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Ndoye Milan Bologna Coppa ItaliaGetty Images

Ndoye ora segna e spiega la differenza con Thiago Motta: "Italiano mi lascia libero di attaccare l'area"

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Dan Ndoye è diventato uno dei protagonisti assoluti del Bologna targato Vincenzo Italiano.

L’esterno svizzero, 24 anni, ha vissuto una trasformazione clamorosa rispetto alla passata stagione, culminata con 9 goal e 6 assist in 39 partite, di cui 8 reti in Serie A e uno decisivo nella finale di Coppa Italia. 

Una svolta resa possibile dal cambio di guida tecnica: con Thiago Motta, Ndoye aveva chiuso l’annata precedente con due goal e due assist in 34 apparizioni. 

Il tecnico ex Fiorentina ha rivoluzionato il suo impiego, concedendogli maggiore libertà offensiva, trasformandolo da esterno largo a incursore d’area.

  • LA SVOLTA TATTICA CON ITALIANO

    Il punto di svolta nella carriera di Ndoye in Italia è coinciso con l’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina del Bologna. Il tecnico ha modificato radicalmente l’impiego dello svizzero, permettendogli di non limitarsi al ruolo di esterno puro.

    "Con Motta dovevamo stare larghi sulla linea laterale per creare spazi. Ora, invece, posso attaccare di più l’area", ha spiegato Ndoye alla Gazzetta dello Sport

    Questa nuova libertà si è tradotta in una presenza costante in zona gol e in un impatto molto più diretto nelle azioni offensive della squadra. 

    La fiducia di Italiano ha trasformato Ndoye in un attaccante completo, non più confinato sulla fascia ma libero di accentrarsi e concludere.

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  • LAVORO EXTRA E CRESCITA

    Alla base della crescita di Ndoye non c’è solo la modifica del sistema di gioco, ma anche un lavoro individuale costante. 

    Dopo gli allenamenti, si è spesso fermato con membri dello staff e un portiere per esercitarsi nei tiri in porta. 

    Il miglioramento è evidente: da due goal nella scorsa stagione a nove in quella attuale. 

    "Sempre. Con i ragazzi dello staff e un portiere si facevano esercitazioni per i tiri in porta. Un anno fa feci un solo goal, oggi sono a nove: a qualcosa è servito".

    Un dato che segna la sua definitiva esplosione a livello realizzativo, mai raggiunta nemmeno nelle esperienze precedenti con Losanna, Nizza e Basilea

    A Bologna ha trovato continuità, anche con la nazionale svizzera, e ha mostrato una maturità sempre più evidente.

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  • L’UOMO DEL DALL’ARA

    La trasformazione di Ndoye ha avuto anche una forte impronta “casalinga”. Sette delle otto reti realizzate in Serie A sono arrivate al Dall’Ara. In cinque partite consecutive ha trovato la via del goal davanti al proprio pubblico, un’impresa riuscita l’ultima volta a Beppe Signori nel 1999. 

    Non solo statistiche: il suo goal con il tacco contro il Napoli e quello decisivo contro il Milan testimoniano una capacità di incidere nei momenti chiave. 

    È diventato un punto fermo, capace di trascinare la squadra anche senza eccessivi ragionamenti, grazie a classe, intuito e determinazione.

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  • L’INTUIZIONE DI SARTORI E DI VAIO

    L’approdo di Ndoye a Bologna è stato il frutto di un’intuizione precisa della dirigenza rossoblù. Giovanni Sartori e Marco Di Vaio hanno creduto nel potenziale del giocatore già quando militava nel Basilea. 

    Dopo averlo osservato dal vivo nella semifinale di Conference League contro la Fiorentina, sono partite due settimane di trattative intense, fatte di 2-3 telefonate al giorno per convincere Ndoye a sposare il progetto. 

    L’operazione si è chiusa per 10 milioni di euro più 2 di bonus. Oggi, quella scommessa si è rivelata vincente, con il valore del giocatore si è almeno triplicato e un rendimento che ha superato ogni aspettativa.

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