Il primo club a notare Minala in Italia è il Napoli.
"Rimasi quasi un anno. Nacque tutto grazie a Vincenzo Raiola, fratello di Mino, l’agente che mi seguiva all’epoca. Mi ritrovai ad allenarmi accanto a Cavani e Hamsik, con Mazzarri allenatore, facendo avanti e indietro da Roma. La casa famiglia mi lasciava libero dal lunedì al giovedì, poi dovevo rientrare" ricorda Minala.
Ma la vera grande occasione è stata la Lazio, con cui Minala debutta in Serie A a soli 17 anni: "La Vigor Perconti mi prese dal “Città dei ragazzi”. Giocai lì per alcuni mesi, poi mi cercarono Roma e Lazio. Scelsi i biancocelesti grazie al pressing su Facebook di Onazi. Ricordo il primo allenamento a Rivisondoli, in Abruzzo, con Bollini allenatore. Era l’estate del 2013. Dopo un paio d’ore chiamò Tare e gli disse di prendermi. Io, Lombardi, Keita, Tounkara, Murgia, Strakosha. La Primavera più forte mai vista alla Lazio. Il debutto in A? Un dono di Dio".