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Nuovo capitolo del caso Diarra: chiesto risarcimento da 65 milioni alla FIFA e alla Federcalcio belga

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Il “caso Diarra” si arricchisce di un nuovo importante capitolo. L’ex calciatore, infatti, ha chiesto un risarcimento di 65 milioni di euro lordi (35 milioni netti) nei confronti della FIFA e della Federcalcio belga con il sostegno di FIFPRO Europe e FIFPRO World.

Il maxi risarcimento richiesto da Lassana Diarra fa seguito alla vittoria ottenuta lo scorso ottobre davanti alla Corte di Giustizia Europea che aveva stabilito che alcune norme del regolamento Fifa sono contrarie alle leggi dell’Unione Europea in merito alla libera circolazione dei lavoratori.

La battaglia da parte del calciatore va avanti ormai da ben 11 anni. Ma di cosa si tratta nello specifico?

  • ALLE ORIGINI DEL CASO DIARRA

    Il caso Lassana Diarra è scoppiato nel 2014, quando il calciatore lasciò il Lokomotiv Mosca dopo solo un anno nonostante fosse legato al club russo da un contratto quadriennale.

    La Fifa interpretò quella scelta come una rottura “senza giusta causa” e condannò il giocatore a un risarcimento da 10 milioni di euro e a una sospensione sportiva: la decisione è stata poi confermata dal TAS nel maggio 2016. A complicare ulteriormente la vicenda intervenne un principio presente nell’articolo 17 della Fifa, che si rifà alla  responsabilità solidale. Il club che avrebbe tesserato Diarra, avrebbe dovuto contribuire al risarcimento al Lokomotiv Mosca.

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  • LA SVOLTA A OTTOBRE 2024

    Il 4 ottobre 2024 però la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dato ragione a Diarra evidenziando come alcune disposizioni dell’articolo 17 della Fifa violasse alcuni principi fondamentali del diritto comunitario: la libera circolazione dei lavoratori e la libera concorrenza. Tradotto: nel calcio valgono le stesse regole del diritto del lavoro.

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  • MAXI RISARCIMENTO

    Lassana Diarra – calciatore che in carriera ha indossato tra le altre le maglie Chelsea, Real Madrid e PSG – ha dunque chiesto un risarcimento di 65 milioni di euro lordi (35 milioni netti) nei confronti della FIFA e della Federcalcio belga con il sostegno di FIFPRO Europe e FIFPRO World.

    A stabilire la cifra è stata la Compass Lexecon, leader mondiale nella valutazione dei danni derivanti da violazioni del diritto della concorrenza.

  • LA BATTAGLIA DI DIARRA

    Diarra che ha scritto di suo pugno una lettera per commentare gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda. Sono stato costretto a combattere questa battaglia legale dall'agosto 2014. Sono più di 11 anni! Lo faccio per me stesso. E se sono riuscito a resistere al rullo compressore della Fifa e l’ho fatto anche per tutti i giocatori emergenti, meno noti, che non hanno i mezzi finanziari e psicologici per sfidare la Fifa davanti a veri giudici. La Fifa e la Federcalcio belga hanno perso davanti alla CGUE. Su tutta la linea! Successivamente, la FIFA ha modificato il suo regolamento, ma ha deciso di farlo in un modo che non rispetta i rigorosi requisiti imposti dalla sentenza della CGUE. Ho aspettato qualche mese prima di riavviare il procedimento nazionale in Belgio, pensando che la FIFA e la Federazione belga, in particolare a seguito degli sforzi della FIFPRO e della FIFPRO Europe per favorire una soluzione, avrebbero almeno avuto la decenza di contattarmi per proporre una risoluzione amichevole della controversia (questo era, tra l'altro, il tono dei messaggi che ho ricevuto dalla FIFA). Non è stato così. È un loro diritto, ma riflette una persistente cultura di disprezzo per lo stato di diritto e per i giocatori, nonostante il messaggio chiarissimo inviato dalla CGUE”.

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  • “DOVREMO ANCORA GIUSTIFICARCI DAVANTI AI GIUDICI”

    Il messaggio di Diarra prosegue. Con mio grande rammarico, dovremo quindi ancora una volta giustificarci davanti ai giudici, poiché non ho altra scelta. A questo proposito, vorrei ringraziare FIFPRO Europe, FIFPRO e UNFP per il loro incrollabile sostegno, continuando a essere saldamente al mio fianco. Di fronte alla Fifa, solo l'unità e la determinazione possono renderci forti. Infine, sono lieto che la "sentenza DIARRA" abbia aperto la strada alla fondazione "Justice for Players" per avviare un'azione collettiva nei Paesi Bassi che consentirà a tutti i giocatori (non solo a coloro che, come me, hanno subito un danno specifico) di ottenere un risarcimento per il danno causato dai regolamenti Fifa, senza dover pagare anticipatamente le spese legali e senza dover rivelare la propria identità”.

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