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Norma, non eccezione: l'Inter post Istanbul deve alzare l'asticella in Champions

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Fare meglio della scorsa stagione, per l'Inter, significherebbe vincere la Champions League. La finale di Istanbul persa contro il Manchester City si è portato dietro un velo di rimpianti ma anche di convinzione.

L'Inter che si presenta ai nastri di partenza della Champions 2023-24 è una squadra parecchio rinnovata negli uomini chiave, dopo le partenze di Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko e Lukaku, ma rimasta comunque attaccata alle stesse radici che l'hanno portata sino ad Istanbul.

Radici potenzialmente rafforzate dal fatto che la squadra di Inzaghi ha un ideale di gioco ben preciso, che rimane uguale a prescindere dagli interpreti e che deve puntare a diventare una realtà a livello europeo.

  • ISTANBUL? SOLO UN CASO

    Guardando il percorso dell'Inter post Triplete, si potrebbe dire che la finale di Istanbul sia stata solo un caso, un exploit figlio di una eccezione alla regola.

    Dopo la notte di Madrid, infatti, i nerazzurri hanno raggiunto soltanto tre volte la fase a eliminazione diretta (i quarti di finale 10/11 come massimo risultato), venendo in altrettante occasioni eliminati alla fase a gironi.

    Senza considerare che per sette lunghi anni, dal 2012 al 2019, l'Inter in Champions non si è nemmeno qualificata. Poi, come in un sogno, è arrivata la cavalcata di Istanbul. E adesso l'obiettivo è dimostrare a tutti che non si sia trattato di un caso.

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  • Inter MilanGetty Images

    ISTANBUL? LA NORMA

    "Guardate cosa è successo alla squadra che abbiamo battuto in finale di Champions: in Serie A ha vinto il derby 5-1 . Ho sempre saputo che stavamo affrontando una squadra incredibilmente forte.

    Lo hanno dimostrato, dandoci del filo da torcere e la nostra vittoria è stata sofferta. La moneta è caduta a nostro favore, ma la sensazione che ho io è che l'Inter sia una seria candidata a tornare in finale di Champions"

    Queste parole sono di Pep Guardiola. L'ultimo ad affrontare l'Inter in Champions ed il primo ad esporsi sui nerazzurri all'inizio della nuova stagione europea. Un invito a confermarsi. Un invito a rendere norma l'eccezione.

    Questo deve essere l'obiettivo dell'Inter: alzare l'asticella e mantenersi al livello dei top club europei. Provare ad arrivare in fondo non sotto forma di favola, ma come realtà consacrata.

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  • ROSA ALL'ALTEZZA

    Adesso l'Inter non può più nascondersi: ha un'organico da Scudetto. Questo è un concetto che potremmo traslare anche alla Champions in termini di rosa.

    Il presunto indebolimento dopo i grandi addii estivi è stato smentito con forza dal campo. Thuram per Dzeko o Lukaku sembrava dovesse tramutarsi in un downgrade, ma le prestazioni contro Fiorentina e soprattutto Milan hanno dimostrato che il francese è arrivato all'Inter nel momento giusto della sua carriera. Quello della maturazione definitiva come giocatore e come uomo.

    Calhanoglu al posto di Brozovic è nato come un esperimento ed è diventato col tempo una splendida evoluzione. Il turco in quel ruolo è diventato un giocatore probabilmente (anzi, sicuramente) migliore di quello che è arrivato in Italia. Congeniale, funzionale, sempre nel vivo del gioco. Imprescindibile.

    Senza dimenticare Frattesi, che non è titolare inamovibile solo perché davanti ha un Mkhitaryan che all'Inter è arrivato come alternativa ed ha finito per allungarsi la carriera. La fame con la quale l'ex Sassuolo è entrato in campo nel derby non ha bisogno di ulteriori commenti. E la prestazione in Nazionale ci ha confermato che ci troviamo di fronte al miglior centrocampista italiano insieme a Barella, anche lui dell'Inter, non dimentichiamolo.

    L'esperienza internazionale di Pavard, campione del mondo e d'Europa, non si trova ovunque. E Inzaghi sta valutando il modo di farlo integrare nel modo migliore all'interno della macchina nerazzurra. Giusto per intenderci, nel derby l'Inter aveva inizialmente in panchina Frattesi, Pavard, Carlos Augusto, Cuadrado, Klaassen, De Vrij, Arnautovic e Sanchez tra gli altri.

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  • Trubin Inter Shakhtar Donetsk Champions League 2020-2021Getty Images

    SCACCIARE I FANTASMI

    Nel proprio girone, con Real Sociedad, Salisburgo e Benfica, l'Inter non può che essere la grande favorita. Spesso, però, in passato i nerazzurri hanno subito questa etichetta.

    Basti pensare alle due eliminazioni alla fase a gironi con Spalletti e Conte, per non essere riusciti a battere a San Siro PSV e Shakhtar.

    Lo scorso anno l'Inter veniva data per spacciata nel girone con Barcellona e Bayern, ma poi sappiamo bene come è andata a finire. Alzare l'asticella significa però anche vincere quando ci si aspetta che tu lo faccia. Vincere un girone di Champions quando ti danno tutti per favorita. Uno step necessario per confermarsi nell'élite del calcio europeo.

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