“Nel 2010 mi sono fermato dopo aver lasciato Milano e non perché avevo altro. È stata una pausa di carriera. Con Massimo Moratti ho vissuto un rapporto molto forte, anche familiare: nell'Inter c'erano tanti brasiliani e finirono per avvicinarsi a me. A Natale mi chiama Moratti, gli avevo detto di non potere già diverse volte, poi però all'una di notte ci siamo incontrati a casa sua e lì non ho avuto scampo. Mi sono fatto coinvolgere nella causa, come sempre agisco d'istinto, per ragione o emozione.
La reazione dei tifosi del Milan? Non mi aspettavo nemmeno che fosse così complicato perché Ronaldo aveva giocato in entrambi, ma anche Ibrahimovic e Baggio. Io non sono né Ronaldo, né Baggio, né Ibrahimovic.A differenza di quelle grandi stelle, il mio rapporto con il Milan era più profondo, ero al centro del club.Il derby poi... Minacce? Diverse, ma lasciamo perdere. Ricordo però cosa mi disse Moratti, che tutta questa mobilitazione per una persona sola sembrava una bella cosa".