Non si può non tener conto dei diritti TV, però. A fine ottobre sono stati assegnati quelli fino al 2029, e con la Serie A a 18 squadre verrebbe ridotto anche il numero delle partite per giornata, originariamente previste dal pacchetto.

  • UNA PARTITA ANCORA APERTA

    Il tema della Serie A a 18 squadre, in ogni caso, verrà ancora discusso in futuro. Il presidente della FIGC pare voler abolire il diritto d'intesa prima dell'Assemblea Federale dell'11 marzo per superare lo stallo sulle riforme.

    Una notizia che Adriano Galliani ha commentato come "gravissima" proprio a margine dell'ultima assemblea che, al momento, ha bloccato una vera e propria rivoluzione. Ma la partita rimane aperta.

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