Adesso l'Inter non può più nascondersi: ha un'organico da Scudetto. Questo è un concetto che potremmo traslare anche alla Champions in termini di rosa.
Il presunto indebolimento dopo i grandi addii estivi è stato smentito con forza dal campo. Thuram per Dzeko o Lukaku sembrava dovesse tramutarsi in un downgrade, ma le prestazioni contro Fiorentina e soprattutto Milan hanno dimostrato che il francese è arrivato all'Inter nel momento giusto della sua carriera. Quello della maturazione definitiva come giocatore e come uomo.
Calhanoglu al posto di Brozovic è nato come un esperimento ed è diventato col tempo una splendida evoluzione. Il turco in quel ruolo è diventato un giocatore probabilmente (anzi, sicuramente) migliore di quello che è arrivato in Italia. Congeniale, funzionale, sempre nel vivo del gioco. Imprescindibile.
Senza dimenticare Frattesi, che non è titolare inamovibile solo perché davanti ha un Mkhitaryan che all'Inter è arrivato come alternativa ed ha finito per allungarsi la carriera. La fame con la quale l'ex Sassuolo è entrato in campo nel derby non ha bisogno di ulteriori commenti. E la prestazione in Nazionale ci ha confermato che ci troviamo di fronte al miglior centrocampista italiano insieme a Barella, anche lui dell'Inter, non dimentichiamolo.
L'esperienza internazionale di Pavard, campione del mondo e d'Europa, non si trova ovunque. E Inzaghi sta valutando il modo di farlo integrare nel modo migliore all'interno della macchina nerazzurra. Giusto per intenderci, nel derby l'Inter aveva inizialmente in panchina Frattesi, Pavard, Carlos Augusto, Cuadrado, Klaassen, De Vrij, Arnautovic e Sanchez tra gli altri.