Una leggerezza che costa una stagione: il Milan saluta la Champions League per una grave ingenuità di Theo Hernandez, la cui espulsione ad inizio ripresa manda in fumo i piani di rimonta dei rossoneri. Passa un Feyenoord cinico, che dopo il goal di Gimenez si difende con le unghie e con i denti prima di stendere il Diavolo, stordito dall'inferiorità numerica, con il colpo di testa vincente di Carranza, che firma l'1-1 che vale la qualificazione per gli olandesi.
L'all-in di Conceiçao, che rilancia dal primo minuto il suo poker d'assi, è un messaggio chiaro: il Milan entra in campo con un approccio iper offensivo e bastano 38 secondi a Santi Gimenez (che da ex non esulta) per sbloccare il match sugli sviluppi di un corner. Feyenoord costretto a rintanarsi nella propria metà campo dai rossoneri, che al 23' sfiorano il raddoppio con il palo colpito da Theo Hernandez.
Ma è proprio Theo a sparigliare poi le carte, in senso negativo per il Milan: al 51' il francese, già ammonito nel primo tempo, si vede sventolare un secondo giallo da Marciniak dopo una chiara simulazione in area. Il colpo per i rossoneri è tremendo, Conceiçao è costretto a snaturare la squadra inserendo prima Bartesaghi e poi Fofana al posto di Pulisic e Gimenez, e al 73' il Feyenoord trova il goal-qualificazione con il neoentrato Carranza, che prende il tempo alla difesa milanista e di testa insacca.
Per il Milan è notte fonda: i cambi nel finale non producono pericoli alla porta di Wellenreuther e per il Feyenoord si materializza un'impresa storica. La rissa al triplice fischio è il triste epilogo della Champions dei rossoneri.




