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Leao GiampaoloGetty Images

Leao su Giampaolo: "Rapporto freddissimo, non ci parlavamo"

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Nella sua biografia 'Smile', Rafael Leao ha ripercorso diverse tappe della sua avventura con la maglia del Milan.

L'attaccante portoghese ha posto l'accento anche sui pochi mesi vissuti a Milano sotto la guida di Marco Giampaolo, ovvero il suo primo allenatore in rossonero.

Tra i due, in realtà, il feeling non è mai sbocciato, come confermato dal classe 1999 all'interno delle pagine della sua biografia.

  • IL RAPPORTO CON GIAMPAOLO

    "Nella mia carriera al Milan ho avuto due allenatori, o forse solo uno. Tra me e mister Giampaolo non c’era praticamente alcun tipo di rapporto, non ci parlavamo, ero da poco a Milano e per un calciatore come me, a diciannove anni, ambientarsi era la prima sfida da affrontare. Inizialmente cercavo nello spogliatoio un lessico famigliare, così mi ha aiutato un po’ con la lingua André Silva, l’unico portoghese che c’era in squadra, ma dopo un mese è stato ceduto quindi ho iniziato a legare con altri nuovi calciatori come Ismael Bennacer, acquistato tre giorni dopo di me e che ancora oggi chiamo fratello".

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  • "NON AVEVA CAPITO COME INSERIRMI"

    "Sin da subito avevo degli obiettivi, ma non è stato facile, il mister non aveva capito come inserirmi in campo e con lui avevo un rapporto freddo; saluti formali ad allenamento e nient’altro, la difficoltà a comunicare che si aggiungeva a quelle della squadra in campo. Giocavamo male, io poco, e dopo qualche partita il mister è stato esonerato. Solo sette giornate ed è cambiato tutto di nuovo".

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  • LA CRESCITA CON PIOLI

    "All’inizio con Pioli non eravamo in sintonia, ricordo una sua conferenza stampa che mi aveva infastidito, in cui aveva detto cose che secondo me non doveva dire, di cui doveva discutere prima davanti alla squadra.

    C’è voluto tempo prima che capissimo come relazionarci, lui intanto ha avuto la bravura di trovare il miglior modo per far giocare me e la squadra. Mi ha messo nelle condizioni di poter fare la differenza e così ci siamo avvicinati. Il segreto è stato trovare un modo chiaro e diretto di parlarci. È normale che ci siano delle discussioni all’interno di uno spogliatoio, ci sono ovunque".



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